«Se i sindaci di centrodestra, per assecondare le idee del ministro Salvini, dichiarano di essere daccordo con l’apertura di nuovi Cie allora passino dalle parole ai fatti»
«I limiti dei Centri di identificazione e espulsione li hanno spiegati bene i sindaci di Gradisca che in questi anni si sono succeduti: evidentemente ciò non è ancora chiaro a qualcuno, perché permane il disagio per la comunità, sia in termini di sicurezza che ordine pubblico. Si tratta infatti di incarcerare centinaia di persone senza che i Cie abbiano alcuna caratteristica logistico-strutturale di centro detentivo, distogliendo al territorio risorse umane dedicate al presidio del territorio». Ma oltre al primo cittadino di Gorizia, Moretti ricorda anche al sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint, che «la situazione di Monfalcone, nella sua complessità, non ha nulla a che fare con i profughi e i richiedenti asilo, ma solo con stranieri in possesso di regolare permesso di soggiorno, quindi tutt’altra fattispecie». Infine, conclude Moretti, «non è secondario il fatto che le strutture individuate (Cara di Gradisca e Caserma Cavarzerani di Udine) sono inadatte per quello che vorrebbero fare Fedriga e Salvini e che avranno bisogno di ingenti investimenti di denaro pubblico: se qualcuno pensa di nascondere la polvere sotto il tappeto chiudendo i profughi nei Cie sbaglia. Il Pd, con l’ex ministro dell'Interno, Marco Minniti, negli ultimi due anni ha diminuito gli sbarchi del 78 per cento. La Lega, oggi al Governo, dimentica di aver regolarizzato nel 2002 quasi 700mila clandestini con la legge Bossi-Fini e di aver approvato il regolamento di Dublino II (oggetto oggi di aspre critiche) con il governo Berlusconi. Le campagne elettorali, comunali, regionali e nazionali, sono finite ed è giunto il tempo delle scelte e della responsabilità».