Ater: Conficoni (Pd), la Lega sceglie le poltrone sacrificando i servizi

Pubblicato il giovedì 27 Mag 2021

Se nel precedente assetto la Regione spendeva circa 250mila euro per due stipendi dei direttori Ater di Udine e di Pordenone, ora la spesa è salita a circa 400mila euro per pagare due Cda e tre stipendi.

27.05.21 «La Lega e il centrodestra confermano, con le proprie scelte, di preferire l'esercizio del potere, anche attraverso la distribuzione di poltrone, anziché garantire livelli di qualità dei servizi ai cittadini. È successo con la riforma dell'Ater, dove a seguito dell'introduzione di nuovi cda e di un direttore unico per Pordenone e Udine, non solo sono aumentati costi, ma si è anche ridotta l'operatività di un ente importante per le risposte che dovrebbe dare a famiglie più bisognose e per il contributo alla rigenerazione urbana». Lo afferma il consigliere regionale del Pd, Nicola Conficoni a margine della risposta alla sua interrogazione, discussa oggi in IV commissione, con la quale chiedeva di conoscere i “risparmi derivanti dalla nomina del nuovo direttore generale Ater Pordenone e Udine”.
«Se nel precedente assetto la Regione spendeva circa 250mila euro per due stipendi dei direttori Ater di Udine e di Pordenone, ora la spesa è salita a circa 400mila euro per pagare due Cda e tre stipendi. Infatti oltre allo stipendio per il nuovo direttore a scavalco tra le due province, che non era in organico, restano ovviamente in carico anche gli stipendi dei due vecchi direttori, rimasti in organico ma con altri ruoli apicali. Ora ci troviamo dunque nell'assurda situazione in cui è stata sacrificata una posizione chiave per l'iniziativa concreta soprattutto dell'Ater di Pordenone e parallelamente si foraggiano poltrone che non contribuiscono in alcun modo alla sua operatività».
Infine, considera Conficoni, «a fronte delle ridotte risorse messe a disposizione dalla Regione per la costruzione di nuovi alloggi, almeno si faccia qualcosa di buono e si colga l'opportunità messa a disposizione con il superbonus cento per cento (voluto dal governo Conte 2) per riqualificare il patrimonio edilizio esistente».

 

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Nicola Conficoni

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