RUSSO: Relazione di minoranza sul Disegno di legge n. 90

Pubblicato il lunedì 11 Mag 2020

Relazione di minoranza sul Disegno di legge n. 90 Disposizioni urgenti in materia di autonomie locali, funzione pubblica, lavoro e formazione
 
Egregio Presidente, Gentili Colleghe e Colleghi,

questo è un disegno di legge su cui non si può essere che d’accordo in termini di principio, in quanto qualsiasi provvedimento che si propone di aiutare chi è in difficoltà è positivo. Ma quello che ha licenziato la Commissione è un altro provvedimento rispetto a quello assegnato dopo il deposito, posto che la dotazione finanziaria con l’emendamento approvato sposta l’asse decisamente in favore del sistema delle Attività produttive, non del sistema delle Autonomie locali.
A tutti gli affetti avrebbe potuto chiamarsi, purtroppo, ancora “Misure urgenti per far fronte all’emergenza epidemiologica da COVID-19…”, tanto che vien da pensare che l’emendamento tabellare approvato in Commissione, per la parte dei 28 milioni destinati alle imprese, avrebbe potuto benissimo essere presentato solo un paio di giorni fa in Aula durante la discussione sul disegno di legge 86, guadagnando giorni preziosi per avere a disposizione prima possibile questi fondi.
Ed è un provvedimento che impatta fortemente sugli enti locali, cui viene chiesto uno sforzo, che i Comuni con i bilanci più “ricchi” stanno già facendo, è vero, ma non è certo che sia alla portata di tutti, nonostante le tante certezze dell’assessore.
Le certezze, per esempio, sulla possibilità di utilizzare senza difficoltà l’avanzo di bilancio per coprire interventi urgenti, e le certezze sulla possibilità di destinare parte dello stesso a concorrere agli sgravi fiscali incardinati in questo disegno di legge, che obbligatoriamente devono vedere il concorso degli Enti locali per vedersi attribuiti i fondi qui definiti. Sappiamo invece che quasi sempre il rendiconto con la costituzione dell’avanzo è l’occasione per il Comune di finanziare investimenti già programmati.
E c’è l’indicazione di svincolare le somme del fondo investimenti, gli 11 milioni che a inizio anno sono stati ripartiti dalla Regione ai Comuni, per utilizzarli nella spesa corrente: anche su questo nutriamo qualche dubbio. Intanto perché siamo a maggio e probabilmente gran parte di quei soldi sono già impegnati, in secondo luogo perché investimenti significa anche lavoro per le imprese, lavoro che per la ripartenza ha un significato ben più alto che dare sgravi o aiuti temporanei.
C’è un principio che dobbiamo ricordare, che è molto caro a questa Regione e che ci deve guidare nella nostra azione legislativa, che è il principio di sussidiarietà.
In questo momento di straordinarietà, il Presidente ha annunciato la richiesta di non onorare il Patto con lo Stato per il concorso al debito pubblico, tenendo in capo alla Regione i 671 milioni previsti per quest’anno e i 596 per il prossimo, per fronteggiare l’emergenza Covid, ma ancora non abbiamo capito sul come intenda utilizzarli, mentre sappiamo che ai Comuni viene chiesto di fare molto.
I Comuni, dal canto loro, probabilmente sanno molto bene quali sono i bisogni del loro territorio, della loro comunità, del loro tessuto economico e commerciale, ma non hanno tutte le risorse necessarie per farvi fronte.
È per questo che non riteniamo questo disegno di legge sia lo strumento adatto: vincolare i Comuni nella definizione della spesa se vogliono ottenere l’aiuto della Regione non è il modo giusto per dare risposte puntuali, che sono quanto gli studi degli esperti indicano come la strada giusta per aiutare chi è in difficoltà.
Flessibilità, politiche puntuali, monitoraggio delle nuove povertà, strumenti indispensabili per stare più vicino possibile al bisogno, sono strumenti utilizzabili dalle amministrazioni comunali, non dalla Regione, seppur piccola e Speciale come la nostra.
L’assessore stesso ha ammesso che se lo Stato vincolasse la Regione a politiche definite e non gradite per avere fondi, li rifiuterebbe! Perciò chiediamo maggior flessibilità nello stanziamento dei fondi, altrimenti si rischia il mancato utilizzo degli stessi come è già accaduto nel caso dello stanziamento per i canoni di locazione per imprese e professionisti per il mese di marzo, dove a fronte di uno stanziamento di 7,5 milioni ne sono stati impegnati solo 2,5.
Ed anche sui balletti di cifre chiediamo maggior trasparenza alla Giunta. È stato chiarito, poi vedremo in corso d’anno, che quanto questo disegno di legge mette a disposizione è una sorta di prestito, che verrà poi restituito con successive manovre di bilancio. E quindi che i capitoli svuotati verranno poi ripristinati.
Intanto quel che vediamo è che la tanto sbandierata manovra da 55 milioni in realtà è da 44 milioni, perché 11 devono venire dai Comuni. E che i 5,6 milioni del fondo concertazione sono il massimo restituibile dagli enti locali, ma non c’è ancora un’idea su come si coglia spenderli, tranne per il fatto che sono destinati alle autonomie visto che sono fondi derivanti dai tredicini, e bisognerà attendere la fine di giugno per vedere quanti realmente aderiranno e quale sarà la cifra reale.
Questo disegno di legge interviene poi su altri problemi generati dalla situazione emergenziale che stiamo vivendo, e non possiamo che essere d’accordo, sul coordinamento della legge regionale per le revisioni del mondo cooperativo e su aiuti diversi. Un piccolo accenno polemico lo riserviamo solo alla LR 21/2019, avendo noi segnalato per tempo che le tempistiche previste dalla legge per il superamento delle UTI ben difficilmente sarebbero state rispettate, adesso poi è sicuramente impossibile. Si mette anche una pezza ad altri problemi della legge, come al ripristino del fondo per i Comuni risultanti da fusione o al sistema di elezione dei componenti il Comitato esecutivo delle Comunità lasciato ora agli statuti invece che fissarlo in legge.
Ora attendiamo di vedere quali altre novità ci riserverà la Giunta in termini di emendamenti, con l’auspicio che quel principio di condivisione che l’assessore ha detto di aver impiegato con gli enti locali nel predisporre questa norma sia riservato anche nel rapporto con l’opposizione, per veder trasformato un voto di astensione in voto favorevole.
Noi ci siamo.

Francesco Russo

Relazione di minoranza DDL 90

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