Relazione di minoranza sul DISEGNO DI LEGGE n. 54 Modifiche alla legge regionale 11 novembre 2009, n. 19 (Codice regionale dell’edilizia)
Presentato dalla Giunta regionale il 3 giugno 2025
Egregio Presidente, Gentili Colleghe e Colleghi,
il Disegno di legge n. 54 è proposto dalla Giunta regionale come un ulteriore intervento nell’ottica della semplificazione normativa. É una norma tecnica che però, come tutti gli interventi di questo tipo, ha come risvolti degli elementi che hanno a che fare con l’idea che abbiamo dell’edilizia nella Regione Friuli Venezia Giulia.
Non possiamo quindi disconoscere che il recepimento di parte del Decreto Legge 29 maggio 2024, n. 69 (Disposizioni urgenti in materia di semplificazione edilizia e urbanistica) convertito nella Legge n. 105/2024, è frutto non di un obbligo ma di una precisa scelta che l’Amministrazione ha compiuto, in considerazione della competenza esclusiva che la nostra Regione esercita in materia.
Da questa prima considerazione prende forma il giudizio che diamo al Disegno di legge in discussione. Si tratta, infatti, di un provvedimento che indebolisce l’orientamento che la Regione ha dato nel corso degli anni alla materia edilizia e urbanistica. Questo avviene, peraltro, in contemporanea con la discussione sul disegno di legge n. 36, che nelle sue finalità, con importanti risorse messe a disposizione, pone in primo piano il recupero del patrimonio immobiliare inutilizzato.
Si tratta di una tematica che dal 2018 ha visto il Gruppo del Partito Democratico formulare in più occasioni (leggi di Stabilità, assestamenti di Bilancio, DDL omnibus) proposte che mai la maggioranza aveva accolto, pur manifestando interesse alle questioni poste, ma senza mai concretamente condividerne i contenuti e la sostanza.
Di fronte a tale considerazione, i provvedimenti all’esame in questi giorni in Consiglio regionale possono quindi trovare una coerenza nell’idea di agevolare il recupero del patrimonio esistente e disincentivare il consumo di suolo ex novo. Considerate però le importanti e significative risorse stanziate con il Ddl n. 36, queste potrebbero avere addirittura un senso maggiore se declinate nel rispetto di una coerenza e di un indirizzo normativo che, crediamo, abbia garantito negli anni una certa efficacia in termini di qualità dell’edilizia.
Se poi, come dichiarato dall’Assessore in sede di esame nella IV Commissione consiliare, entrambi i provvedimenti arrivano durante il lavoro sul piano di governo del territorio, da cui discenderanno, come dichiarato, una nuova revisione della LR 19/2009 e una nuova legge urbanistica, risulta senza dubbio complesso incasellare questi interventi normativi all’interno di una strategia che crediamo debba venire prima della definizione di misure – a seconda dei punti di vista – di sanatoria o semplificazione.
Ci chiediamo, e chiediamo all’Assessore quindi, se il piano di governo del territorio sarà una cornice dentro alla quale troveranno sviluppo le leggi regionali o se, viceversa, saranno le norme che il Consiglio sta approvando a dettare la linea politica del piano di governo del territorio.
Provando a declinare queste premesse rispetto alle modifiche che vengono proposte, uno dei temi che riteniamo di sottoporre all’attenzione del Consiglio regionale è quello che riguarda l’inserimento tra le attività previste in edilizia libera di vetrate panoramiche fino a una superficie di 40 metri quadri. Crediamo che sia un grosso rischio quello di prevedere che per tali strutture venga rimosso il rispetto delle distanze da pareti finestrate, sia per motivi igienico sanitari, sia per il rispetto della riservatezza che tali distanze consentono. Con una provocazione, affermiamo in questo modo il concetto che una parete finestrata deve rispettare delle distanze, una unica grande finestra no. Si pensi al danno che può essere arrecato al cittadino, proprietario di un terreno confinante, che al momento della costruzione deve arretrare di ulteriori 5 metri a quelli già previsti dalla norma all’interno della sua proprietà, proprio per mantenere la distanza minima della nuova costruzione. E noi siamo così certi che portare le VEPA in edilizia libera sia corretto e tuteli tutti i cittadini?
Altro tema che intendiamo rilevare è quello relativo alle tolleranze. Sappiamo che la legge regionale n. 19/2009 prevede già una misura di tolleranza maggiore di quella che era prevista dal D.P.R. 380 e comprendiamo che la progressività prevista rispetto alla superficie abbia una logica di fondo. La questione che ci poniamo è se di fatto questa previsione non si possa tradurre in sostanziali sanatorie per abusi, in particolare realizzati prima del 24 maggio 2024, giustificando in tal modo le forti perplessità che in occasione della discussione del DL 69/2024 si sono manifestate e che hanno definito tale norma un condono vero e proprio.
Ultimo argomento che ci lascia fortissime perplessità e netta contrarietà è quello relativo alla possibilità per i Comuni di alienare i beni per cui sia stato accertato un abuso e che siano acquisiti dal Comune stesso. Senza voler sconfinare in materia che non è di competenza di questo assessorato e della Direzione centrale infrastrutture, ci chiediamo se possa essere una funzione dei Comuni anche quella di trovarsi a svolgere il ruolo di agenzia immobiliare tout court. Crediamo che su questo sia fondamentale ragionare ancora, magari trovando, per lo meno, delle finalità e delle destinazioni d’uso specifiche all’edificio per cui sia stato accertato l’abuso, abrogando la possibilità di alienare il bene. È una facoltà che questa Regione, avendo potestà esclusiva in materia edilizia, può benissimo utilizzare: sarebbe un utilizzo virtuoso della specialità della nostra Regione.
Questi sono gli argomenti che ci lasciano ancora perplessi e che abbiamo segnalato durante la discussione in Commissione. L’auspicio è che la discussione in Aula li affronti e li definisca nel senso indicato, così da evitare che il disegno di legge n. 54 possa trasformarsi in un provvedimento di semplice sanatoria, diventando l’ennesimo provvedimento che amplia le maglie di intervento della legge regionale 19/2009, e che segue altri provvedimenti approvati negli ultimi anni, già andati in questa direzione.
In Commissione ci siamo astenuti: in Aula presenteremo pochi, mirati, emendamenti propositivi che seguono quanto indicato nella presente Relazione. Vedremo se da parte della Giunta e della maggioranza vi sarà la giusta attenzione e considerazione nei confronti delle nostre proposte per un provvedimento che, se opportunamente modificato, può avere un’ampia maggioranza.
Massimo Mentil
Trieste, 19 giugno 2025
2706 - MEN relazione minoranza DDL 54