CELOTTI: Inadeguatezza degli stipendi per il personale dipendente negli enti locali nelle sedi disagiate

Pubblicato il lunedì 24 Lug 2023

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

OGGETTO: Inadeguatezza degli stipendi per il personale dipendente negli enti locali nelle sedi disagiate

La sottoscritta Consigliera regionale,
PREMESSO che dal 2001 al 2020 i Comuni di questa regione si stima abbiano perso circa 2.1oo dipendenti, con particolare riferimento ai Comuni più piccoli sotto i 5.000 abitanti, che hanno perso il 25.5% dell’organico (il 94% del personale perso dai piccoli comuni si concentra nelle ex province di Udine e Pordenone) mentre, negli stessi anni, l’organico della Regione è aumentato di 500 unità;
RILEVATO che, nonostante le numerose procedure concorsuali avviate per assumere il personale mancante nei Comuni di piccole dimensioni gli stessi spesso non riescono a coprire in modo stabile le posizioni vacanti, perché le persone che partecipano ai concorsi sono davvero poche, e fra queste sono ancora meno quelle che li superano, sia perché i pochi vincitori o idonei non sempre accettano l’assunzione, vanificando di fatto procedure onerose in termini di risorse e di tempo (un concorso richiede dai 4 ai 5 mesi per essere espletato);
RILEVATO altresì che l’assunzione di un nuovo dipendente non corrisponde alla copertura stabile del posto vacante, in quanto visto il grande numero di posti vacanti esistente all’interno del comparto, e visti i numerosi concorsi banditi, ai quali partecipano spesso le medesime persone, esiste una grande mobilità intra-comparto, legata allo scorrimento delle graduatorie, che di fatto penalizza i Comuni più piccoli, posti nelle aree interne, o comunque già gravati da difficoltà organizzative, che rendono meno appetibili questi Comuni per i neo-dipendenti;
EVIDENZIATO che il cosiddetto “Comparto unico” lo è formalmente ma non di fatto, perché le condizioni di lavoro variano notevolmente a seconda della dimensione degli enti considerati;
CONSIDERATO che la recente istituzione di una “indennità di disagio” per i dipendenti dei Comuni con meno di 8 dipendenti in servizio, ritenuti quindi disagiati a causa delle difficoltà organizzative e non solo dell’ubicazione territoriale, proposta da Anci a novembre 2022 quale direttiva per la delegazione trattante di parte pubblica, rappresenta un primo segno di attenzione verso i dipendenti dei Comuni che in questi anni hanno vissuto momenti di grave crisi a causa della mancanza di personale;
RITENUTO tuttavia che gli importi delle indennità di disagio non siano sufficienti per determinare un’inversione di tendenza rispetto all’esodo dei dipendenti che lasciano i piccoli comuni per andare a lavorare in Regione, o nei Comuni di grandi dimensioni, dove la qualità del lavoro è oggettivamente migliore ed esistono anche sistemi di welfare aziendale che è impossibile implementare nei piccoli comuni singolarmente considerati;
RITENUTO che la Regione, vista la sua autonomia giuridica ed economica in materia di personale del comparto unico, e rilevato che la recentissima designazione del rappresentante regionale con funzioni di Presidente per le delegazioni trattanti per la contrattazione collettiva regionale delle amministrazioni del Comparto unico di fatto avvia la nuova contrattazione per il periodo 2023-25, debba trovare strumenti efficaci pera risolvere i problemi di reperimento del personale nei piccoli comuni e nei comuni disagiati;
Tutto ciò premesso
INTERROGA la Giunta regionale
per sapere se intende affrontare in modo strutturale il tema delle disparità oggettive che esistono fra i dipendenti dei Comuni più piccoli e quelli dei comuni più grandi e strutturati e della Regione, avviando un confronto sull’opportunità di implementare in modo significativo gli stipendi dei dipendenti dei Comuni, rapportandoli alla complessità oggettiva che caratterizza il lavoro negli Enti locali, in modo tale da creare un’inversione di tendenza e da risolvere i problemi di reperimento del personale nei piccoli comuni e nei comuni disagiati.

Manuela Celotti

Trieste, 24 luglio 2023

0258 - CEL IRO stipendi inadeguati piccoli comuni

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