Sanità: Conficoni (Pd), Fedriga e Riccardi hanno appaltato sistema a privati e intanto il pubblico si sfascia

Pubblicato il lunedì 07 Nov 2022

07.11.22 «Dopo i tagli al personale del servizio pubblico, di fronte a liste di attesa ormai esplose, Fedriga e Riccardi hanno appaltato il sistema sanitario ai privati, verso cui indirizzano i cittadini bisognosi di visite ed esami. Una scelta politica che sta assumendo contorni sempre più preoccupanti, perché alimenta la fuga degli operatori dagli ospedali, depauperandoli ulteriormente. È necessario cambiare rotta: i soldi che ogni anno vengono dati al sistema privato veneto vengano invece investiti per rilanciare il servizio pubblico sempre più in sofferenza». A chiederlo è il consigliere regionale Nicola Conficoni (Pd) che attraverso un’interrogazione chiede alla Giunta regionale di chiarire di dati relativi alle “dimissioni volontarie di personale dalle diverse aziende del sistema sanitario regionale”.

«Le ultime dimissioni degli infermieri dagli ospedali in sofferenza, denunciate in questi giorni dalle organizzazioni sindacali, rendono ancora più evidente come Fedriga e Riccardi stiano favorendo la privatizzazione del sistema sanitario regionale. Se cliniche e centri medici stanno prendendo sempre più piede e assumono il personale in uscita dal servizio pubblico, non è a causa dell’emergenza covid ma di precise scelte politiche. Basti pensare alla disastrosa gestione di Polimeni (all’Asfo e ora all’Arcs) e al taglio lineare alla spesa per il personale sanitario, che hanno penalizzato non solo gli utenti ma anche medici e infermieri stremati». E ancora, rincara Conficoni «Fedriga e Riccardi, che governano da quasi cinque anni e hanno delle responsabilità nella programmazione del fabbisogno, sostengono che quelli mancanti non si trovano e puntano sul privato per limitare le liste di attesa. Così facendo, tuttavia, non fanno altro che alimentare la fuga dagli ospedali depauperando ulteriormente il servizio pubblico. Per salvare l’insostituibile presidio di civiltà va innanzitutto spezzato questo circuito vizioso. Gli ingenti fondi pagati ai privati veneti, dunque, non vanno destinati ai privati friulani ma spesi per garantire ai dipendenti delle aziende sanitarie migliori condizioni di lavoro, anche promuovendo le necessarie assunzioni. Per favorirle va subito rivendicata la non applicazione del tetto alla spesa per il personale sanitario in Friuli Venezia Giulia che la nostra Regione autonoma avrebbe già potuto e dovuto chiedere allo Stato in virtù della sua specialità».

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Nicola Conficoni

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