Sanità: Conficoni (Pd), sistema pubblico a picco, dal 2020 a oggi 1.300 dimissioni volontarie

Pubblicato il martedì 15 Nov 2022

15.11.22 «Costretti a carichi di lavoro impossibili e con un sistema a picco, non più in grado di rispondere né ai bisogni di cura dei cittadini, né a standard lavorativi dignitosi, medici e infermieri stanno abbandonando in massa il sistema sanitario regionale. I numeri sono impietosi e parlano di quasi 1.300 dimissioni volontarie dal 2020 a oggi, su un totale di circa 20mila unità. Questa è la cruda seppur triste realtà, frutto delle politiche sanitarie e sul personale di Fedriga e Riccardi». Lo afferma il consigliere regionale Nicola Conficoni (Pd) commentando i dati relativi al personale del servizio sanitario regionale, forniti dalla direzione centrale Salute a seguito di un’interrogazione attraverso la quale il consigliere chiedeva alla Giunta regionale di fare chiarezza sulle “dimissioni volontarie di personale dalle diverse Aziende del Sistema sanitario regionale”.

«Chi con eccessiva sicumera governa la salute pubblica, di fronte al calo di 267 dipendenti e somministrati registratosi tra il 2018 e il 2021 nelle diverse aziende sanitarie della regione, sostiene il problema sia dei medici e infermieri che non si trovano. In realtà la prima causa di crisi è la fuga. Una crisi segnata in prima battuta da liste di attesa ormai esplose che sommate al trattamento riservato al personale, ci consegna una penosa realtà: Fedriga e Riccardi hanno appaltato il sistema sanitario ai privati, verso cui indirizzano i cittadini bisognosi di visite ed esami. Una scelta politica che sta assumendo contorni sempre più preoccupanti, perché alimenta la fuga degli operatori dagli ospedali, depauperandoli ulteriormente: 330 dimissioni nel 2020, 418 nel 2021 e 535 fino a inizio novembre di quest’anno, superando addirittura i pensionamenti nel 2022 (456)». E ancora, aggiunge Conficoni, «nel triennio 20-22 la spesa per il personale è rimasta abbondantemente al di sotto del tetto stabilito per legge, arrivando a ben 32,5 milioni di avanzo, di cui 10 nella sola Asfo, soldi che dovevano invece essere spesi per rafforzare personale e servizi, soprattutto per le ripresa dopo la pandemia. Per aumentare la capacità di risposta del servizio sanitario regionale, dunque, invece di foraggiare i privati che attraggono i dipendenti pubblici, si migliorino subito le condizioni lavorative nelle aziende sanitarie anche attraverso le necessarie assunzioni».

Ne parlano

Nicola Conficoni

Ne parlano

Nicola Conficoni
Nicola Conficoni

Articoli correlati…