CODEGA: relazione a pdl 250 su diritto allo studio e formazione

Pubblicato il mercoledì 07 Mar 2018

Egregio Presidente, signori Consiglieri, 
Il tema del diritto allo studio nel nostro Paese è da sempre all’ordine del giorno. In un’epoca sempre più tecnologicamente sviluppata e sempre più sociologicamente complessa, un alto livello di istruzione è garanzia di un felice inserimento sociale. Purtroppo nel nostro Paese i ritardi sono vistosi. Il tasso di dispersione è ancora significativamente alto (13,8% – dati Eurostat) e la percentuale di adulti con in mano una laurea è ancora ferma al 22%. Una situazione ben lontana da quel 40% previsto dalla Strategia “Europa 2020”. Nella nostra regione le cose vanno molto meglio. Il tasso di dispersione è sceso fino al 7%, il più basso tra le regioni italiane. Il numero però di adulti in possesso di un titolo di studio di livello terziario non è molto superiore alla media nazionale.
Vuol dire che c’è ancora da fare.
La Regione già da tempo interviene in questo settore. La strumentazione però messa i campo presenta due grossi difetti. È altamente frammentata ed è decisamente datata. È frammentata perché gli interventi legislativi che afferiscono al settore sono più di trenta. Interventi sparsi nel corso non solo di anni ma di decenni ed è praticamente impossibile per i cittadini avere la consapevolezza di quanto la Regione sta facendo nel settore. Ed è decisamente datata in quanto la legge base sul diritto allo studio è di ben 38 anni fa, la LR n.10/1980. Nonostante le successive integrazioni non è stato finora possibile aggiornarle ai diversi i interventi legislativi nazionali che nel frattempo sono sopravvenuti.
Da qui la opportunità di questa Proposta legislativa.
Essa appare come un “Testo Unico”, che mette insieme in un’unica norma le diverse tipologie di interventi che la Regione sta attuando nel settore. Al contempo è anche l’occasione per inserire, nella pianificazione generale, una serie di interventi che al momento non appaiono o sono marginali.
Elementi di novità sono quindi quelli, per esempio, relativi agli interventi di sostegno alle consulte provinciali degli studenti, al fine di favorire la loro partecipazione democratica e costruttiva al mondo della scuola; gli interventi per potenziare il tempo pieno o prolungato nelle scuole dell’obbligo; il ruolo che la Regione può e intende svolgere nella progettualità della alternanza scuola-lavoro; il ruolo che intende svolgere nella azione di orientamento scolastico degli studenti. E ancora la attenzione maggiore al tema della disabilità e dell’accompagnamento ai docenti nell’affrontare i temi dei Bisogni Educativi Speciali.
Elementi di conferma sono quelli invece relativi all’intervento presso le scuole per garantire un servizio di libri in comodato gratuito agli studenti; i contributi per il trasporto scolastico e l’acquisto dei libri di testo; gli assegni predisposti per gli alunni delle scuole paritarie e i contributi ai comuni e alle associazioni per la gestione delle scuole dell’infanzia. Ma soprattutto viene confermata la valorizzazione dell’autonomia educativa dei singoli Istituti attraverso il Piano Annuale dell’Offerta Formativa che prevede gli interventi per l’arricchimento dell’Offerta Formativa e i progetti speciali. Si dà continuità quindi alla valorizzazione delle lingue e culture delle minoranze storiche e si rilancia la progettualità nazionale sulla scuola digitale attraverso appunto il Programma regionale per la scuola digitale.
In Commissione il dibattito è stato significativo. Sono state esposte e discusse le diverse misure. Più che obiezioni sono stati richiesti approfondimenti su alcuni punti che non apparivano sufficientemente chiari. 
Alcuni avanzano qualche perplessità in ordine alla tempistica del provvedimento, sul “come mai” si sia arrivati all’ultimo atto della Legislatura per proporre questa norma. Obiezione legittima. La risposta è semplice. All’inizio della Legislatura avevamo in animo di tentare di portare a casa l’autonomia dell’intera gestione dell’Ufficio scolastico regionale in seno alla Regione. Per diversi mesi si è lavorato in questa direzione fintanto che nel maggio 2016 si è discusso e approvato in Commissione lo schema, predisposto dalla Direzione centrale lavoro, formazione, istruzione, pari opportunità, politiche giovanili, ricerca e università, relativo alle “Norme di attuazione dello Statuto Speciale della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia per il trasferimento di funzioni in materia di istruzione non universitaria”. Lo schema fu affidato alla Commissione Paritetica per la presentazione e accompagnamento del provvedimento presso i Ministeri competenti. Dopo più di un anno di attesa si è dovuto registrare che la cosa non procedeva. A quel punto si è creduto opportuno ripiegare su un provvedimento, non certo di quella portata, ma significativo per il mondo della scuola della nostra regione. Se il testo verrà approvato, ogni studente potrà conoscere infatti l’intero ventaglio dei provvedimenti che la Regione mette in campo per garantire il suo successo scolastico. Cosa che ora non c’è. 
Confidiamo pertanto nella approvazione della presente Proposta di legge.

Franco Codega

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