Islam: Fasiolo (Pd), Cisint cambi rotta e fermi sua “guerra santa”

Pubblicato il martedì 05 Dic 2023

 

TRIESTE 05.12.23 «Anziché continuare a spargere il seme dell’intolleranza verso gli stranieri di fede islamica, la sindaca leghista di Monfalcone potrebbe preoccuparsi, lei per prima, a dare una svolta alla sua comunità. Cambi rotta invece di portare avanti la sua “guerra santa”».

Lo afferma, in una nota, la consigliera regionale Laura Fasiolo (Pd) commentando le dichiarazioni del sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint sulla comunità islamica, dal palco di Firenze.

«È certamente un percorso lento, quello dell’integrazione, ma se non verrà mai avviato, mai porterà risultati di positiva convivenza e rispetto reciproco, obiettivi che con i metodi leghisti non si raggiungeranno mai» continua Fasiolo.

«Le dichiarazioni orgogliose di Cisint davanti a Salvini, di aver chiuso in breve tempo due aree di preghiera per motivi tecnici, perché fuori norma, sono una cartina di tornasole sul perché della radicalizzazione. L’intolleranza va inevitabilmente a rafforzare i segni identitari più intransigenti, fomenta i comportamenti oppositivi. Le famiglie islamiche si blindano in una chiusura sempre più marcata. Va rotto questo meccanismo, non possiamo aspettarci risposte concilianti vantandoci di aver chiuso due luoghi di preghiera. È vero che impressiona il velo alle bambine, è vero che le adolescenti devono relazionarsi in classe con i loro docenti a volto scoperto ed è sorprendente che ciò non avvenga e, al contrario, venga ammesso il burqa che impedisce ai docenti non solo la relazione ma persino l’identificazione di chi sta sotto il velo. Ma se ciò avviene nel silenzio totale significa che il direttore d’orchestra non ha promosso un rapporto di fiducia pervasivo sul territorio, non ha promosso la formazione dei genitori, non ha accolto con spirito di inclusione. Certo, è un processo difficile e lento ma va perseguito».

A Monfalcone, continua la consigliera dem, «dove gli abitanti di religione islamica raggiungono il 30 per cento, l’impegno di chi accoglie deve essere di forti politiche formative, di alfabetizzazione, un processo coraggioso, deciso e volto ad assumere dimensioni nuove di dialogo, confronto e apertura. Ma queste logiche, per le quali basta inseguire un pò il buon senso senza rivolgersi al “Crepet” di turno, non alimentano la paura né producono consensi immediati. Producono però convivenza tra culture, producono amicizia e portano alla soluzione dei problemi. Allora, cambiare rotta, sindaco».

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