La visita di Moretti e Cattarini al carcere di Gorizia

da Il Piccolo del 23 ottobre 2013

di Stefano Bizzi.
Detenuti, certo. Ma anche agenti di polizia penitenziaria. Nelle carceri ci sono pure loro. Le condizioni della struttura di via Barzellini li riguarda da vicino tanto e quanto chi sta in cella. A portare in primo piano la questione dal loro punto di vista è il consigliere regionale Diego Moretti. L’esponente del Partito democratico ieri ha visitato la casa circondariale goriziana insieme alla direttrice Irene Iannucci e all'avvocato Riccardo Cattarini, presidente della Camera penale del Tribunale di via Sauro. Al momento la funzionalità dell’istituto è ridotta a causa del primo lotto di lavori del tanto atteso intervento di recupero della struttura. Il cantiere ha temporaneamente sottratto spazi al già angusto carcere di via Barzellini, per questo i detenuti ospitati sono solo 21, metà dei quali in custodia cautelare. Iniziati durante l’estate, i lavori di adeguamento di un reparto detentivo e quelli di trasformazione funzionale dell’ex alloggio del comandante dovrebbero concludersi in primavera. Fino ad allora i disagi continueranno per tutti. «Entrare in un carcere è un’esperienza intensa: da cittadino avevo un’idea completamente diversa di questa realtà – ammette Moretti -. Se in una cella piccola due detenuti possono anche trovare una qualche forma di coesistenza; in uno spazio anche più grande, la convivenza di sette persone risulta impossibile. I disagi, ad ogni modo riguardano anche chi lavora. Gli uffici amministrativi e quelli della direzione sono poco dignitosi. Alla fine dell’intervento di riqualificazione, la situazione dovrebbe migliorare, ma sarebbe in ogni caso importante che la ristrutturazione andasse avanti con altri lotti d’intervento, visto e considerato che l’opportunità di realizzare un carcere fuori città è ormai tramontata». Moretti e Cattarini concordano sul fatto che è tempo di risolvere la questione delle pene brevi. Tra i detenuti di Gorizia, c’è una persona condannata a due mesi di reclusione per aver provocato un incidente stradale. «Bisogna prevedere pene alternative», dicono entrambi, sottolineando che i parametri andrebbero rivisti anche per la carcerazione preventiva: «La pericolosità di un individuo deve essere valutata seriamente», precisa il presidente della Camera penale goriziana, aggiungendo poi: «ma con parametri diversi». «Tra le altre cose che mi hanno colpito – prosegue Moretti – c’è la grande umanità dimostrata dagli agenti di polizia penitenziaria. Fanno un lavoraccio in situazioni al limite, ma riescono comunque a coinvolgere i detenuti nelle attività». In questo senso, dal punto di vista igienico- sanitario il carcere goriziano, si presenta in condizioni migliori rispetto alla media delle case di pena italiane. «Tutti i giustizialisti di complemento che vorrebbero vedere mezza Italia dietro le sbarre dovrebbero passare una mattina in carcere come abbiamo fatto noi. Vedrebbero che è anche un luogo di lavoro. Una prospettiva, questa che si dimentica sempre», conclude Cattarini ricordando che al carcere di Gorizia lavorano 40 persone.