COSOLINI: Relazione di minoranza sul Disegno di legge n. 154

Pubblicato il mercoledì 16 Feb 2022

Relazione di minoranza sul Disegno di legge n. 154 FVG PLUS Spa

Egregio Presidente, Gentili Colleghe e Colleghi,
con il Disegno di Legge che ci accingiamo a esaminare in aula, la Giunta regionale esplicita l’obiettivo della costituzione di una nuova società per azioni in house, già peraltro in qualche modo preannunciata con l’art. 56 (nuovi strumenti di ingegneria finanziaria) della LR 3/2021 “Sviluppoimpresa”, che dovrebbe occuparsi di gestire gli strumenti finanziari messi in campo dalla Regione per l’accesso al credito e alle agevolazioni riservati alle imprese e ai cittadini.
Non dovrebbe sfuggire a nessuno, e tanto meno agli “addetti ai lavori”, che questa nuova società nasce in concomitanza della liquidazione della partecipazione regionale residua in Banca Mediocredito spa.
La scelta a suo tempo assunta sulla partecipazione in Banca Mediocredito FVG Spa (prevista dall’art 7 della LR 6/2021) ci ha visto tutto sommato concordi in un ormai ineludibile percorso di dismissione delle azioni.
Il primo interrogativo che ci si pone sul tema riguarda il percorso preparatorio di questo disegno di legge: l’emendamento portato in sede di Commissione consiliare è intervenuto con una modifica significativa sulla modalità con la quale si intende andare a costituire la nuova società, e allo stato attuale non escludiamo ulteriori modifiche.
Se nella prima versione del provvedimento il soggetto attivo individuato era la Regione stessa, ora il soggetto attivo diventa la società Friulia Spa che viene così autorizzata a costituire una nuova società che quindi al momento della sua costituzione non viene ad essere “in house” come pur previsto nella norma. Nella nuova versione quindi la Regione partecipa successivamente ad un aumento di capitale provvedendo in tal modo a divenire il socio di maggioranza con l’80% delle quote totali future. Si tratta magari di una modifica che ha una sua logica, ma in questo caso ci si chiede come mai non sia stata prevista fin dall’inizio.
Per questo il cambio in itinere sulla modalità operativa scelta fa nascere qualche perplessità in merito alla chiarezza di intendimenti e di obiettivi finali sull’operazione in capo alla Giunta regionale…
Ma le perplessità maggiori, già evidenziate dagli esponenti di opposizione durante la discussione in Prima Commissione, riguardano l’oggetto sociale della nuova società. Se da un lato si dichiara una certa prospettiva di connessione di operatività con Friulia garantendo le necessarie sinergie, dall’altro si elencano le diverse possibili funzioni che verranno svolte dalla nuova società, peraltro di molto ampliate con gli emendamenti approvati in Commissione, vuoi ereditate da Mediocredito vuoi nuove quali ad esempio l’assistenza e consulenza tecnica per la gestione delle crisi aziendali, la gestione di nuovi strumenti di ingegneria finanziaria e così via.
Di fronte alla dismissione di Mediocredito e alla necessità di occuparsi comunque di alcune funzioni svolte in precedenza dalla banca regionale, la scelta della Giunta regionale non è quella di internalizzare le funzioni e magari contemporaneamente potenziare le Direzioni regionali interessate, ma di inventare questa nuova scatola, come peraltro detto dall’Assessore Zilli, con grossi punti interrogativi circa la tempistica per l’avvio del suo funzionamento sull’operatività tecnica della nuova piattaforma con cui poter gestire le funzioni assegnate.
Anche se diamo per scontato che il personale che sarà messo a disposizione della nuova società transiterà da Mediocredito, evidentemente non riassorbito da ICCREA e non coinvolto nell’operazione di subentro, e sarà quindi già formato e in grado di operare, ricordiamo però le dichiarazioni dell’Assessore Bini in merito alla tempistica per l’accensione dei motori della nuova macchina: tempi, per espressa affermazione dell’Assessore, certo non brevissimi.
