MARTINES: sul dovere di ricordare i partigiani

Pubblicato il giovedì 10 Mar 2016

Interrogazione

Oggetto: sul dovere di ricordare i partigiani.

Il sottoscritto consigliere regionale, 
ricordato che la Repubblica Italiana e la sua Costituzione nascono dalla Lotta di liberazione e dal sacrificio di migliaia di morti caduti durante la Resistenza;
richiamata la recente commemorazione dell’eccidio di 23 partigiani fucilati l’11 febbraio 1945 presso il cimitero di Udine da un plotone di volontari fascisti, commemorazione durante la quale la presidente del Friuli Venezia Giulia ha dichiarato che "la Resistenza, moto spontaneo delle coscienze, non è stata solo un grande episodio militare nella Seconda Guerra Mondiale, ma anche l'humus  in cui sono germogliate e cresciute le forze ideali e le visioni politiche che segnano ancora oggi il nostro modo di vivere associato: libero, democratico e repubblicano";
nella stessa commemorazione la presidente ha sottolineato, inoltre, che dalla Resistenza "uscirono moltissimi tra quanti contribuirono a scrivere la nostra Costituzione, in un dibattito altissimo per pensiero e responsabilità. La dignità di ciò che chiamiamo partiti affonda le sue radici in quella capacità di far affluire, da fonti diverse, sempre nuova linfa alla democrazia rappresentativa";
ricordate le più recenti iniziative che la Regione ha promosso in tema di lotta di liberazione: il progetto europeo Donne della Resistenza e la mostra “Partigiani di un’altra Europa”, ospitata a Palazzo Gopcevich di Trieste, inaugurata circa un anno fa alla presenza di tre assessori regionali e da poco conclusa;
avuto notizia che presso il comune di Martignacco il sindaco avrebbe risposto in più occasioni negativamente alla reiterata richiesta della sezione locale dell’ANPI di inserire la parola “partigiano” nella dicitura di una via intitolata a Pietro Martini, un giovane combattente caduto nel 1944 nella Resistenza, motivando come segue il suo parere negativo: “la Giunta non ritiene di enfatizzare una categoria di combattenti rispetto ad altre, anche perché ciò potrebbe compromettere il processo di pacificazione nazionale”; 
ritenuto che riferirsi ai partigiani come ad una mera “categoria di combattenti” sia sbagliato e lesivo della dignità del ruolo storico svolto dai volontari per la libertà, di qualsiasi estrazione culturale e politica, nella lotta di Liberazione italiana;
ritenuto, altresì, che un reale e sincero “processo di pacificazione nazionale” debba partire dal riconoscimento delle diverse responsabilità tra chi ha combattuto per la libertà e chi, invece, per l’oppressione,
interroga l’Assessore competente per sapere:
se non ritenga che la motivazione avanzata dall’Amministrazione comunale, oltre ad essere antistorica e in contrasto con i valori che costituiscono il fondamento della Repubblica italiana, sia anche priva di fondamento normativo.   

MARTINES

Trieste, 10 marzo 2016

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