22.10.24 – «L’abbattimento dell’Ilia sulle seconde case è una misura certamente popolare ma che non risolve la vera emergenza abitativa e non tiene conto di alcuni fattori come le diversità territoriali, con possibili sperequazioni, le limitazioni dell’autonomia dei Comuni e non avrà pressoché impatto sul mercato immobiliare». Lo affermano i consiglieri regionali Francesco Martines, Manuela Celotti e Andrea Carli (Pd) a margine della seduta odierna della 1ª commissione riunita per l’esame del disegno di legge 29 “Disposizioni in materia di Imposta locale immobiliare autonoma (Ilia)”.
«In particolare per la realtà friulana – afferma Martines, che in Aula sarà relatore di minoranza del ddl 29 – questo intervento viene percepito come positivo, ma quello che è certo è che non metterà in moto il mercato immobiliare come la Giunta vorrebbe far credere. Si tratta di una misura a breve termine che non dà certezza ai Comuni di mantenere le aliquote dopo il prossimo triennio. Abbassare l’aliquota sulla seconda casa ha quindi una capacità di attrattiva che gioca a favore della comunicazione per il centrodestra, ma i fattore sui quali le famiglie decidono di fare tali investimenti sono ben altre: livello dei tassi di interesse, la vicinanza al lavoro, dinamiche familiari e servizi presenti sul territorio». Inoltre, sottolinea ancora Martines, «va considerata la situazione di difficoltà che vivono molte frazioni che, analogamente a quanto avviene in montagna, si stanno spopolando e dove, di conseguenza, stanno sparendo attività commerciali di tipo emporiale, per le quali servirebbe pensare all’azzeramento della tassazione. Positivo infine, l’abbassamento dell’aliquota per le attività economiche sui beni strumentali dove si passa dallo 0,96 allo 0,86 per cento».
Secondo Celotti, «A fronte di emergenze sociali che esistono ormai da tempo, a partire dalla necessità di smuovere il mercato degli affitti e delle vendite a favore dei giovani, delle persone che potrebbero venire a vivere nella nostra regione e di quelle in difficoltà abitativa, la Giunta che in questi anni non ha fatto praticamente nulla su questo fronte, vede prioritario un intervento sulle seconde case».
«Il riconoscimento del lavoro dei friulani che con sacrificio hanno costruito la loro seconda casa va bene, ma parallelamente, allora, si pensi anche a delle misure sociali per chi è in situazioni di difficoltà nell’accesso alla casa» continua la consigliera sottolineando inoltre che «invece di intervenire sulla leva fiscale regionale, magari a tutela dei redditi bassi, si interviene su quella degli enti locali, facendo bella figura a scapito dei Comuni e limitandone l’autonomia. Si riveda dunque organicamente l’intero sistema della fiscalità degli enti locali, invece di ragionare con scelte spot ma elettoralmente vantaggiose».
Anche Carli pone l’accento sugli «effetti pressoché nulli di questo provvedimento sul mercato immobiliare» e sul «rischio che forse non si dia necessario sostegno a proprietà immobiliari che si trovano nei territori montani, dove succede che ci siano case con meno appetibilità turistica e dove, quindi, diventa più difficile la vendita. In questi casi sarebbe stato necessario che la Regione si fosse fatta carico dell’intera aliquota, anziché uniformare la misura su tutto il territorio regionale».