Stabilità: Gruppo Pd, Giunta abdica su difficoltà Comuni e personale

Pubblicato il lunedì 27 Nov 2023

TRIESTE 27.11.23 «Anche in occasione della manovra di bilancio 2024 la Regione continua ad abdicare al suo ruolo di governo del sistema degli enti locali, lasciando i Comuni in difficoltà e il vuoto riguardo alle forti problematiche sul personale». Lo affermano i consiglieri regionali Manuela Celotti, Andrea Carli e Francesco Martines (Pd), a margine della seduta odierna della 5ª commissione riunita per l’esame delle parti di competenza sulla manovra di bilancio 2024.

Secondo Celotti, «la situazione è insostenibile, come diciamo da mesi e come certifica anche, di fatto, la Corte dei conti, e la risposta dell’assessore regionale non può essere semplicemente “il personale non si trova” perché una Regione a Statuto speciale, che ha autonomia e titolarità nell’organizzazione del sistema degli Enti locali non può non cercare delle soluzioni innovative per risolvere i problemi, sia a livello organizzativo, che delle politiche per il personale. Sul personale il vuoto cosmico, nonostante i suggerimenti arrivati dall’aula e da Anci, mentre a livello organizzativo si scansa la necessità di avviare un tavolo di approfondimento sui compiti e le funzioni da assegnare a ciascun livello istituzionale, visto che oltre a Regione e Comuni, dobbiamo tenere conto anche degli Edr e, sebbene non le si voglia promuovere nel modo più assoluto, delle Comunità. Nemmeno un euro in più per le comunità volontarie, nonostante le richieste dei sindaci che le compongono e gli sforzi fatti per avviarle, ma non si vuole rivedere nemmeno i trasferimenti alle comunità montane e alla Comunità Collinare, nonostante ci siano delle differenze importanti fra i trasferimenti e le funzioni che le stesse gestiscono per conto dei comuni. Insomma, l’organizzazione sovracomunale dei servizi non viene premiata né incentivata, nonostante sia la strada per risolvere i problemi organizzativi dei Comuni».

I Comuni di medie dimensioni, dai 10 ai 20mila abitanti, aggiunge Carli «registrano trasferimenti regionali di parte corrente mediamente più bassi, in proporzione agli abitanti, rispetto alle altre classi di Comuni. È venuto il momento di affrontare lo spinoso tema della perequazione delle risorse fra gli enti locali della Regione e dato che le risorse non mancano, potrebbe anche essere l’occasione per aumentare i finanziamenti per i Comuni che ricevono meno fondi, invece di abbassarli a quelli che ne beneficiano in misura maggiore. Sta di fatto che il mondo è cambiato e che serve una verifica generale sul sistema di finanza pubblica, valutando la pressione fiscale dei comuni in rapporto ai servizi offerti ma anche in rapporto ai trasferimenti regionali». Infine, «i 20 milioni destinati al sistemazione dell’extragettito, sono stati usati per tutti, ma anziché dare soldi a 215 Comuni serviva una ripartizione più mirata per risolvere concretamente i problemi dell’extragettito dei Comuni».

Secondo il vice capogruppo Martines, «se può essere considerato positivo l’aumento delle risorse a favore dei Comuni, certo è che non navigano nell’oro: ogni anno si fatica a chiudere i bilanci, salvo poi ritrovarsi con quote importanti di avanzo perché si perdono dipendenti e non si riesce ad assumere. Questa è una disfunzione che va risolta e non, invece, un elemento per dire che i Comuni hanno troppe risorse. Inoltre va tenuto conto del fatto che alcuni Comuni svolgono un ruolo di riferimento e di supporto per i Comuni vicino e di questo sarebbe necessario tenerne conto prevedendo delle premialità». Inoltre, Martines ha chiesto la «modifica dei criteri di riparto delle risorse, tenendo conto dei Comuni mandamento che svolgono servizi comprensoriali e dei piccoli Comuni in zone disagiate come montagne e valli. Gli avanzi di disponibili non sono un segnale positivo e di efficienza, ma al contrario della impossibilità di spendere tempestivamente le risorse disponibili di parte corrente».

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