Relazione di minoranza sul Disegno di Legge n. 26 <>
Presentato dalla Giunta regionale il 24 settembre 2024
Egregio Presidente, Gentili Colleghe e Colleghi,
il disegno di legge in esame rappresenta il “secondo tempo” della manovra estiva di assestamento al bilancio 2024, aumentando di altri 262 milioni le nuove entrate già riscontrate lo scorso mese di luglio; rispetto al bilancio di previsione 2024, il totale delle maggiori entrate riscontrate supera la soglia del miliardo e 600 milioni di euro.
In occasione degli approfondimenti condivisi in I Commissione, è stato appurato che la maggior parte delle nuove entrate riscontrate deriva in parte dalla quota di competenza della Regione relativamente alle compartecipazioni dell’anno 2022 (conguaglio tributi erariali), mentre per un’altra parte, oltre ad entrate derivanti da altri redditi, essa proviene da entrate relative a ritenute su tassi di interesse applicati nel 2024 dal sistema del credito.
Che un tanto rappresenti in parte un trend nazionale non modifica il carattere assolutamente straordinario: va infatti sottolineato come il 2022 sia stato l’ultimo anno di forte ripresa economica post covid (a cui sono in parte legati i conguagli sulle compartecipazioni), mentre dal 2023 il prodotto interno lordo è tornato ad aumentare meno dell’1%; allo stesso modo, il ciclo dei tassi di interesse sembra aver visto l’apice nel 2024, anno di riferimento per una certa parte delle entrate accertate in questa manovra.
Esprimiamo il timore (non certo l’auspicio) che queste entrate, come detto di origine del tutto straordinaria, abbiano in futuro un’entità piuttosto incerta, date le dinamiche economiche in corso: il DdL 26 prevede che in larga parte (oltre 130 mln di euro), esse siano destinate a ripianare spese correnti delle aziende sanitarie, a cui si aggiungono altre spese sociosanitarie per un totale di 150 milioni di euro.
Spese correnti coperte da entrate straordinarie ed incerte, riscontrate quasi a fine anno: come è possibile? Ci è stato detto che ciò dipende da un “buco” imprevisto nelle entrate a copertura della spesa corrente del Sistema Sanitario Regionale, a causa di mancate entrate da parte dello Stato: facendo riferimento sempre alla necessità di programmazione nel settore sanitario, riesce poco plausibile pensare che tutto ciò sia stato appurato immediatamente dopo l’assestamento di bilancio estivo, visto che questo DdL 26 è stato depositato lo scorso 24 settembre.
Sia come sia, a distanza di un paio mesi dall’assestamento estivo siamo nuovamente chiamati a rifinanziare la spesa della Sanità: tra la manovra dello scorso luglio e questo “mini assestamento”, sono stati aggiunti oltre 300 mln euro al comparto sociosanitario: finanziare la Sanità procedendo per aggiustamenti successivi, così come utilizzare entrate del tutto straordinarie per compensare spese correnti, risulta a nostro avviso contrario a qualsiasi principio di programmazione, che è fondamentale per i princìpi di buona gestione e per dare risposte concrete ai cittadini.
In occasione dell’approvazione della legge di Stabilità 2024, il Gruppo del Pd aveva chiesto di stanziare già in bilancio di previsione tutte le risorse necessarie al sistema salute regionale per il 2024, in modo da poter fissare già a inizio anno gli obiettivi per i direttori delle aziende sanitarie e poter valutare le loro capacità di gestione; la nostra proposta era assolutamente possibile (date anche le maggiori risorse già disponibili in Stabilità 2024 rispetto alla manovra di fine anno 2023, oltre 600 milioni di euro) ma non è stata ascoltata né tantomeno attuata, e quindi per l’ennesima volta la Giunta regionale si ritrova a dover ripianare i buchi di bilancio delle Aziende sanitarie in piena “Zona Cesarini” (perdonerete la metafora calcistica di antica memoria).
Lo scorso mese di dicembre avevamo ascoltato con attenzione le rassicuranti dichiarazioni dell’Assessore alla Salute e della Giunta circa l’importanza di garantire al Sistema Sanitario Regionale i giusti stanziamenti, negli importi e nelle tempistiche; tuttavia, la realtà evidenzia che si continua a navigare a vista, i bilanci delle aziende sanitarie non sono sotto controllo e destano perciò preoccupazioni.
