Si tratta di una tappa importante di un percorso iniziato negli anni ’60, in tempi molto più complessi di quelli attuali, con gli allora sindaci Michele Martina e Josko Strukely.
«Il momento storico che tutti stiamo attraversando, con le sue enormi difficoltà, impone una coesione ancora più forte e l'abbandonando di certe posizioni di chiusura nocive per tutti. Questo riconoscimento, sperato e rincorso, deve essere un simbolo di tutela delle diversità intese come elementi che possono arricchire comunità anche differenti. Questo sia in chiave culturale, sia per lo sviluppo di nuovi e più forti rapporti economici. Il nostro auspicio è che dopo la sbornia per il risultato ottenuto, non si torni ad atteggiamenti di chiusura ma che si guardi a politiche di apertura vere e non strumentali e che le risorse ingenti investite dalla Regione siano utilizzate per progetti veri di sviluppo e non per inutili cattedrali nel deserto».