COSOLINI: Relazione del Comitato LCV sulla Relazione stato di attuazione LR 21/2014

Relazione del Comitato per la legislazione, il controllo e la valutazione (Relatori Cosolini e Turchet) sulla Relazione sugli adempimenti in materia di diritto allo studio universitario previsti dalla Legge regionale 21/2014 e realizzati da ARDISS – Triennio 2015-2018

Egregio Presidente, egregi consiglieri,
Il Comitato per la legislazione, il controllo e la valutazione, nella seduta del 25 gennaio 2022, ha esaminato la Relazione triennale sull’attuazione e gli effetti della legge regionale 14 novembre 2014, n. 21 (Norme in materia di diritto allo studio universitario), ai sensi dell’articolo 138 quinquies del Regolamento interno, che stabilisce che il Comitato esamini i contenuti delle relazioni informative pervenute in attuazione di clausole valutative e ne riferisca all’Assemblea.
La relazione giuntale riguarda gli anni accademici 2015/2016, 2016/2017 e 2017/2018 ed è stata presentata in attuazione dell’articolo 1o (clausola valutativa) della legge regionale 21/2014, che prevede che, entro sei mesi dalla chiusura di ciascun triennio, la Giunta regionale presenti al Consiglio un rapporto di valutazione che, sulla base di apposita relazione di rendicontazione da parte dell’ARDISS, documenti i risultati conseguiti, rispondendo a specifici quesiti.
L’Agenzia Regionale per il Diritto agli Studi Superiori (ARDISS) gestisce per conto della Regione tutti i servizi sia economici (borse di studio, prestiti e contributi) che di accoglienza (servizi abitativi, ristorazione, trasporti, mobilità internazionale, ecc) forniti agli studenti, oltre alle spese relative alla manutenzione ordinaria e straordinaria degli immobili e delle mense e alle garanzie. Nel sistema degli interventi legati al diritto allo studio, oltre agli studenti di università, conservatori e Accademia delle belle arti, rientrano anche quelli degli Istituti tecnici superiori (ITS).
Nel periodo considerato si è registrata una diminuzione della popolazione universitaria regionale, legata anche al decremento della popolazione potenziale (residenti in regione 19-25 anni). In particolare, gli iscritti complessivi alle università regionali sono scesi dai 33.600 dell’anno accademico 2012/13 ai 31.300 del 2017/18, con una flessione complessiva del -7%, di cui -10% per l’Università di Trieste e -4,5% per quella di Udine e un aumento di iscritti alla SISSA. Nel periodo è conseguentemente diminuito anche il numero dei laureati, mentre si è avuto un aumento dei diplomati al conservatorio Tartini e all’Accademia di belle arti. Il tasso di conseguimento delle lauree sia di primo livello che magistrali ha registrato un picco nel 2016 e una successiva discesa nel 2017, attestandosi rispettivamente al 36% e al 20%; il tempo di conseguimento della laurea è di circa 4,5 anni mentre il tasso di abbandono è sceso dal 13% del 2012 all’8,9 % del 2018.
Per quanto riguarda i servizi abitativi gestiti direttamente da ARDISS, gli immobili sono stati oggetto di diversi interventi di manutenzione e di fornitura arredi, che hanno mantenuto stabile il numero di posti disponibili, con una diminuzione dei posti alloggio nel solo polo di Trieste, dove c’è stata una diversa destinazione del complesso Urban. Sebbene il numero di domande fosse superiore alle disponibilità, il fabbisogno è stato pienamente soddisfatto per effetto delle rinunce successive. Per quanto concerne i servizi gestiti in forma indiretta, per i contributi alle strutture convittuali accreditate, volti ad abbattere le rette degli studenti, le domande hanno registrato un trend crescente e sono state tutte soddisfatte. La spesa sostenuta, così come quella per i contributi per l’abbattimento dei canoni di locazione, è aumentata in modo rilevante negli anni accademici 2017/18 e 2018/19 a seguito dell’estensione dei contributi agli studenti assegnatari della Casa dello Studente di Viale Ungheria a Udine, indisponibile a causa di lavori di ristrutturazione.
L’ARDISS, attraverso la stipula di contratti o convenzioni annuali o pluriennali, mette a disposizione punti mensa nelle sedi di Trieste, Udine, Gemona, Gorizia, Padova, Pordenone e Portogruaro, che hanno registrato un trend stabile di utenti. I servizi relativi al trasporto pubblico locale vedono invece una diminuzione nel tiraggio nell’anno accademico 2016/17, determinato dall’assenza del finanziamento degli abbonamenti mensili, poi ripristinato nell’anno successivo.
I beneficiari delle borse di studio, destinate agli studenti capaci e meritevoli ma privi di mezzi, con un importo variabile in base all’ISEE e a seconda che siano fuori sede, pendolari o in sede, sono stati 5.000 circa negli anni accademici 2016/17 e 2017/18 e 5.500 nel 2018/19, con una spesa salita da 16 a 17,8 milioni di euro. Nonostante il trend di richiesta crescente, tutte le domande idonee sono state soddisfatte. Sono stati inoltre garantiti i contributi di natura straordinaria a sostegno di situazioni di sopravvenuto disagio, i contributi per la mobilità internazionale e le collaborazioni 175/200 ore per attività di orientamento e front office offerti ad altri studenti e sono stati infine offerti, attraverso la stipula di appositi contratti e convenzioni, i servizi culturali e sportivi.
