Covid: Conficoni (Pd), Pordenone resta fanalino di coda in Fvg sui tamponi

Durante questa seconda ondata le percentuali si sono alzate, ma tuttavia Pordenone resta ancora al di sotto di quelle degli altri territori

09.11.20 «Nonostante l'esperienza della prima ondata del coronavirus abbia segnato in maniera negativa il territorio della Destra Tagliamento più di altre zone del Fvg, per un'evidente mancanza di attenzione da parte della giunta Fedriga oggi la situazione non è cambiata: Pordenone resta fanalino di coda per i tamponi effettuati, soprattutto dove è più necessario, nelle residenze per anziani». Lo afferma il consigliere regionale del Pd, Nicola Conficoni, componente della commissione Salute, commentando i dati dell'ultimo rapporto “Covid 19 in Friuli Venezia Giulia”.
Secondo i dati della direzione centrale Salute, gli ospiti delle case di riposo presenti nel territorio dell'Azienda sanitaria Friuli Occidentale (Asfo), sono 1.878, il 19,3 per cento dei 9.745 accolti nelle diverse strutture della regione.
«I tamponi fatti nella Destra Tagliamento, però, – illustra Conficoni – nella prima ondata del coronavirus sono stati solo 750, l’8 per cento dei 9.451 eseguiti in Fvg, mentre durante la seconda 3.732, l’11 per cento dei 34.138 complessivamente effettuati fino allo scorso 3 novembre».
Nella prima ondata, continua l'esponente dem, «solo 296 dei 1.878 anziani nelle strutture della provincia di Pordenone, ossia il 15 per cento, sono stati sottoposti a tampone (sui 4.930 in tutto il Fvg). A Trieste e Gorizia, invece, ben il 70 per cento degli ospiti sono stati sottoposti al test. Durante questa seconda ondata le percentuali si sono alzate, ma tuttavia Pordenone resta ancora al di sotto di quelle degli altri territori se si considera che, mentre nelle case di riposo dell'Asugi si è arrivati a sfiorare la quasi totalità degli ospiti, con il 99,3 per cento, gli anziani sottoposti a tampone nel territorio dell'Asfo, dove si continua a registrare il maggior tasso di positivi, si sono fermati al 67 per cento del totale. Dai numeri impietosi della prima ondata, siamo passati a quelli negativi della seconda. La lancetta non si è comunque spostata: Pordenone mantiene il triste primato di territorio più trascurato, dove alcune strutture sono costrette a rivolgersi alla sanità privata per sopperire alle carenze di quella pubblica nonostante l’abnegazione degli operatori sanitari. Purtroppo, i molti segnali che questi ultimi e i cittadini hanno mandato alla Giunta e ai vertici dell'azienda sanitaria sulla situazione di fortissimo stress, le richieste di aiuto sono rimaste disattese».