RELAZIONE al DDL 116 “Disposizioni in materia di programmazione e contabilità e altre disposizioni finanziarie urgenti”

Pubblicato il venerdì 23 Ott 2015

Presidente, cari colleghi,
il disegno di legge n. 116 “Disposizioni in materia di programmazione e contabilità e altre disposizioni finanziarie urgenti“ che ci accingiamo a esaminare e votare, ha destato in prima battuta un certo sconcerto e una certa sorpresa al momento della sua presentazione.
Eravamo consapevoli del fatto che ci saremmo trovati, entro il 2015, a dover modificare l’ordinamento contabile e finanziario della Regione per adeguarlo alla riforma dell’armonizzazione dei bilanci ma non anche al fatto che, a poco più di un mese dall’approvazione della legge di assestamento del bilancio, avremmo dovuto “appostare” circa 80 mln di euro per maggiori entrate derivanti dalla compartecipazione Irpef e dall’Irap privata in seguito all’aumento deciso dal Ministero dell’economia e delle finanze della percentuale di spettanza regionale sui versamenti delle cosiddette “imprese multi impianto”, quelle cioè con stabilimenti situati nel territorio di più regioni.
Il disegno di legge n. 116 conteneva inoltre, originariamente, oltre alle norme di adeguamento graduale ai cambiamenti contabili imposti all’ordinamento finanziario della Regione dal decreto legislativo 118/2011 e a quelle di utilizzo immediato delle risorse aggiuntive disponibili, anche delle disposizioni in materia di pianificazione e programmazione nel settore sanitario che la I Commissione, su proposta della Giunta, propone all’Aula di stralciare in quanto non strettamente legate a necessità tecniche e contabili di adeguamento.
Le ragioni e l’opportunità di questa norma è diventata a tutti più chiara confrontandoci con le necessità e le modalità contabili previste dagli obblighi di armonizzazione che costringono, pena il rallentamento se non l’impossibilità di utilizzo delle risorse nell’esercizio successivo, ad un compattamento dei tempi di impegno e di impiego e ,dunque, nel nostro caso ad anticipare all’anno in corso l’impegno di risorse provenienti da un positivo andamento delle compartecipazioni oscillante nei modi e nelle funzioni immediatamente spendibili.
Sappiamo che altre risorse aggiuntive sono state individuate e saranno oggetto di ulteriori interventi a mezzo di emendamenti Giuntali che andranno ad ampliare lo spettro degli interventi. 
Per quanto attiene a queste innovazioni contabili e procedurali introdotte dall’armonizzazione dei bilanci che riguarderanno non soltanto la forma e i contenuti dei documenti contabili, ma anche i tempi e le procedure d’esame degli stessi da parte di questo Consiglio – andando così a incidere sulle modalità e sugli spazi del confronto politico fra organo esecutivo e legislativo, nonché sulla stessa natura e rilevanza del contributo personale e collettivo di ogni singolo consigliere e gruppo politico – la Presidenza della I Commissione ha promosso due incontri informativi, il 22 e il 30 ottobre, per l’organizzazione dei quali ringrazio, in particolare, la Presidenza del Consiglio, l’Assessore Peroni, il Segretario generale del Consiglio e il Ragioniere Generale. Il primo incontro si è già svolto e consente a chi l’ha seguito di meglio intendere la ratio e l’ampiezza delle modifiche che saranno introdotte e il salto, anche culturale – non so se avanti o indietro – che ci viene prospettato.
Credo sia evidente a tutti che la programmazione e il buon impiego delle risorse, ma anche il confronto politico democratico, necessitino di regole condivise e conosciute che stabiliscano con certezza i tempi, la natura e i volumi delle risorse disponibili per le politiche che i rispettivi programmi intendono realizzare nell’interesse della nostra collettività regionale. Tutto molto distante dal modello che al primo impatto ci viene proposto dai concetti di armonizzazione che, se evidentemente migliorativi sotto il profilo della rappresentazione consolidata dei bilanci pubblici e dell’efficienza della spesa, mutano profondamente gli equilibri di confronto fra organi tecnici e organi politici, tra esecutivo e legislativo.
Per quanto attiene più precisamente alla destinazione delle risorse non sono emerse in Commissione contrapposizioni di principio ma, semmai, raccomandazioni e auspici.
L’articolo 13 autorizza l’aumento della spesa sanitaria di 25 milioni di euro per far fronte ai costi sostenuti per l’impego di farmaci innovativi, efficaci ma molto costosi, recentemente messi a disposizione dei pazienti del sistema sanitario regionale, costi che rischiavano di mettere in difficoltà i bilanci delle singole aziende sanitarie. Mi pare non si possa che esprimere consenso a tale scelta, effettuata peraltro in un momento in cui le statistiche ci dicono che la sanità diventa troppo costosa per una parte crescente della popolazione italiana e si paventano tagli al settore. Nel contempo non si è mancato di rilevare la natura straordinaria, e in parte imprevista, dell’incremento di risorse a copertura di un costo invece strutturalmente in crescita e dal trend non prevedibile se non politicamente e strategicamente governato.
Altrettanto condivisibile negli obiettivi anche l’altra importante scelta contenuta nel provvedimento, in parte motivata anche da obblighi di rispetto del Patto di Stabilità, che prevede la copertura finanziaria di un’ulteriore riduzione dei crediti vantati dalla Regione nei confronti dei Fondi di Rotazione. In sostanza si tratta di una “ricapitalizzazione” dei Fondi di Rotazione per le imprese a sostegno di interventi anticrisi per 15 milioni di euro a favore di aziende commerciali, turistiche e di servizio, per 15milioni di euro per imprese artigiane e per ulteriori 25 milioni di euro a favore di imprese del settore agricolo.
Si tratta di scelte che confermano una continuità di azione politica a favore dell’economia e a difesa dell’occupazione con volumi di risorse molto rilevanti di cui, talvolta, l’opinione pubblica, i mass media e le stesse categorie danno l’impressione di non avere piena contezza.
Tale ampia destinazione di risorse non può prescindere da una predisposizione di strumenti di valutazione dell’efficacia dei provvedimenti e anche da un’attenta e continua vigilanza sugli organi preposti all’amministrazione, all’erogazione e al recupero dei fondi messi a disposizione.
Il sostegno all’economia anche con interventi non “convenzionali”, per usare un termine in voga per gli strumenti utilizzati con successo dal Governatore Draghi, come quello di consolidare mezzi finanziari in dotazione a Fondi Rotativi, devono infatti poggiare su un robusto impianto strategico e di controllo.
Mi pare peraltro che i recenti dati di sviluppo della nostra economia regionale registrino segnali confortanti di ripresa e risultati significativi anche sul piano del recupero occupazionale, cosi come si stanno riprendendo settori della nostra economia per anni in forte difficoltà come quello, ad esempio, del mobile che concorre ora in misura significativa a brillanti performances dell’export. Avere un settore industriale ancora vivo e capace d’intercettare la ripresa e le opportunità di mercato è senza dubbio anche frutto delle scelte coraggiose operate da questa maggioranza e degli strumenti messi a disposizione dall’impianto normativo, nonché delle azioni intraprese dai vari assessorati coinvolti.
Dunque, anche con qualche segnale di ragionevole ottimismo, esprimeremo un pieno sostegno al provvedimento oggi in discussione.

LIVA

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