Sotto il profilo delle entrate dell’ARDISS sono aumentati sia il fondo integrativo statale che i trasferimenti regionali, con uno stanziamento complessivo che è salito dai 9,5 milioni del 2015 ai 16 milioni del 2018.
In riferimento infine alla partecipazione del Comitato degli studenti alla programmazione, sono stati garantiti sia un confronto informale in sede di predisposizione delle Linee guida, sia le previste convocazioni prima dell’adozione del Programma triennale, con ampia partecipazione degli studenti che hanno fornito un valido contributo.
Nella discussione in Comitato, che ha visto la partecipazione anche dei componenti della VI Commissione, è emersa una valutazione decisamente positiva dell’ampio e articolato sistema di interventi messi in campo, con particolare riferimento ai profili del totale soddisfacimento delle domande, del rilevante numero di assegnatari delle borse di studio e dell’estensione dei servizi agli studenti degli Istituti tecnici superiori. Andrebbero però analizzate le ragioni del calo degli iscritti alle Università negli anni di riferimento, per verificare se esso sia riconducibile al solo decremento demografico o anche ad ulteriori dinamiche, pur tenendo conto che, come precisato dall’Assessore in seduta, la nostra regione vede una percentuale di laureati tra le persone sopra i 29 anni del 34,4%, superiore alla media nazionale che si attesta al 27,8%.
Non c’è contraddizione tra una valutazione positiva e uno sforzo di approfondimento di quelli che possono essere ulteriori interventi nel campo del diritto allo studio che tengano conto di una situazione economica e sociale soggetta a fortissimi cambiamenti. Certamente a ciò gioverà anche la valutazione sul triennio successivo, caratterizzato, tra le altre cose, dall’emergenza pandemica. Proprio per favorire questa riflessione proponiamo qualche spunto, certo non esaustivo.
Il diritto allo studio è uno dei diritti fondamentali e inalienabili della persona e può essere ritenuto un indicatore dell’importanza riservata al futuro dei giovani attraverso anche l’implementazione di possibilità offerte a tutti, perché i costi degli studi non ricadano solo sulle spalle degli studenti e delle loro famiglie e affinché l’università possa svolgere la funzione di ascensore sociale. Ampliare la platea delle e degli idonei alla borsa di studio, rimodulando i criteri di accesso ai bandi del diritto allo studio, potrebbero essere delle ulteriori vie percorribili. Sarebbe inoltre utile intervenire in questi tre settori: trasporto pubblico per studenti, misure di sostegno per gli studenti lavoratori, abbassamento generale della contribuzione studentesca.
Estensione regionale di un biglietto unico (già esistente in altre regioni d’Italia): investire nel trasporto pubblico, coinvolgendo gli studenti, significa investire, infatti, in mobilità sostenibile.
La figura dello studente che, contestualmente allo svolgimento del proprio percorso di laurea, si trova economicamente obbligato a intraprendere un’attività lavorativa, è molto frequente. Il motivo principale della diffusione di questa figura è, secondo gli esperti, la ricerca di un’autonomia dalle famiglie di provenienza in un contesto di elevato costo degli studi universitari. Sarebbe pertanto opportuno provvedere a costruire delle misure di tutela economica e didattica per questo tipo di studenti. Per favorire il percorso di studi di questi studenti che versano in una condizione di difficoltà economica o cercano di non scaricare i costi della propria formazione sul reddito familiare, si potrebbe abbassare il reddito annuo richiesto dall’attività lavorativa per poter essere riconosciuto come Studente-Lavoratore, aumentare la riduzione sulle tasse, implementare la didattica multimediale garantendo l’accesso ai contenuti spiegati a lezione attraverso le registrazioni delle stesse caricate su piattaforma.
Una progressiva riduzione delle tasse universitarie, infine, può essere possibile solamente attraverso una scelta di politica nazionale visto che gli atenei non possono provvedervi da soli.
È evidente come alcune delle riflessioni proposte vadano oltre le competenze dell’ARDISS e propongano un’idea di diritto allo studio più ampia, che coinvolga tutte le componenti del sistema, considerato che l’investimento sull’alta formazione rappresenta un arricchimento culturale della comunità e una risorsa fondamentale per il suo futuro economico e sociale.

COSOLINI

TURCHET

3319 - COS TUR Relazione Comitato LCV relazione LR 21-2014 diritto allo studio univ