TRIESTE 14.03.23 «Dopo i passi avanti su canoni ed energia gratuita, il recente appello di sindaci e comitati ad attuare le legge sulle grandi derivazioni a uso idroelettrico evitando un’ulteriore proroga delle concessioni scadute non va lasciato cadere nel vuoto. Per rendere ancora più efficace la norma approvata all’unanimità dal Consiglio regionale, tuttavia, è importante aumentare la tutela lavorativa di chi è chiamato a garantire la sicurezza ambientale, fissando delle regole sulla reperibilità cui sono tenuti i guardia dighe». Lo afferma il consigliere regionale Nicola Conficoni (Pd) primo firmatario di una proposta di legge che chiede di inserire all’interno della legge regionale 21 del 2020 “Disciplina dell’assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni d’acqua a uso idroelettrico” per disciplinare l’istituto della reperibilità dei guardiadighe.
«La reperibilità è necessaria ma il suo abuso va combattuto» commenta Conficoni sottolineando che «l’abuso non è una mera eventualità e ha costituito in un passato recente una prassi consolidata, oggi interrotta ma sempre riproponibile, che contrasta con la tutela delle condizioni di vita e lavoro del personale di guardiania nonché con una condotta degli impianti improntata alla massima sicurezza». Nel testo, Conficoni propone che il servizio di guardiania nelle dighe, «sia assicurato con continuità nell’intera durata della concessione per 24 ore al giorno organizzando il lavoro del personale addetto mediante turno ordinario, continuo e avvicendato (ore 06-14, 14-22, 22-06)». «L’organizzazione – si legge nella norma proposta dal consigliere dem – è finalizzata ad assicurare adeguate condizioni di vita e lavoro agli addetti del servizio nonché la sicurezza dell’esercizio degli impianti. La medesima organizzazione è prevista per gli impianti del concessionario funzionali all’esercizio e alla sicurezza delle dighe»
