Codega: Immigrazione mare di Sicilia: apertura canali di ingresso protetto per rifugiati

Pubblicato il venerdì 01 Ago 2014

MOZIONE N. 72

FIRMATARI: CODEGA, ZECCHINON, CREMASCHI, PUSTETTO, TRAVANUT, BAGATIN, ROTELLI, MORETTI, GABROVEC, BOEM, DA GIAU, AGNOLA, USSAI, LAURI, GRATTON

OGGETTO: Immigrazione mare di Sicilia: apertura canali di ingresso protetto per rifugiati

Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia,
– visto il continuo flusso di immigrati che quotidianamente approdano sulle coste dell’Italia meridionale provenienti da varie regioni dell’Africa o del Medio Oriente, in massima parte in fuga da situazioni di guerra e di conflitto;
– considerato che il fenomeno ha interessato negli ultimi dieci anni circa 300.000 persone, con una intensificazione tale da raggiungere solo quest’anno già la cifra di 80.000 immigrati;
– considerato ancora che questi “viaggi della speranza” si sono spesso trasformati e continuano a trasformarsi in “viaggi della morte”, visto che sempre nello stesso periodo ben 7.000 persone sono rimaste in fondo al mare;
– considerato ancora che l’operazione “Mare Nostrum”, pur svolgendo indubbiamente una azione positiva (dall’inizio delle operazioni, il 3 ottobre 2013, a tutt’oggi sono stati portati in salvo ben 20.000 persone e sono stati arrestati oltre 200 scafisti) rappresenta una modalità di intervento nella logica certamente della riduzione del danno, ma non risolve alla radice il problema e non interrompe la scia di morte che ormai il fenomeno si lascia dietro;
– visto che il flusso ininterrotto di profughi dai diversi paesi di provenienza ha spesso come destinazione finale non l'Italia, ma altri Paesi europei; 
– considerato che già dieci anni fa la Commissione europea presentò un rapporto di fattibilità sulle Procedure di Accesso Protetto cui sono seguite numerose comunicazioni in merito;
– visto l’appello che il CIR nazionale ha presentato recentemente al Consiglio europeo per la apertura di canali di ingresso legale e protetto nei territori dell’Unione europea;
– viste le diverse proposte di istituire, d’intesa con altri stati europei, presidi dell’Unione europea nei paesi di origine e di transito dove poter avviare l’esame delle richieste di protezione internazionale onde evitare che i migranti e i rifugiati debbano continuare a rivolgersi ai trafficanti senza scrupoli;
– considerato che anche la Commissione europea nella sua Comunicazione dello scorso 11 marzo ha sottolineato che “l’UE dovrebbe fare in modo che le persone con bisogni fondati di protezione arrivino in modo più ordinato, riducendo così il raggio di azione del traffico di migranti e le tragedie umanitarie”;
– visto che in quella occasione il Consiglio europeo per i rifugiati e gli Esuli/ECRE (tra cui il CIR) ha evidenziato alla stessa Commissione non solo l’esigenza di sviluppare controlli alla frontiera nel pieno rispetto dei diritti umani, ma anche la necessità di introdurre canali legali e protetti di accesso alla protezione nell’Unione europea;
– tenuto conto delle diverse mozioni presentate e approvate dal governo in occasione del dibattito sviluppatosi in Parlamento in data 18 maggio scorso in relazione all’operazione “Mare Nostrum”;
– considerata l’opportunità rappresentata dalla attuale presidenza italiana del Consiglio europeo.

Tutto ciò premesso,

IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE

– a sollecitare il Presidente del Consiglio affinché, facendosi promotore di un radicale cambiamento di linea sul tema:
– sostenga presso le istituzioni europee la necessità di rivedere le norme del regolamento (UE) n. 604/2013, cosiddetto Dublino III, prevedendo la possibilità di far richiedere ai rifugiati domanda di asilo già nei Paesi di transito e non solo nel primo Paese di arrivo, al fine di evitare i “viaggi della morte” per mare;
– proponga la realizzazione di un ufficio europeo dell'immigrazione in territorio nordafricano, articolato anche in più sedi, in modo da consentire ai profughi che ne abbiano diritto il successivo reinsediamento, in tempi brevissimi, verso i Paesi dell'Unione europea di loro elezione, con preferenza per quelli dove essi abbiano già legami familiari;
– persegua il progetto di reciproco riconoscimento dello status di protezione internazionale rilasciato da uno Stato membro da parte di tutti gli altri partner europei, in modo da permettere la libertà di stabilimento del beneficiario in ogni Stato dell'Unione europea.

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