Terzo settore: Da Giau (Pd), sanatoria Fvg su carenza educatori pone altro problema

Pubblicato il mercoledì 01 Feb 2023

01.02.23 «Il tentativo della Regione Fvg di porre rimedio alla forte carenza di educatori da inserire nei servizi socio assistenziali e socio educativi, attraverso la deroga ai titoli per accedere alla professione stabiliti dalla legge nazionale, anziché risolvere un problema, visto l’accoglimento da parte del Tar del ricorso di Apei contro la delibera della Giunta, ne pone un altro: non poter assumere educatori e dover gestire quelli indebitamente assunti in questi ultimi sei mesi. È quanto mai necessaria un’iniziativa della Regione che coinvolga collaborativamente tutti gli attori in gioco così da poter garantire funzionamento e qualità dei servizi». Lo afferma la consigliera regionale Chiara Da Giau (Pd), a margine della risposta all’interrogazione attraverso la quale poneva alla Giunta la problematica sorta a fronte della sentenza avversa del Tribunale amministrativo regionale del Fvg sulla delibera di giunta (1213/22) riguardante la carenza di educatori per l’intero sistema dei servizi socio-educativi e socio-assistenziali.

«La conferma, data oggi dall’assessore, che la Regione stia cercando di rimediare alla bocciatura della delibera valutando la richiesta di sospensiva e confrontandosi con le altre regioni, è positiva, ma questo arriva dopo una delibera evidentemente affrettata vista la sentenza del Tar che contesta la competenza della Regione nel fissare deroghe ai requisiti della norma nazionale del 2017 che già prevedeva una sanatoria i cui termini sono oramai conclusi». Con fatica, ricorda inoltre Da Giau, «a livello nazionale si è giunti a fare ordine nella definizione dell’educatore professionale, stabilendo il percorso di formazione e titoli necessari alla qualifica. Nonostante l’emergenza, derogare a quei requisiti rischia di garantire solo di facciata i servizi, ma non la loro qualità. È chiaro che vanno trovate altre strade per garantire una maggiore offerta di queste professionalità agendo sia sull’aumento dei posti disponibili nei corsi di laurea preposti, sia sulla maggiore attrattività dal punto di vista retributivo della professione o anche, se necessario, su disposizioni emergenziali ma che non intacchino una doverosa formazione e non penalizzino gli educatori a pieno titolo».

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