40° terremoto: Agnola, intitolare Auditorium Udine a Comelli

Risollevò il Friuli utilizzando l’Autonomia

UDINE (09.02.16). «In occasione delle celebrazioni del 40° anniversario del terremoto del Friuli si intitoli l’Auditorium della sede della Regione di Udine alla memoria del presidente Antonio Comelli in ricordo e in omaggio alla sua opera e a quella di tutti coloro che resero possibile la rinascita del Friuli dalle macerie del terremoto del 1976». A chiederlo alla Giunta è una mozione condivisa dai tre gruppi di maggioranza (Pd, Sel e Cittadini) e che vede come primo firmatario il consigliere regionale del Pd, Enio Agnola, per evidenziare la figura di Antonio Comelli, presidente della Giunta Regionale dal 1973 al 1984, ricordato come il presidente della Ricostruzione.
«Ricordiamo tutti come la risposta decisiva del presidente Comelli e della classe politica di allora di fronte a questo disastro fu rappresentata innanzitutto dalla scelta di affrontare la ricostruzione, esercitando i principi dell’autonomia e del decentramento che presero forza da un rapporto di fiducia fra tutti i livelli istituzionali, dallo Stato agli Enti Locali: il 13 maggio del 1976 – ricorda Agnola – il Consiglio dei ministri approvò il decreto legge contenente misure urgenti per il Friuli, un provvedimento che non aveva precedenti nella storia della legislazione italiana per ampiezza di finanziamenti, di deleghe e di nuovi istituti affidando direttamente alla Regione la gestione della ricostruzione e la facoltà di delegare compiti e funzioni ai Comuni colpiti».
Secondo Agnola e tutti i firmatari della mozione, «la figura del presidente Antonio Comelli, meglio di ogni altra, riassume l’intero percorso compiuto dal popolo friulano dalla tragedia del terremoto alla ricostruzione, riunendo simbolicamente i valori fondanti di questa straordinaria esperienza storica, quali il volontariato nazionale e internazionale, il ruolo di tutte le istituzioni, la Chiesa friulana guidata dal suo Arcivescovo Alfredo Battisti, la solidarietà dello Stato italiano, gli aiuti e le sottoscrizioni giunte da tutto il mondo, con le famiglie friulane determinate a ricostruire il proprio “fogolar” com’era e dov’era».
Il presidente Comelli ricordò la gravità di quella assunzione di responsabilità con queste parole: «Prima che il Consiglio dei ministri approvasse la legge, il presidente Moro chiese ai presenti (il senatore Toros, il ministro del Lavoro, Bressani e il presidente della Giunta): “Ve la sentite di assumere questa responsabilità?” La risposta non è stata immediata. Si avvertiva in quel momento, seppure in modo confuso, la complessità e la vastità dei compiti e quindi l’onere che un tale impegno avrebbe comportato. Fu data, tuttavia, una risposta positiva».