Legge elettorale: Pd, destra pensa a poltrone

Pubblicato il giovedì 14 Mar 2024

 

TRIESTE 14.03.24 «Divisa a livello nazionale e confusa e in contraddizione sul piano regionale, la destra cerca di mettere mano alle leggi elettorali senza alcun pudore, con norme ad personam per garantirsi poltrone e potere, non certo per governare». Lo hanno detto questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, il capogruppo del Pd Diego Moretti e la segretaria Pd Fvg, Caterina Conti, insieme ai consiglieri regionali Francesco Russo e Roberto Cosolini, intervenuti sulla legge elettorale regionale che andrà al voto del Consiglio la prossima settimana e sulla legge elettorale nazionale dopo la bocciatura al Senato dell’emendamento della Lega sull’eliminazione del ballottaggio per i sindaci, assieme al ‘no’ alla richiesta del terzo mandato per i presidenti di Regione.

Per la segretaria Conti, «sono confusi e litigiosi, sostanzialmente inaffidabili. La destra a livello regionale si presenta con proposte di riforma della legge elettorale e poi a livello nazionale litiga sulle quelle stesse scelte. Sono sintomi di malesseri e spaccature che non riescono più a nascondere e di cui fanno pagare il prezzo ai cittadini, le rese dei conti interne sono rimandate a dopo le europee ma le crepe si vedono a occhio nudo».

«Questa destra non ha un’idea di Paese né rispetto per le istituzioni – ha detto Conti – non sa e non vuole riavvicinare i cittadini alla politica ma cerca solo di sfruttare al massimo il consenso che hanno adesso. Queste sono mosse sbagliate che vanno a incidere negativamente sulla percezione che i cittadini hanno della politica».

«Noi vogliamo che i cittadini possano scegliere il proprio sindaco e possano farlo, come si fa adesso, con un doppio turno in cui prima si vota per la lista e i candidati che si sentono più vicini e poi per il candidato sindaco che ci rappresenta di più. L’elezione diretta attribuisce al sindaco un potere molto forte incomparabile con altri e quindi deve essere contenuto dal limite dei mandati. Le stesse regole ovviamente non possono valere per i piccoli comuni dove è anche difficile trovare chi si occupi della cosa pubblica» conclude la segretaria Pd Fvg.

«Ieri a Roma la Lega di Salvini, o di Fedriga, questo lo scopriremo – commenta Russo che sarà relatore di minoranza del ddl 15 in materia di elezioni comunali e regionali – è stata sconfitta e sconfessata dai suoi stessi alleati: Fdi e Fi hanno usato le stesse argomentazioni che il centrosinistra ha usato in Consiglio regionale per provare a bloccare delle modifiche alla legge elettorale, costruite su misura. Qui si parla ormai apertamente, senza pudore, del salva-Fedriga che garantisca il disperato tentativo del presidente di fare un terzo mandato, oppure di regole che permettano al sindaco di Pordenone o a quello di Monfalcone di provare a candidarsi al Parlamento europeo senza perdere la poltrona nelle loro città. Noi crediamo che la democrazia sia una cosa seria e che le regole non si cambiano in corsa, non si cambiano senza coinvolgere tutti, senza studiare la situazione e non si cambiano soprattutto quando si parla di una legge che regola l’elezione diretta dei sindaci, che piace agli italiani e che ha dimostrato, negli ultimi 30 anni, di rendere migliore la democrazia nelle nostra città. Cose che il centrodestra vuole stravolgere perché il suo fine evidente è quello di comandare e non governare».

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