Fotovoltaico: Martines-Pozzo (Pd), megaparchi avanzano, Regione ferma

Pubblicato il martedì 03 Set 2024

 

Trieste, 03.09.24 «Gli stravolgimenti che stanno subendo diverse fette del territorio non sono accettabili, come non è ammissibile che tutto passi sulla testa dei sindaci e dei territori stessi. E mentre i megaparchi agrivoltaici avanzano, la Regione (sia Giunta che consiglieri di centrodestra) non solo continua a restare completamente immobile e inerme, ma autorizza tali impianti continuando a ignorare il problema, visto che non si dota degli strumenti necessari per affrontarlo». Lo affermano i consiglieri regionali Francesco Martines e Massimiliano Pozzo (Pd) in riferimento alla richiesta di realizzare un impianto per la produzione di energia di circa 17 ettari tra Santa Maria la Longa e Bicinicco.

«Questo non è affatto il primo episodio, l’emergenza denunciata da anni dai sindaci, sta diventando infatti strutturale, con problematiche che si replicano da anni». Poco più di un mese fa – ricordano i due esponenti dem – è passato in commissione il Piano energetico regionale dove un corposo capitolo è dedicato al fotovoltaico e alla necessità di individuare le aree idonee a seguito del recente decreto ministeriale. «Ci chiediamo che tutele ambientali e paesaggistiche hanno questi territori, se si sta tendendo conto dell’impatto sui cittadini e sulle aziende vicine (tra cui diverse di notevole valore produttivo), che controlli ci saranno sul valore agricolo del progetto e quali benefici energetici ci saranno per la popolazione. Quello che è chiaro, per ora, è che si calpestano le prerogative dei territori e di chi è stato eletto per governarli, i sindaci ai quali viene fatto passare tutto sopra la loro testa. Lo sviluppo va sostenuto, ma allo stesso tempo vanno preservati i territori da interessi di parte e speculazioni e per fare questo i sindaci hanno bisogno di strumenti e sostegno che dalla Regione continuano a non arrivare». Oltre alla necessità di normative, concludono Martines e Pozzo, «serve un’azione politica (vista anche l’affinità tra governo regionale e nazionale) a difesa del territorio, per trovare rapporti ragionevoli fra la dimensione del territorio e quella degli impianti realizzati da questi grandi gruppi».

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