Sanità: Conficoni (Pd), su dipartimento dipendenze Pn restano le criticità

Pubblicato il mercoledì 16 Feb 2022

16.02.22 «La situazione del dipartimento delle dipendenze di Pordenone resta per ora critica. Se da un lato i due medici che lo scorso novembre hanno lasciato il Sert non sono ancora stati sostituiti e gli infermieri risultano sotto organico, dall’altro il servizio tossicodipendenze sconta in negativo anche un’inaccettabile carenza di risorse economiche, confermata recentemente dagli operatori, a fronte dello scandaloso utile di oltre nove milioni maturato nel 2020 e dell’attivo di due milioni per attività extra covid registrato nei primi sei mesi dello scorso anno dall’Asfo». Lo afferma il consigliere regionale Nicola Conficoni (Pd) a margine della risposta odierna alla sua interrogazione presentata all’assessore alla Salute, Riccardo Riccardi per fare chiarezza sulla situazione di difficoltà del dipartimento delle dipendenze di Pordenone.

«La necessità stringente per il Sert di Pordenone, ora accorpato al dipartimento di salute mentale, è di ritornare a garantire il supporto che ha dato negli anni alle persone bisognose di aiuto, aumentate in seguito all’emergenza covid. Ripristinare il ridotto livello di servizio è urgente proprio per evitare che si protraggano i contraccolpi negativi, causati non solo al minor numero di medici ma anche dagli otto infermieri mancanti, con una conseguente diminuzione della capacità operativa. L’esito negativo del concorso svolto a metà gennaio per assumere nuovi dirigenti medici, purtroppo, conferma la scarsa attrattività dell’Asfo. Speriamo, comunque, che l’impegno assunto dall’azienda a garantire la copertura del turn over venga mantenuto».

Inoltre, sottolinea ancora Conficoni, «accanto alle difficoltà legate alla disponibilità di personale, si devono evidenziare quelle di natura economica in quanto i fondi a disposizione non permettono al dipartimento l’inserimento lavorativo di tutte le persone in attesa dei ricoveri nelle comunità terapeutiche. Una situazione che stride con i conti in attivo dell’Asfo, il cui direttore generale è stato accusato di privilegiare la cassa all’erogazione dei servizi».

Ne parlano

Nicola Conficoni

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