Zecchinon: relazione al Ddl n. 233 su Università della terza età e della libera età

Pubblicato il lunedì 13 Nov 2017

RELAZIONE DI MAGGIORANZA al Ddl n. 233 "Interventi a sostegno delle Università della terza età e della libera età nell'ambito dell'apprendimento non formale"

Signor Presidente, Signori Consiglieri, 
Come riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, la salute è uno stato di benessere fisico, mentale e sociale. Ciò vale per l’intera popolazione e dovrebbe trovare attuazione in un progetto globale che si sviluppi nel contesto familiare, pubblico, culturale ed economico, dove ciascuno si senta accolto, rispettato, valorizzato, incoraggiato. Questo principio risulta perseguito nel ruolo che nel corso di questi anni si sono ritagliate le Università della terza età e libere età. Attraverso le loro proposte rivolte agli anziani, ma non solo, esse hanno rappresentato e rappresentano un prezioso percorso utile alla crescita della persona, di ogni persona, migliorando la qualità della vita. Come è stato rappresentato nel corso delle audizioni, attraverso lezioni, laboratori, esperienze socio-culturali, gli associati si aprono al confronto e al dialogo con gli altri, maturando rapporti interpersonali, sviluppando competenze e diventando cittadini protagonisti e consapevoli. 
Il Rapporto sullo Sviluppo Umano della Nazioni Unite evidenzia come l’autentico sviluppo dell’uomo consista nell’accrescere la libertà delle persone di condurre una vita lunga, sana e creativa, di operare e realizzare altri obiettivi a loro cari, partecipando attivamente alla promozione di uno sviluppo a cui non possono rimanere estranei, nella consapevolezza che l’apprendimento avviene durante l’arco di tutta la vita.
Il disegno di legge si inserisce in maniera complementare rispetto alla recente normativa in materia di apprendimento permanente (Legge regionale 21 luglio 2017, n. 27 “Norme in materia di formazione e orientamento nell'ambito dell'apprendimento permanente”), andando quindi ad occuparsi della promozione e dello sviluppo dell’educazione di adulti ed anziani nel contesto dell’apprendimento non formale. Come è stato ricordato l’apprendimento riguarda oggi tutte le fasi della vita e centrale importanza è rivestita proprio dall’apprendimento non formale, poiché connesso ad attività scelte intenzionalmente e liberamente dal soggetto, realizzate al di fuori del sistema di istruzione e formazione, pianificate ma non esplicitamente progettate come apprendimento; non sono infatti erogate da una istituzione formativa bensì da un organismo che persegue scopi educativi e formativi, anche del volontariato, e non sfociano normalmente in una certificazione. Viene quindi stimolata la piena consapevolezza della persona negli snodi di un percorso educativo e di apprendimento che non è limitato ad una sola fase, né ad un solo aspetto della vita, caratterizzandosi invece per essere lifelong e lifewide, e che non richiede il possesso di particolari titoli di studio. 
Il disegno di legge valorizza entrambe le dimensioni: quella formativa e quella di attenzione al cittadino anziano. Riconosce il rilievo culturale e sociale delle Università della terza età e della libera età, quale patrimonio importante del territorio regionale e, nel contempo, ne riconosce il ruolo di promozione e sviluppo della formazione di adulti e anziani
Il Disegno di Legge riguardante gli “Interventi a sostegno delle Università della terza età e della libera età nell’ambito dell’apprendimento non formale” inoltre si pone l’obiettivo non solo di aggiornare e revisionare la legislazione di settore che risulta ormai datata, ma vuole portare altresì ad unità la molteplicità di fonti che nel frattempo sono intervenute. In tal modo si supera la normativa transitoria che autorizzava la Regione alla concessione di sovvenzioni straordinarie alle Università della terza età proprio nelle more della revisione della disciplina regionale. Inoltre è utile ricordare come le funzioni provinciali di promozione e sostegno economico di attività ed iniziative di cui all’art. 26 della Legge Regionale 27 novembre 2006, n.24 sono state trasferite alla Regione per effetto della Legge Regionale 21 dicembre 2014, n.26. In tale contesto, con il presente disegno di legge la Regione intende sostenere le attività culturali e didattiche realizzate dalle Università della terza età e della libera età del territorio tramite contributi destinati, tra gli altri, per l’organizzazione di corsi, viaggi, visite di istruzione o per l’acquisto di materiale didattico. 
Viene garantito alle istituzioni un finanziamento stabile nel tempo. È stabilito che i contributi siano concessi a Università della terza età e della libera età che presentino una serie di requisiti, tra cui l’assenza di scopo di lucro, e svolgano le proprie attività nel territorio regionale. 
Viene anche valorizzata e stimolata una dimensione più europea e sovranazionale dell’apprendimento non formale, che al giorno d’oggi non può essere tralasciata. Al riguardo, infatti, la Regione può concedere contributi a titolo di concorso nelle spese di progettazione per la partecipazione a programmi e progetti europei, coerenti con le finalità del disegno di legge. 
Inoltre, si intende garantire un luogo di dialogo tra l’Amministrazione regionale e le UTE e un momento di confronto tra le stesse. 
La norma prevede la convocazione annuale di una Assemblea delle Università della terza età e della libera età del Friuli Venezia Giulia, con il precipuo compito di coordinare le attività didattiche e culturali, nonché dialogare con gli Enti del territorio, al fine di addivenire ad una più completa sinergia e una efficiente ed efficace attuazione degli interventi stessi. 
Gli interventi a loro sostegno sono oggetto di controllo e di valutazione al fine di documentarne lo stato di attuazione. Il disegno di legge regionale prevede 17 articoli che raccolgono le indicazioni e i percorsi ora illustrati e costituiscono un importante passaggio legislativo. 
Si confida nel voto favorevole del Consiglio regionale.

ARMANDO ZECCHINON

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