Assestamento: Santoro (Pd), sindaci esclusi da politiche sanitarie su loro Comuni

Pubblicato il venerdì 29 Lug 2022

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29.07.22 «La condivisione con il territorio e con i sindaci, deve restare una caposaldo anche e soprattutto quando in gioco c’è la salute pubblica. L’atteggiamento che purtroppo si è verificato nel caso dell’Azienda sanitaria del Friuli centrale (Asufc) di insofferenza nei confronti dei sindaci che chiedevano coinvolgimento negli atti di politica sanitaria che impattano sui territori dei Comuni è stato spiacevole e andrebbe evitato in maniera definitiva fissando in norma una procedura di partecipazione dei sindaci, così come dell’università, attraverso pareri vincolanti». Lo afferma la consigliera regionale del Pd, Mariagrazia Santoro a margine del dibattito sul disegno di legge 171 di assestamento per gli anni 2022-2024, al quale ha presentato un emendamento, bocciato dalla maggioranza di centrodestra, attraverso il quale chiedeva che la proposta del piano attuativo degli enti del Servizio sanitario regionale, fosse trasmessa alla Conferenza dei sindaci del territorio dove opera l’Asufc, e all’Università degli studi, per l’acquisizione dei relativi pareri vincolanti da rilasciarsi entro trenta giorni.

«Dietro la nostra richiesta – sottolinea Santoro – c’è il principio sancito dalla Costituzione che prevede dove si tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, accanto al quale c’è quello fissato dalla legge ordinaria che afferma che il Sindaco rimane il primo referente della salute di una comunità ed è il responsabile della condizione di salute della popolazione del suo territorio. Negando questa previsione il centrodestra avalla l’atteggiamento di chiusura che il direttore dell’Asufc ha dimostrato nei confronti dei sindaci».

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