MORETTI: Invito al Governo a sospendere la procedura di ulteriore privatizzazione di Poste Italiane

Pubblicato il mercoledì 06 Mar 2024

Mozione

Invito al Governo a sospendere la procedura di ulteriore privatizzazione di Poste Italiane

Proponenti: Moretti, Moretuzzo, Capozzi, Bullian, Carli, Celotti, Conficoni, Cosolini, Fasiolo, Honsell, Liguori, Martines, Massolino, Mentil, Pellegrino, Pisani, Pozzo, Putto, Russo

Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia,
PREMESSO che il 25 gennaio scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato, in via preliminare, un provvedimento che regolamenta l’alienazione di una quota – attualmente al 29.26% – della partecipazione detenuta dal Ministero dell’economia e delle finanze (le altre partecipazioni sono di Cassa Depositi e Prestiti al 35% e la rimanente di privati istituzionali e non) nel capitale di Poste Italiane S.p.a., tale da mantenere, secondo le dichiarazioni degli esponenti del Governo, comunque una partecipazione dello Stato, anche indiretta, che assicuri il controllo pubblico;
RILEVATO come tale operazione di alienazione della partecipazione detenuta dal MEF – dal valore di circa 3,8 Miliardi di euro – sembra rispondere esclusivamente all’esigenza di recuperare risorse per il Bilancio dello Stato, mentre la Società è in buona salute finanziaria, con un fatturato 2023 di oltre 12 miliardi di euro, un utile netto di 1,9 miliardi di euro, ed una quota unitaria di dividendo che – dal 2012 al 2023 – è quadruplicata, passando da 0,19 €/azione a 0,80 €/azione;
RILEVATO come i dati occupazionali relativi all’azienda Poste Italiane S.p.A. in Friuli Venezia Giulia hanno visto, dal 2010 al 2021, un calo di poco più di mille unità (1.025 per la precisione), passando da 3.155 a 2.130 dipendenti e che le ore di lavoro straordinario complessive, rese dal personale dipendente nella nostra regione, dal 2020 al 2022, sono aumentate in maniera considerevole, passando da poco più di 48mila (2020) a più di 64mila (2022);
RICORDATO che recentemente si è svolto un incontro richiesto dalle organizzazioni sindacali regionali Slp-CISL, Slc-CGIL, UILposte e Failp-CISAL, con il presidente regionale dell’Anci, nel quale si è discusso delle possibili ricadute in termini di presidio del territorio e di servizi che l’ipotesi di privatizzazione di Poste Italiane potrebbe generare in un territorio come il Friuli Venezia Giulia, caratterizzato da aree rurali e piccoli comuni dove la presenza di Poste Italiane risulta essenziale per la vita delle comunità locali;
CONDIVISE le preoccupazioni espresse dalle OO.SS. sulle possibili ricadute negative dell’operazione di ulteriore privatizzazione di Poste Italiane, per quanto riguarda il mantenimento di uffici postali in aree periferiche della nostra regione, che spesso rappresentano l’unico presidio per assicurare servizi di pubblica utilità ai cittadini e alle fasce più deboli della popolazione;
RICORDATO che la prima operazione di privatizzazione di Poste Italiane è avvenuta nell’ottobre del 2015 e che il conseguente piano di razionalizzazione degli uffici postali ha già prodotto negli anni successivi vere e proprie chiusure se non pesanti riduzioni degli orari di apertura di molti sportelli di molte realtà locali, situazione che ha prodotto anche nella nostra Regione un contenzioso con Poste Italiane significativo;
CONSIDERATO l’impegno preso dall’Amministratore delegato dell’azienda Matteo Del Fante di fronte alle più alte cariche dello Stato il quale, con i fondi legati al PNRR – Progetto Polis che riguarda una platea di 5mila piccoli comuni in Italia e una larga parte dei 215 comuni della nostra regione – di tenere aperti gli uffici postali anche nei piccoli centri, per garantire l’erogazione di servizi per conto della pubblica amministrazione e per favorire la digitalizzazione delle aree rurali;
PRESO ATTO che è in corso a livello nazionale una trattativa sindacale per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di lavoro sulla quale la vendita di un’ulteriore quota azionaria al privato rischierebbe di inficiare il buon esito della trattativa stessa;
VERIFICATO che ad oggi Poste italiane non assicura in alcun modo il ripristino degli orari di apertura ordinari del periodo “ante covid” degli sportelli postali, un servizio efficiente di recapito della posta (continui sono i disservizi segnalati pubblicamente), a causa della grave carenza di personale, conseguenza inevitabile del perseguimento non tanto del profitto, quanto della resa del dividendo azionario, a discapito dell’erogazione dei servizi anche in aree periferiche e non del Paese e della Regione Friuli Venezia Giulia.
Tutto ciò premesso,
IMPEGNA
la Giunta regionale a far pervenire al Governo, nell’ambito della Conferenza unificata Stato – Regioni, tenuto conto anche del ruolo del Presidente Fedriga, una richiesta di immediata sospensione dell’iter per la cessione delle quote di Poste Italiane detenute dal MEF, al fine di effettuare una più approfondita valutazione della situazione in essere, quanto meno per garantire in futuro, anche in caso di ulteriore parziale privatizzazione di Poste Italiane S.p.A., i servizi minimi forniti dagli uffici postali anche nelle aree marginali del Paese.

Diego Moretti

Moretuzzo, Capozzi, Bullian, Carli, Celotti, Conficoni, Cosolini, Fasiolo, Honsell, Liguori, Martines, Massolino, Mentil, Pellegrino, Pisani, Pozzo, Putto, Russo

Presentata alla Presidenza il 6 marzo 2024

1079 - MOR mozione Poste_Italiane

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