Consorzi industriali: Moretti (Pd), fusione tra Gorizia e Monfalcone operazione di facciata politica per Lega e Fi

Prendiamo atto che il centrodestra goriziano e isontino compie l’ennesima giravolta

03.12.18. «Prendiamo atto che il centrodestra goriziano e isontino compie l’ennesima giravolta: dopo la Sanità, sulla quale Lega, Fi e Progetto Fvg non si fanno scrupoli a svendere il territorio isontino a Trieste, dopo aver difeso nel 2015 un punto nascita che faceva 250 parti all’anno, siamo alla fusione dei due Consorzi Industriali di Gorizia e Monfalcone (pare con l’aggiunta di Ezit Trieste e con una futura nuova società di logistica regionale su più poli territoriali). È da quasi vent’anni che il centrosinistra sostiene tale ipotesi (reso possibile per legge con la legge Rilancimpresa del 2015), sempre contrastata dal centrodestra goriziano e monfalconese, che fintamente nel 2016 volle inserire anche l’allora agonizzante Sdag (nel super-consorzio goriziano poi evaporato) per far fallire l’operazione». A dirlo è il consigliere regionale del Pd, Diego Moretti, a seguito della notizia della progettazione del super-ente che vuole mettere assieme il consorzio industriale di Monfalcone con quello di Gorizia.
«Il forzista Giuseppe Nicoli nel settembre del 2015 commentava la possibile fusione tra il consorzio di Gorizia e quello di Monfalcone, come la sintesi per riaffermare il controllo sul piano politico del comparto industriale, definendolo “il solito valzer per l’occupazione delle caselle e poltrone politiche dell’Isontino”. Chiedo a Nicoli: oggi non è più così? Cos’è cambiato da allora? Quando vedo la foto a suggello dell’accordo – che sembra più l’immagine di un funerale che di un matrimonio – e che in tale foto mancano soci importanti come i Comuni di Staranzano e Ronchi (ovviamente non coinvolti), penso si tratti solo di un’operazione di facciata di Lega e Forza Italia (con la “benedizione” della Camera di Commercio?) per dire “finora abbiamo sbagliato e ripartiamo”. Al momento siamo alle dichiarazioni d’intenti e nulla più: vedremo se i prossimi mesi ci diranno qualcosa di più».