Salute: Conficoni (Pd), problemi personale non si risolvono a parole

Pubblicato il mercoledì 03 Gen 2024

TRIESTE 30.12.23 «Riconoscere a parole la situazione del personale del servizio sanitario regionale non aiuterà a superare le difficoltà e la disaffezione verso il sistema pubblico. Dopo aver bocciato le nostre proposte attendiamo di conoscere quali sono quelle di Riccardi e del centrodestra». Lo afferma il consigliere regionale Nicola Conficoni (Pd), commentando la situazione del personale del sistema sanitario regionale.

«Che il dato del Fvg sia migliore di quello di altre regioni – continua Conficoni – non può essere una consolazione perché se dopo le 1.530 dimissioni volontarie registrate tra il 2020 e il 2022 l’esodo dovesse continuare il sistema già in difficoltà si avvicinerebbe al collasso. Riccardi riconosce il problema e da mesi dice che bisogna fare qualcosa, tuttavia non vediamo nulla oltre i no all’opposizione».

Secondo Conficoni, «la ricetta messa in campo da Fedriga e Riccardi non è quella giusta perché cliniche e ambulatori finanziati dalla Regione assumono i dipendenti in uscita dalle aziende sanitarie, indebolendole ulteriormente. Per questo, anche in occasione della legge di Stabilità 2024 abbiamo chiesto un’inversione di rotta, a partire da un forte investimento sulle risorse umane».

Tra le proposte fatte in Stabilità, continua Conficoni, «c’era il tentativo di trattenere il personale attraverso un premio fedeltà garantendo aumenti salariali a medici, infermieri e operatori che volontariamente si impegnano a restare nel servizio sanitario regionale. Questa misura, unitamente a un fondo individuale per la crescita professionale da riconoscere a chi aderisce al patto di permanenza, non sarebbe servita solo ad arginare la fuga, ma anche a essere attrattivi. Per traguardare l’obiettivo, avevamo anche chiesto di mettere a disposizione alloggi a uso foresteria e ambulatori ai professionisti provenienti da fuori. Proposte di buon senso, come quelle a favore dei medici di medicina generale, che nonostante il sostegno di alcuni ordini e sindacati sono state purtroppo cassate, registrando l’ennesima chiusura sulla sanità pubblica a vantaggio del sistema privato»

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