Salute: Da Giau (Pd), serve riconoscimento caregiver, comitato ristretto dia risposte veloci

Pubblicato il lunedì 21 Nov 2022

21.11.22 «L’assistenza ad anziani e malati all’interno dei contesti familiari, che rappresenta indubbiamente un anello importante dei percorsi di cura integrando i servizi sanitari regionali e, a volte, sopperendo ad alcune delle loro carenze, ha bisogno di un riconoscimento formale e sostanziale sancito da una legge dedicata. Questo non solo per ragioni “utilitaristiche” da parte del sistema regionale, ma anche per garantire l’esigibilità di diritti e risposte a bisogni specifici di cui i caregiver sono portatori per se stessi, non solo per il loro assistito. L’auspicio è che il lavoro del comitato ristretto porti entro breve alle attese e necessarie risposte». Lo afferma la consigliera regionale Chiara Da Giau (Pd), prima firmataria del progetto di legge “Disposizioni per il riconoscimento, la valorizzazione e il sostegno dei caregiver familiari”, a margine della seduta odierna della terza commissione Salute durante la quale è stato costituito il comitato ristretto per definire una proposta di legge condivisa sui caregiver familiari.

«La nostra proposta di legge – spiega Da Giau – nonostante sia nata prima che fossero assunti altri provvedimenti, a riguardo a livello nazionale, tuttavia resta per noi un’occasione per esercitare l’autonomia regionale cogliendo necessità nuove, anche peculiari del nostro territorio e della nostra società o che le vicende legate alla pandemia hanno messo ulteriormente in luce». E ancora, spiega Da Giau, «la nostra proposta ricalca e acquisisce esperienze positive già intraprese in altre regioni, a partire dall’Emilia-Romagna che per prima ha avviato un serio affiancamento a favore dei caregiver. Gli aspetti su cui chiediamo di fare una riflessione riguardano innanzitutto la definizione stessa di caregiver familiare, estendendo quella nazionale proprio in considerazione dell’evolvere dei contesti famigliari e comprendendo anche persone che hanno una relazione affettiva continuativa e stabile con l’assistito al di là dei legami parentali o di affinità. Vogliamo poi un’attenzione specifica ai sempre più numerosi giovani caregiver che hanno necessità di conciliare tempi di studio e di attività di cura. E ancora – continua Da Giau – riteniamo necessario definire un percorso di riconoscimento formale perché la Regione possa avere piena consapevolezza di tutti i soggetti che svolgono il ruolo di caregiver ed essere in grado quindi di coinvolgerli a pieno nei percorsi di assistenza e cura di anziani e malati, ma anche di garantire tutti i servizi necessari al caregiver stesso».

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