Sanità: Santoro (Pd), nuove linee garantiscono centri di salute mentale?

Pubblicato il venerdì 01 Ott 2021

30.09.21 «Ridurre il numero dei centri di salute mentale che attualmente operano su un territorio vasto come quello dell’Asufc significa allontanare e creare disagi alle persone che hanno già avviato percorsi di cura, togliendogli il continuo contatto con persone e comunità ora vicine. Questo è quanto emerge dall’enigmatica situazione illustrata dall’assessore alla Salute, al quale chiediamo di chiarire quale sarà il futuro assetto del Dipartimento delle dipendenze di salute mentale e le rispettive nuove future funzioni dei Csm». Lo afferma la consigliera regionale Mariagrazia Santoro (Pd), componente della 3ª commissione Salute, firmataria di un’interrogazione con la quale chiede alla Giunta regionale di chiarire la situazione e il futuro del centri di salute mentale (Csm) dell’Asufc.

«Accanto alla preoccupazione per tempi e modi con i quali si stanno approvando gli atti aziendali, si sommano criticità come quella relativa ai Csm. Da tempo chiediamo chiarezza e trasparenza, ma continuiamo con fatica a ricevere le necessarie informazioni per operare nell’interesse delle comunità che rappresentiamo» denuncia Santoro. «Nel corso dell’ultima seduta della 3ª commissione l’assessore Riccardi ha illustrato delle schede, peraltro mai consegnate ai consiglieri regionali, dalle quali emerge che i Centri di salute mentale dovrebbero essere previsti almeno ogni 50mila abitanti con deroghe per le zone montane o comunque a bassa densità abitativa. Per l’Asufc, sempre da queste schede, sono indicate sei funzioni di Csm per il territorio dell’Azienda sanitaria universitaria del Friuli Centrale, una previsione che verosimilmente non terrebbe in debita considerazione tutta la dimensione territoriale e abitativa della vasta area dell’Asufc».

Ne parlano

Mariagrazia Santoro

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Mariagrazia Santoro
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