Legge elettorale: Fasiolo (Pd), nuove azioni per preferenza di genere

Pubblicato il lunedì 09 Ott 2023

 

TRIESTE 09.10.23 «Contro l’inerzia della Regione, ostinata a non dare seguito alla doppia preferenza di genere nella legge elettorale, più volte chiesta dal Pd attraverso una proposta di legge, ora si aggiunge anche l’azione giudiziaria promossa dalle associazioni di donne e calendarizzata per il prossimo 27 novembre». A renderlo noto è la consigliera regionale Laura Fasiolo (Pd).

«L’appello per l’introduzione della doppia preferenza di genere nella legge regionale fu inoltrato a Fedriga e a tutti i consiglieri regionali con una lettera del 14 nov 2022, sottoscritta da 27 associazioni. La richiesta era di legiferare per introdurre nella Regione Friuli Venezia Giulia nella propria legge elettorale la “doppia preferenza di genere”, cioè la facoltà per gli elettori di esprimere la preferenza per due candidati della medesima lista, purché di genere diverso».

Secondo la consigliera si tratta di «un semplice meccanismo correttivo per favorire l’elezione del genere meno rappresentato. Oggi mancano all’appello solo tre regioni, una è il Friuli Venezia Giulia dove sul totale di 48 Consiglieri siedono solo nove consigliere donne, una delle più basse percentuali di presenze femminili nei Consigli regionali italiani. Il correttivo infatti non fu deliberato nonostante l’impegno del centrosinistra e un ddl sulla doppia preferenza di genere di Francesco Russo (Pd), sempre impegnato sul tema della modifica della legge elettorale, unitamente al Pd. Al Consiglio fu richiesto di adottare un intervento correttivo dell’articolo 25 della legge regionale 17/2007 per introdurre la doppia preferenza. L’assenza di un meccanismo che favorisca l’elezione delle persone del genere meno rappresentato, costituisce perdurante e ingiustificata violazione di norme sia costituzionali che ordinarie. Risultano, infatti, non rispettate le disposizioni dell’articolo 51 comma 1 e 117 comma 7 della Costituzione che sanciscono, rispettivamente, che “Tutti i cittadini dell’uno e dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di uguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tal fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra uomini e donne” (art51 c.1 Cost.) e che “Le leggi regionali rimuovono ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli uomini e delle donne nella vita sociale”. Disattesa pure la previsione dell’articolo 4 della legge n. 165 del 2004 (come modificato dalla legge n. 20 del 2016), che individua proprio nella doppia preferenza di genere una delle modalità di attuazione dell’obbligo di promozione delle pari opportunità tra donne e uomini nell’accesso alle cariche elettive e che alla lettera c-bis in particolare stabilisce che “qualora la legge elettorale preveda l’espressione di preferenze, in ciascuna lista i candidati siano presenti in modo tale che quelli dello stesso sesso non eccedano il 60% del totale e sia consentita l’espressione di almeno due preferenze, di cui una riservata a un candidato di sesso diverso, pena l’annullamento delle preferenze successive alla prima”. Senza dilungarmi nelle violazioni di altre norme di carattere internazionale (trattati Onu, convenzione Cedaw 1979), i ripetuti pareri della Commissione regionale per le Pari opportunità, prendo atto con soddisfazione che l’immobilismo della Regione e la mancata inclusione del meccanismo correttivo ha indotto le associazioni a fare un ulteriore passo, un’azione giudiziaria, già calendarizzata per il 27 novembre. Grazie alle straordinarie donne del mondo associativo che riusciranno a dare un segnale forte a un grave vulnus perpetrato nel tempo, un’omissione illegittima mai sanata che blocca l’effettiva parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive».

Ne parlano

Redazione

Ne parlano

Redazione
Redazione

Articoli correlati…