DA GIAU: relazione di minoranza sulla Proposta di legge n. 64

Relazione di minoranza sulla Proposta di legge n. 64 Promozione di servizi educativi, didattici e aggregativi nel settore dell’agricoltura sociale

Signor Presidente, egregie colleghe e colleghi Consiglieri,
il breve articolato che ci apprestiamo a discutere è il risultato di una forte “potatura” della proposta di legge originaria presentata dal presidente Budai, cui riconosciamo apprezzabile sensibilità sia per quanto riguarda il tema della sostenibilità economica delle aziende agricole derivata dalla sua esperienza professionale, ma anche per i temi della cura dei piccoli e dei soggetti più fragili, per meritevoli influenze famigliari.
I temi che il collega pone sono entrambi importanti e la nostra Regione li ha affrontati nel tempo con provvedimenti legislativi diversi sia in materia di servizi per l’infanzia che in materia di agricoltura multifunzionale e sociale. È infatti su queste leggi regionali che il testo in discussione va oggi ad apportare alcune integrazioni, pur essendo nato come un provvedimento originale a sé stante per introdurre una nuova fattispecie di servizio socio-educativo in ambito agricolo. Le audizioni, pur manifestando l’interesse per la tematica affrontato, avevano infatti segnalato elementi meritevoli di approfondimento e che non consentivano la rapida conclusione dell’iter della proposta.
Purtroppo anziché scegliere la via dell’approfondimento, ci pare sia stata intrapresa quella della semplificazione del testo al punto tale da rendere il provvedimento quasi superfluo. Siamo quasi più nel campo di una interpretazione autentica di quanto già esistente che non in una vera innovazione. Andiamo infatti semplicemente a dire che l’attività di nido famigliare, prevista doversi svolgere presso l’abitazione del titolare, si può fare anche presso l’abitazione dell’imprenditore agricolo. Se ciò aiuta in ogni caso le aziende ad intraprendere con tranquillità attività che possono giovare all’integrazione del proprio reddito, e offre ulteriori opportunità alle famiglie di usufruire di servizi per i propri figli, non siamo certo contrari.
Avremmo però preferito, che si cogliesse l’occasione sia per definire in modo più completo la materia degli agrinidi o dei nidi nel bosco, consapevoli che sul territorio si stanno muovendo progettualità in tal senso non solo da parete di privati, ma anche di enti locali. Avremmo preferito che, entrando nel campo dell’agricoltura sociale, si cogliesse l’occasione per affrontare alcune questioni ancora irrisolte e che invocano quantomeno regolamentazione ancora assente, se non aggiustamenti legislativi.
La fase di confronto in commissione sull’ultima versione della proposta di legge, ci sembra invece abbia messo in luce come, sia il primo proponente che gli uffici siano stati lasciati soli nell’impresa di portarla in aula in una versione accettabile salvaguardando il risultato di minima. La stessa assegnazione alla seconda commissione e all’assessore Zannier, è risultata confusa, toccando l’articolato di fatto materie (servizi all’infanzia) e legge regionale 20 del 2005 di competenza dell’assessora Rosolen e della VI commissione (cui è stato richiesto in extremis parere) e materie (agricoltura sociale) e legge regionale 2 del 2018 afferenti anche all’assessore Riccardi. Le cose sono state messe insieme forse anche in una confusa idea che l’agricoltura sociale sia perfettamente contenibile entro la multifunzionalità dell’azienda agricola.
L’impressione è che alla fine si sia cercato di sbrogliare più questioni burocratico-legislative che non di affrontare seriamente la sollecitazione importante sia dal punto di vista educativo, che sociale, che di economia agraria che il presidente Budai ha offerto al Consiglio. Restando in tema, confidiamo pazientemente che il seme comunque deposto, possa ulteriormente svilupparsi e portare frutto.

Chiara Da Giau