Trieste, 26.11.24 – «La chiusura di medicina dello sport a Sacile conferma l’indebolimento del presidio ospedaliero, un impegno tradito che evidenzia quanto il nodo personale sia fondamentale. Speriamo che il concorso annunciato dall’assessore Riccardi in seguito al nostro pressing non vada deserto e permetta di riaprire l’apprezzato servizio, diversamente saremmo davanti all’ennesimo taglio strutturale della sanità territoriale». Lo afferma il consigliere regionale Nicola Conficoni (Pd), a margine della risposta dell’interrogazione attraverso la quale chiedeva alla Giunta regionale di chiarire il futuro della medicina dello sport a Sacile.
«La risposta dell’assessore Riccardi ha certificato quello che i sacilesi sanno già da alcuni mesi, ossia che in seguito alla mancata sostituzione del dottor Sgrò, dallo scorso maggio il servizio di medicina dello sport non c’è più e chi vuole fare una visita o si deve recare nell’unica struttura pubblica rimasta aperta in provincia di Pordenone, nel capoluogo, oppure è costretto a rivolgersi al privato che di fatto viene avvantaggiato dalla razionalizzazione».
Quanto sta accadendo sotto gli occhi di tutti, continua Conficoni, «attesta ancora una volta come il rilancio del presidio ospedaliero in riva al Livenza promesso sei anni e mezzo fa dalla Giunta regionale sia finora rimasto lettera morta. La situazione, anzi, invece di migliorare è peggiorata perché mentre il polo riabilitativo non si è concretizzato, la sistemazione dei padiglioni finanziata nel 2018 dal centrosinistra non è ancora terminata e la creazione di ospedale e casa di comunità viaggia al rallentatore, i medici di medicina generale sono significativamente diminuiti impoverendo l’offerta. A questo si è aggiunto il passo indietro su medicina dello sport che speriamo sia solo temporaneo, ma evidenzia un deficit di programmazione».
Il nodo delle risorse umane, conclude Conficoni, «resta dunque centrale, siamo consapevoli che le assunzioni sono difficili e proprio per questo chiediamo di investire non solo nella formazione, ma anche nella fidelizzazione del personale già in servizio vista la fuga massiccia che si è registrata in questi anni».