Bilancio: Cosolini (Pd), troppe occasioni mancate, si poteva e doveva fare di più e meglio

Pubblicato il sabato 17 Dic 2022

16.12.22 «Difronte al momento di forte criticità, con le sue forti ripercussioni sociali ed economiche era necessario fare di più. La Regione, con le enormi risorse a disposizione doveva fare di più e meglio di quanto è stato fatto. Invece il lavoro non è stato all’altezza della situazione straordinaria che vive la nostra comunità». È il commento finale del consigliere regionale Roberto Cosolini (Pd), relatore di minoranza del disegno di legge 183 “Legge di stabilità 2023”, affermando il giudizio «totalmente negativo» del gruppo del Partito democratico.

«In quest’ultima manovra, come in quelle precedenti, il Pd ha sempre provato a dare un proprio contributo serio e costruttivo. Lo abbiamo fatto anche ora e tra i tanti emendamenti respinti, troviamo oggi interventi proposti da noi lo scorso luglio, come quello per il sostegno alle imprese per affrontare il caro energia, che se approvati mesi fa avrebbero già iniziato a dare i loro frutti. E invece sono stati buttati via mesi vitali per l’economia e il mondo produttivo. Sull’ambiente, inoltre, l’azione è stata gravemente insufficiente soprattutto per la stazione drammatica riconosciuta da tutti». E ancora, continua Cosolini, «la sanità: vorremmo fosse possibile la tregua proposta dall’assessore Riccardi, come condizione necessaria per affrontare la crisi strutturale. Ma ci sono delle condizioni che non vediamo nemmeno lontanamente: innanzitutto smettere di rivendicare con prove di forza muscolari numeri che non hanno a che fare con la realtà vissuta da cittadini e operatori stremati. Il privato convenzionato, che non demonizziamo anzi consideriamo importante, non può essere sostitutivo del sistema pubblico, ma accessorio. Oltre a parlare di investimenti stanziati, bisogna osservare come questi procedono, se lo fanno con la velocità necessaria oppure se sono incagliati come avviene in diverse strutture della regione. Su questo e su altro crediamo che non sia stato fatto il lavoro migliore possibile, il giudizio finale non può che essere totalmente negativo».

Ne parlano

Roberto Cosolini

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