Nell’analisi del DdL 26, andando oltre ai 150 milioni destinati al Servizio sanitario regionale, vanno evidenziati i 60 milioni di euro che saranno impiegati nei fondi rotazione per le aziende: riteniamo questa misura del tutto condivisibile, in primis per venire incontro alle aziende in una fase di forte tensione del credito, ma anche per il fatto che per essa risulta fattibile l’impegno entro il termine tecnico contabile.
Condividiamo il principio per cui il sostegno alle aziende favorisca il circolo virtuoso della crescita economica, che a propria volta garantisce le entrate fiscali necessarie al sostegno delle fasce più deboli; allo stesso tempo, ci permettiamo di rimarcare ancora una volta che l’inflazione e le tensioni creditizie impattano negativamente anche sulle famiglie, per le quali vanno individuate soluzioni a loro sostegno. Ma questi argomenti saranno affrontati con maggiore profondità in occasione dell’imminente manovra di Stabilità 2025.
Altra questione che ha contribuito al nostro voto negativo in I commissione è stata quella relativa alla modifica dei requisiti di accesso all’edilizia sovvenzionata: per stessa ammissione dell’Assessore alle Infrastrutture e Territorio e di alcuni colleghi di maggioranza, la modifica normativa che riporta sui 2 anni il requisito di residenza minima per la presentazione delle domande, è stata apportata – malvolentieri e senza alcuna convinzione – solo a seguito della sentenza di incostituzionalità pronunciata dalla Corte costituzionale nel 2024 in merito ad una Legge regionale del Veneto, identica nei contenuti rispetto alla LR n. 28/2018. Si tratta quindi di mero rispetto di una sentenza, atteggiamento ben diverso dalla comprensione della reale situazione della nostra regione che, ponendo barriere all’attrattiva per lavoratori e imprese attraverso il mantenimento dei requisiti per eventuali agevolazioni abitative e su servizi alle famiglie, determina un atto di chiusura ideologica rispetto ad un mondo in continuo cambiamento, come dimostrano le esperienze che Confindustria Alto Adriatico in Ghana e diverse aziende regionali stanno facendo all’estero, formando sul posto persone che poi diventeranno lavoratori nelle fabbriche, e per i quali le aziende si faranno carico – a seconda delle situazioni per periodi più o meno prolungati – del costo degli alloggi. Esperienze sulle quali, abbiamo letto in questi giorni, il Governo sta lavorando ad una specifica norma nella Manovra 2025.
Esperienze che confermano come l’approccio ideologico di questi anni verso gli stranieri da parte di questa Giunta e maggioranza sia antistorico e non abbia tuttora alcun senso.
Siamo in una situazione dove anche il Comandante Generale dei Carabinieri (che non è certo un eversivo di sinistra) sostiene lo Ius Soli, mentre in questa opulenta regione bisognosa di lavoratori non si permettono parità di accesso all’abitazione nemmeno alle persone che provengono da altre regioni italiane.
Un elemento di minore entità ma che desta ugualmente molti dubbi, è l’intervento previsto in galleria Bombi a Gorizia, finanziato con 3,5 mln di euro di questa manovra, che ci pare un ennesimo spreco di denaro per il quale terremo un elevato livello di vigilanza, così come per il resto delle enormi risorse stanziate per GO2025: sarà importante verificare che esse siano impegnate, ma soprattutto che diano un reale e concreto impatto positivo sul territorio.
Per finire, tra i 262 milioni di euro oggetto del presente “mini assestamento”, circa una cinquantina risulta ad oggi ancora parcheggiata in capitoli di accantonamento, per i quali attendiamo dall’esame in Aula una loro collocazione.
Ci saremmo aspettati informazioni di massima già in sede di esame in I commissione, senza dover attendere la discussione in Aula: assisteremo in Aula all’ennesimo diluvio di emendamenti puntuali da parte del centrodestra?
Per quanto riguarda il nostro Gruppo, porteremo in Aula proposte che saranno improntate a impiegare tali risorse, ferme e inspiegabilmente non utilizzate: lo faremo pensando al loro migliore utilizzo possibile e tenendo conto delle imminenti scadenze nella chiusura del bilancio 2024, destinando alla imminente manovra di Stabilità 2025 ragionamenti di più ampio respiro.
Andrea Carli
Trieste, 11 ottobre 2024
1796 - CAR Relazione MIN_DdL 26