Politiche casa: Moretti-Santoro (Pd), Lega e Giunta coerenti solo alla propria ideologia discriminatoria

Pubblicato il giovedì 26 Mag 2022

26.05.22 «Dopo la pietosa sceneggiata della Lega e del centrodestra che in quarta commissione ha sconfessato la sua stessa giunta, e in particolare l’assessore Pizzimenti, costretta dai tribunali a modificare un regolamento discriminatorio, oggi abbiamo provato a correggere una brutta pagina per la politica e per i principi sui quali poggia lo Stato di diritto, cercando di riportare nell’alveo della legittimità e del principio di uguaglianza di tutti i cittadini, previsto dalla Costituzione e affermato dai pronunciamenti dei giudici. È vergognosa l’ostinazione dimostrata anche oggi da giunta e centrodestra, coerenti solo alla propria ideologia discriminatoria». Lo affermano il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Diego Moretti e la consigliera regionale Mariagrazia Santoro intervenendo nel dibattito odierno sul ddl 165 multisettoriale nel quale il gruppo del Pd ha chiesto di introdurre una norma volta a ristabilire i requisiti minimi dei beneficiari delle politiche abitative modificate dalla Giunta regionale “Incentivi canoni di locazione a favore dei cittadini meno abbienti”, in applicazione dell’ordinanza del tribunale di Udine (Sezione Lavoro di data 02.03.2021 nella causa n. 674/2020 R.L.) con la quale, tra l’altro, è stato ordinato alla Regione di modificare il regolamento nella parte relativa alla presentazione della documentazione attestante di non possedere abitazioni nel Paese di origine e di provenienza da parte dei cittadini extra europei.

«Pensare che, dopo quello che è successo in commissione si possano ancora replicare queste sceneggiate è grottesco: la giunta, con questa messa in scena, si è lavata la coscienza, consapevole del fatto che non poteva non adempiere a un ordine del giudice, decidendo di usare l’escamotage del passaggio in commissione e quindi in Aula, per eludere un’ordinanza del tribunale di Udine che tendeva a ripristinare un principio di legittimità costituzionale».

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