Le forze economiche non rinuncino a un elemento per lo sviluppo del tessuto economico
«La mancanza di idee nuove per l'orizzonte futuro dell'ente fieristico di Udine è emerso dalle intenzioni espresse dall'amministratore, Gomiero che ha parlato di una tripartizione di edifici: una prima destinazione è quella rivolta alla formazione, proprio mentre il Comune di Udine parla di altri siti. Poi c'è lo spazio rivolto alla sanità, anche se a oggi non risulta nulla, in tal senso, in alcun atto di programmazione dell'Asufc. E infine parla di una porzione riservata ai concerti. Per quanto riguarda la parte fieristica, non c'è nulla di nuovo e si pensa solo alle tre principali fieri esistenti: Casa Moderna, Idea Natale e Agriest. Mentre i soci della Fiera di Udine parlano di mattoni, di contro è necessario che tutte le forze economiche che ancora considerano la Fiera un asset per le imprese, facciano massa critica per evidenziare quali siano le esigenze del sistema produttivo, non rinunciando a un elemento per lo sviluppo del nostro tessuto economico. La responsabilità dei soci – conclude – è evidente: in un momento di forte cambiamento, guardare a una politica conservativa significa decretare la chiusura della Fiera di Udine».