TRIESTE 08.02.24 «Il disagio giovanile sta assumendo dimensioni e contorni sempre più importanti e preoccupanti e per questo va contrastato con azioni forti sia sul mondo scolastico, passando dal sistema dei bonus a quello dei servizi come lo psicologo scolastico, sia sul fronte socio-sanitario attraverso il rafforzamento dei consultori». Lo affermano i consiglieri regionali, Manuela Celotti, Laura Fasiolo, Massimiliano Pozzo e Francesco Martines (Pd), a margine dell’audizione sul tema del disagio giovanile.
La consigliera Celotti, intervenendo in Aula ha sottolineato la «necessità di un potenziamento dei consultori rispetto ai servizi destinati ai giovani, come il supporto psicologico e la presenza informativa e di supporto nelle scuole, passando dal paradigma del bonus a quello dei servizi garantiti. L’importanza degli psicologi nelle scuole, attualmente presenti in un numero troppo limitato di istituti, è emersa dagli stessi giovani intervenuti oggi in commissione. Un servizio questo, che potrebbe intersecarsi con i servizi specialistici (servizi di salute mentale e per le dipendenze) delle diverse Aziende sanitarie, rispetto ai quali esistono notevoli margini di miglioramento, anche valorizzando buone prassi come quelle presenti in Asugi e Asfo, che prevedono specifici progetti dedicati agli adolescenti». Inoltre, ha sottolineato ancora Celotti, «per i giovani più in difficoltà, un’altra pista di lavoro è quella dei servizi di bassa soglia, dalle equipe di strada, ai centri di aggregazione posti nei quartieri più in difficoltà. Servizi che funzionano se si innestano in un lavoro di comunità, e che richiedono forme di co-programmazione e co-progettazione, che potrebbero trovare sede nei piani di zona, coinvolgendo Comuni, Ambiti, Servizi sanitari e Terzo settore impegnato nel sociale, ma anche nello sport e nelle attività ludico-ricreative. Spiace constatare – conclude Celotti – l’assenza dell’assessora Rosolen e dell’assessore Riccardi, dato che la discussione ha toccato in modo evidente le loro materie di competenza».
Di necessità di istituire la figura dello psicologo scolastico ha parlato anche Fasiolo: «Il problema della dispersione scolastica e i disagi che vivono gli studenti e di riflesso le famiglie vanno affrontati in maniera strutturale attraverso il servizio dello psicologo scolastico, una previsione presente anche nel disegno di legge che avevo presentato in Senato nel 2017. La scelta fatta dalla Giunta di puntare esclusivamente sui “bonus” è sbagliata e rappresenta un’occasione persa per un concreto contrasto al disagio e alla dispersione scolastica e aiuto quindi a studenti, docenti e famiglie» afferma Fasiolo che aveva presentato un emendamento alla legge di Stabilità 2024 attraverso il quale chiedeva di rafforzare i Centri di informazione e consulenza prevedendo quindi il sostegno psicologico attraverso professionisti presenti nelle sedi scolastiche.
«Chiudere a questa ipotesi, presente peraltro in tutte le scuole europee, e puntare sui bonus psicologici affinché gli studenti si rivolgano a professionisti esterni al mondo della scuola è sbagliato proprio perché la presenza di un figura interna alla scuola ha il valore di sentinella del disagio e di interlocutore della comunità scolastica. I docenti, dal canto loro, non possono far fronte a una moltitudine di problemi e disagi, ma devono essere supportati nel loro lavoro di insegnanti. La figura dello psicologo scolastico sostiene dunque i docenti perché interagiscano in maniera corretta e gli studenti, aiutandoli a interfacciarsi con le loro difficoltà, con le problematiche decisamente complesse del mondo adolescenziale, nel tentativo di superarle».
A margine della commissione interviene anche il consigliere Pozzo: «Si deve cogliere fino in fondo la portata travolgente del digitale che già ora ha impatti notevolissimi e ne avrà ancora di più in futuro. Cambia per i ragazzi e i giovani il modo di apprendere, conoscere ma soprattutto di stare al mondo e di relazionarsi con gli altri. Cambia il sapere, il giudicare ma anche il sentire.
Capire questo significa lavorare a 360° per rafforzare in via prioritaria 3 ambiti: educazione digitale; educazione civica; educazione emotiva».
Infine, Martines sottolinea come «l’audizione ha contribuito a mettere ancor più in luce situazioni che tutti noi conosciamo, come il bullismo nelle sue diverse forme, l’utilizzo distorto dei social, l’abbandono scolastico, il disagio psicologico dei giovani con le famiglie che non riescono più a gestire queste difficili situazioni. Accanto alla necessaria azione delle istituzioni, attraverso politiche di prevenzione sulle famiglie e sulle scuole – continua Martines – è necessario investire sul ruolo che può svolgere il volontariato nelle sue articolazioni associative sul territorio, sia esso con funzioni sportive, culturale, sociali. Se la famiglia è in difficoltà, può essere la comunità a sopperire in parte con tutte il suo mondo associativo, che crea rete e da sicurezza agli stessi giovani».