Sanità: Celotti (Pd), Ps Asufc appaltato, iniziata sostituzione del pubblico con privato

Pubblicato il lunedì 26 Giu 2023

26.06.23 «Le cose si chiamino con il loro nome: quelli che il direttore di Asugi chiama rinforzi ai pronto soccorso rappresentano in realtà il preciso piano che la Giunta Fedriga sta attuando su tutto il sistema sanitario regionale, ossia la progressiva archiviazione del sistema pubblico e la sua sostituzione con il privato. Oggi inizia l’ingresso ufficiale del privato all’interno di un ospedale pubblico». Lo afferma la consigliera regionale, Manuela Celotti (Pd) commentando la decisione dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale (Asufc) di aggiudicare a una cooperativa di Vercelli parti del servizio emergenza degli ospedali del territorio di Udine.

«L’esigenza di sopperire alle mancanze di personale viene dunque usata per l’avvio di una sostituzione, esattamente la deriva verso il privato che denunciamo da tempo, che Fedriga e Riccardi stanno mettendo scientificamente in atto: dalle prestazioni gestite in regime convenzionato il passo successivo che si compie oggi è l’ingresso del privato negli ospedali pubblici, attraverso cooperative».

Secondo Celotti, «la scelta di risolvere i problemi contingenti affidandosi alla sanità privata ha un prezzo molto alto, sia in termini di costo effettivo del servizio (ed è forse la prima volta che il pubblico esternalizza servizi a un costo più alto di quello che avrebbe sostenuto gestendoli direttamente), sia in termini di disfacimento del sistema pubblico, perché è evidente che sostenere la sanità privata incentiva l’esodo dei medici dai nostri ospedali alle cliniche private e alle cooperative, che poi vincono gli appalti per gestire i servizi nei nostri ospedali».

In questo momento storico, continua la consigliera «in cui tutte le strutture pubbliche sono in sofferenza per mancanza di personale e di competenze, dalle strutture sanitarie ai Comuni, dobbiamo essere in grado di pensare a modelli nuovi che riportino il pubblico a essere attrattivo per i futuri professionisti e per quelli che stanno valutando se spostarsi nel privato. Significa avere il coraggio di rivedere il sistema dei concorsi pubblici, significa aumentare gli stipendi e rivedere i modelli organizzativi per garantire una migliore qualità del lavoro e della vita. Questa – conclude – è la sfida che va portata avanti a livello regionale e nell’interlocuzione con Roma. Una sfida che Fedriga non sta evidentemente nemmeno considerando».

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