Da Giau: presentata mozione sull’uscita da scuola in autonomia

Pubblicato il mercoledì 15 Nov 2017

Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia,
PRESO ATTO che la recente sentenza n. 21593 del 19 settembre 2017, della sezione III civile della Suprema Corte di Cassazione, in tema di responsabilità per inadeguata vigilanza in caso di danno al minore di età nel percorso scuola-casa, ha riaperto per l’ennesima volta un dibattito che si protrae da anni senza soluzione, relativamente alla possibilità che gli alunni della scuola primaria e secondaria di primo grado possano uscire in autonomia da scuola;
RICONOSCIUTO che nel citato dibattito si contrappongono obblighi legali, esigenze ed interessi molteplici, in capo ai diversi soggetti coinvolti (scuola, genitori e, non ultimi, minori di età) e che la composizione univoca di tali aspetti non è facilmente raggiungibile, stante la varietà e complessità delle situazioni personali e di contesto ambientale, sociale, culturale;
NOTO che ad oggi il dovere di vigilanza, assunto da ogni Istituto scolastico all’atto dell’accoglimento della domanda di iscrizione del minore, è da rinvenirsi in capo al personale docente (art. 29.5 del CCNL 2006/09) ed ATA (tabella A allegata al CCNL vigente per l’area A), sulla base delle disposizioni organizzative impartite dal Dirigente Scolastico (Dlgs 165/2001);
RITENENDO importante che le comunità locali si caratterizzino positivamente nell’essere comunità educanti, in cui vinee assunta consapevolmente e pienamente, al di là dei dettami legislativi, la responsabilità di avviare le giovani generazioni al futuro favorendo lo sviluppo delle personalità di bambini e adolescenti anche attraverso un progressivo esercizio di spazi sempre maggiori di autonomia e responsabilità individuali;
RILEVANDO che negli anni, a parità di impianto normativo e nel susseguirsi delle interpretazioni giurisprudenziali anche non difformi da quella della sentenza citata, nei territori si sono sviluppate significative esperienze che, grazie all’adesione a patti di corresponsabilità tra istituzioni scolastiche, famiglie, enti locali e forze dell’ordine, alla realizzazione di iniziative di sensibilizzazione, formazione, collaborazione oltre che di interventi concreti sulla sicurezza dei percorsi casa-scuola, hanno determinato le condizioni per cui bambini e adolescenti hanno potuto sperimentare ed implementare le proprie capacità, abilità e competenze recandosi e tornando da scuola autonomamente, senza che questo abbia determinato una casistica di incidenti statisticamente diversa e rilevante;
MANIFESTANDO il timore che la ricchezza educativa e i benefici fisici, psicologici e sociali di queste esperienze possano essere perduti nella generalizzazione e nel timore degli effetti della sentenza, pur sempre riferita ad un caso specifico;
RITENENDO che si debba esplorare a livello normativo nazionale la possibilità di definire in modo diverso l’adempimento dell’obbligo di sorveglianza nel percorso casa scuola e di avvalorare eventuali autorizzazioni dei soggetti esercitanti la patria potestà o delle istituzioni scolastiche;
IMPEGNA
La Giunta regionale a sollecitare Governo e Parlamento perché si giunga finalmente ad una soluzione legislativa che impedisca di imboccare la direzione educativamente errata che la sentenza succitata induce.

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