Siamo consapevoli del rischio di far attendere imprese e cittadini molti mesi per vedere operare FVG PLUS? Ma nel frattempo che fine fanno le agevolazioni alle imprese e ai cittadini?
Oggettivamente si pone questo pesante interrogativo, che riguarda le modalità della transizione dalla vecchia alla nuova gestione delle numerose e diverse pratiche di agevolazione verso imprese e cittadini, e vorremmo su questo sentire risposte rassicuranti, ma soprattutto basate su elementi oggettivi perché altrimenti rischiamo. Rischiamo in questa fase di crisi post-covid ancora non superata, anzi con una fase di ripartenza resa più critica per le imprese dall’aumento dei costi energetici, di bloccare o comunque rallentare pesantemente gli iter di concessione, e questo riguarda poi anche le famiglie se pensiamo ai mutui casa che hanno già accumulato notevoli ritardi.
I principali punti deboli ad oggi di questa iniziativa sono dunque:
– le incertezze su tempi e modi della transizione, e su questo vorremmo risposte chiare e documentate;
– l’assenza di un piano strategico e industriale a monte, che avrebbe dovuto essere proposto all’attenzione di questo Consiglio prima del testo del DDL e che avrebbe consentito di evidenziare chiaramente obiettivi strategici, linee di intervento, modi e tempi evitando tra l’altro questo percorso
un po’ tortuoso di “aggiustamenti” (pensiamo all’aggiunta in corsa della possibilità di rilascio di garanzie o di acquisire rami d’azienda).
Ricordiamo inoltre quanto potrebbe accadere, già visto nella società FVG Strade con le problematiche sul personale ancora non risolte, con l’applicazione di contratti di lavoro diversi a soggetti che opereranno nella stessa azienda magari svolgendo le medesime funzioni, solo per il fatto magari che il personale già in forza a Mediocredito potrà portarsi dietro un contratto di lavoro evidentemente diverso da quello applicato dalla futura società.
Aggiungo ancora che sarebbe utile avere un quadro definito dei contenuti dell’accordo relativo alla cessione di azioni e al passaggio del personale. Tale quadro non è infatti irrilevante per un esame della prospettiva della società di cui parliamo oggi.
Purtroppo nonostante le richieste di approfondimento, poco o nulla abbiamo potuto apprendere in merito alle modalità di gestione della nuova società o alle previsioni di conti economici, elementi utili per poter esprimere un giudizio seppur sommario. Insomma anche dal punto di vista tecnico mancano gli elementi sufficienti per poter esprimere un voto consapevole che non sia solo un atto di fiducia, che lasciamo volentieri agli esponenti della maggioranza.
Queste sono le enormi perplessità che ci vedono piuttosto scettici su questo provvedimento, al di là delle futuribili funzioni declamate sulla possibilità di erogare garanzie, di gestire l’animazione dei processi di sviluppo della cultura finanziaria per microimprese, di supportare le strutture regionali, di gestire gli strumenti finanziari attivabili tramite fondi strutturali e investimenti europei, nonché fondi a sostegno PMI e Start up innovative…; queste sono tutte belle frasi ma manca un piano industriale.
Non è infine nemmeno chiaro il rapporto che intercorrerà tra questa nuova società e l’Agenzia Lavoro Sviluppo Impresa. In assenza di chiarezza si rischia confusione e sovrapposizione di ruoli come peraltro con gli altri enti regionali che si occupano di materia finanziaria.
Alla luce di tutte queste considerazioni, che ci hanno portato ad un voto negativo in sede di Commissione, manteniamo come Gruppo del Partito Democratico una posizione critica.

Roberto Cosolini

Trieste, 16 febbraio 2022

3229 - COS Relazione minoranza ddl 154

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