15.01.25 – «Privare l’ospedale di Gorizia dell’Unità di terapia intensiva coronarica (Utic) significa far collassare gli altri servizi e mettere a rischio la salute dei cittadini. Gorizia non accetta né accetterà il colpo di mano espresso dalla delibera sulla cardiologia, consapevole del rischio concreto di esodo di massa del personale infermieristico e medico, che non starà a guardare l’inesorabile riduzione ad ambulatorio dell’ospedale per un effetto domino».
Lo afferma la consigliera regionale Laura Fasiolo (Pd) intervenendo nel dibattito sulla sanità isontina.
«L‘accoglimento trasversale della mozione per il mantenimento di Cardiologia a Gorizia, inclusa l’Utic, presentata in Consiglio comunale e fatta propria dal sindaco di Gorizia, è un messaggio forte, espressione di tutta la cittadinanza».
«È ora di dire basta alla costante umiliazione del territorio goriziano e isontino, questa presa in giro deve terminare. Riccardi e Poggiana non pensino di prendere decisioni senza che il territorio e la sua comunità non battano ciglia: Gorizia, insieme a Monfalcone, deve mantenere l’Unità di terapia intensiva coronarica proprio per non far crollare i servizi ospedalieri e su questo non intendiamo fare passi indietro» avverte Fasiolo. «Non cerchino di mischiare le carte: qui non si tratta di campanili da difendere, da delle volontà di eliminare realtà indispensabili per il territorio e di altissima qualità, quindi importanti per garantire la sicurezza sanitaria dei cittadini».
Secondo Fasiolo, «appare evidente come la struttura dell’unità operativa dal punto di vista degli spazi e delle dotazioni tecnologiche, aggiunto all’elevato standard di cura, rappresenti per Gorizia, un grande valore aggiunto. Altro grande valore aggiunto è rappresentato dal personale infermieristico che di fronte a una riorganizzazione del genere, espressione di un comportamento chiaramente penalizzante e mortificante per l’impegno e la professionalità, valuterà l’ipotesi di un trasferimento in altre sedi anche extra regionali dove il merito l’impegno e la passione hanno una considerazione ben diversa».