30.09.21 «La situazione a Sacile è del tutto sfuggita di mano. L’inaccettabile sospensione del reparto Rsa conferma le mancanze dell’Asfo e le ripetute disattenzioni del centrodestra che governa la sanità da ormai tre anni». Lo sostiene il consigliere regionale Nicola Conficoni (Pd), componente della 3ª commissione Salute commentando la chiusura del reparto di Rsa del presidio ospedaliero per la salute di Sacile.
«Purtroppo ci troviamo difronte all’ennesimo problema, questa volta ancora più grave dei precedenti. Già lo scorso anno i cittadini residenti nel distretto ovest sono stati penalizzati con la contestata riconversione dell’Rsa in reparto Covid, decisione che, come dimostra l’utile superiore ai 9 milioni di euro maturato lo scorso anno dall’Asfo, si poteva evitare mettendo in campo soluzioni alternative. Questo ulteriore duro colpo inferto a Sacile, rischia di compromettere ancora una volta un servizio fondamentale e già sacrificato, con ripercussioni negative anche sui lavoratori. Speriamo che le rassicurazioni arrivate dalla dirigenza dell’Asfo, non restino lettera morta. Non sarebbe la prima volta che i fatti non corrispondono alle parole, come nel caso dell’oculistica per la quale l’Azienda aveva annunciato entro luglio le necessarie assunzioni che non sono ancora arrivate. Oppure le recenti reticenze nel fornire i chiarimenti richiesti sull’erogazione a singhiozzo del servizio di guardia medica». Purtroppo, continua Conficoni, «alle mancanze della dirigenza Asfo, si aggiungono le mancate promesse del centrodestra sul rafforzamento del presidio di Sacile che invece viene, passo passo, svuotato: dopo la perdita del mammografo e di alcuni medici di medicina generale, l’indebolimento è proseguito con la riduzione del servizio di medicina dello sport. Da tempo chiediamo in molti un cambio di rotta, ora la risposta emblematica arriva purtroppo con la chiusura dell’Rsa».
