INTERROGAZIONE

Oggetto: Per una Azienda Sanitaria che sia un soggetto attivo del sistema integrato dei servizi sociali.  

PREMESSO che la Regione FVG, in conformità con quanto stabilito dagli art. 117 e 118 della Costituzione e dalla Legge n.ro 238 dd.8 novembre 2000, ha previsto mediante la L.R. 6/2006 l’istituzione di un sistema integrato di interventi finalizzati alla promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza sociale; 
ATTESO che un progetto organico rivolto alla promozione e tutela dei servizi erogati nella sfera del sociale deve necessariamente guardare al miglioramento della qualità della vita, alla tutela dell’autonomia individuale, della coesione sociale e della prevenzione, riduzione e eliminazione delle condizioni di bisogno, di disagio e di esclusione individuale e familiare e alla garanzia delle pari opportunità e della non discriminazione;
RILEVATO che in questi anni si è assistito ad un progressivo impoverimento delle varietà dei servizi che le Aziende Sanitarie hanno trasferito di fatto, attraverso degli appalti, quasi in toto alle cooperative sociali di grosse dimensioni che sono le sole in grado di garantire le prestazioni “chiavi in mano” delle attività previste;
SEGNALATO che, contrariamente a quanto previsto dalla L.R. 6 del 2006, le ASS demandano alle Cooperative stesse l’opportunità o meno di avviare rapporti collaborativi con gli altri enti del terzo settore e privato sociale;
EVIDENZIATO che il controllo, la vigilanza e l’orientamento delle politiche sociali sono delle prerogative che dovrebbero rimanere in capo ai Comuni che hanno affidato i servizi socio-assistenziali alle Aziende Sanitarie, quando invece, dal momento che quest’ultime affidano in toto i medesimi servizi alle Cooperative con appalti chiavi in mano, l’esercizio di queste funzioni viene meno, innescando nel contempo il meccanismo dello scarica barili di modo che  nessuno sarà responsabile di alcun ché;
RICORDATO che, per chiara ammissione dell’ASS3, le strutture offrono solo servizi standard di vitto, alloggio e sorveglianza; e che mancano le diagnosi funzionali che permettono agli operatori di agire con gli assistiti nel migliore dei modi;
 RICHIAMATO come i familiari e gli assistiti non hanno alcun diritto di scelta dal momento che non vengono informati della possibilità di avvalersi di servizi “altro dai centri ”, pur essendo convenzionati e regolarmente autorizzati (anche se a costi inferiori e qualitativamente più adatto alle esigenze dell'utente) 
EVIDENZIATO inoltre che le tariffe (orarie e giornaliere) accordate alle Cooperative, anche in confronto alle tariffe imposte dalla vicina Regione Veneto, sono esorbitanti e che risulta evidente la sperequazione rispetto ad altre strutture convenzionate;
CONSIDERATO che le scelte di cui sopra hanno modificato – il più delle volte interrompendo – i rapporti di collaborazione con i tradizionali partner del sistema integrato, quali gli operatori privati del sociale e dell’agricoltura e del terzo settore, riducendo inoltre in maniera significativa i fondi a disposizione, di modo che è stata limitata, e quindi ridotta, la fruizione dei servizi;
TUTTO CIO’ PREMESSO il sottoscritto Consigliere Regionale interroga il Presidente della Regione e l’Assessore Regionale competente per sapere:

  • Che cosa si intenda fare per ripristinare una situazione in cui le Aziende Sanitarie, invece di limitarsi ad esercitare il ruolo di responsabile di un appalto, possano nuovamente diventare dei soggetti attivi del sistema integrato dei servizi sociali;
  • Che cosa intenda fare per coinvolgere in maniera attiva tutti i soggetti che agiscono a vario titolo nella gestione del sistema integrato dei servizi sociali con l’obiettivo di implementare in maniera adeguata l’erogazione delle prestazioni.

 
Enzo Marsilio
 
Trieste, 10 dicembre 2018
 

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