Covid: Moretti (Pd), chiusura terapia intensiva a Gorizia, schiaffo per tutto isontino

«Il territorio merita risposte serie e concrete da parte dell’assessore regionale alla Salute, non certo le solite rassicurazioni o risposte indefinite, poi smentite dai fatti»

TRIESTE 08.12.20 «Voci sempre più insistenti danno per certa la chiusura della terapia intensiva di Gorizia, lasciando così un ospedale senza personale esperto in ventilazione e urgenze, trasferito in toto a Trieste. L'intero territorio isontino riceve così un sonoro schiaffo che farà male per prima alla gente di quel territorio, che di fatto viene declassata». Lo afferma il vice capogruppo del Pd e segretario provinciale del Pd di Gorizia, Diego Moretti in merito alle notizie di chiusura del reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Gorizia.
«L'isontino, al pari di altri territori, merita risposte serie e concrete da parte dell'assessore regionale alla Salute, non certo le solite rassicurazioni o risposte indefinite, poi smentite dai fatti. Dal sindaco di Gorizia mi aspetto la consueta dichiarazione, che punterà a tranquillizzare tutti e ad accusare di strumentalizzazione chi la pensa diversamente, puntando il dito contro “quelli di prima”» commenta l'esponente dem.

«Inizialmente i tre reparti di medicina convertiti in reparti covid, che sulla carta avrebbero dovuti essere a bassa intensità, in realtà – ricorda Moretti – si sono trasformati in terapie subintensive con pazienti ventilati. Allo stesso modo, la medicina d'urgenza del pronto soccorso è stata trasformata in reparto covid con pazienti ventilati, con la presenza di un solo medico che deve occuparsi anche dei ricoveri non covid. La terapia intensiva di Gorizia accoglie pazienti post covid dalle terapie intensive di Trieste che hanno ancora bisogno di cure intensive. Lo stesso personale medico e infermieristico (oggi ridotto) della terapia intensiva poi, gestisce le urgenze di tutto l'ospedale e si trova costretto, visto che una parte di questo è stata già trasferita a Trieste, a fare turni aggiuntivi».