LIVA: relazione al DDL 72 (Legge finanziaria 2015)

Pubblicato il mercoledì 10 Dic 2014

Signor Presidente, cari colleghi.

    Nella storia del nostro Paese c’è una costante sottovalutazione dell’importanza della quotidiana ordinaria amministrazione e di una puntuale e razionale azione di straordinaria amministrazione condotta con periodicità e metodo, a favore dell’esaltazione dell’azione eccezionale, simbolica, che copre con roboanti forme retoriche la realtà di anni di incuria, di indifferenza rispetto alle dinamiche sociali ed economiche in corso, la tolleranza verso forme di incultura politica e di mancanza di rispetto alle regole e alle leggi. Poi, improvvisamente, quando la situazione diventa grave e non si può più nascondere, ecco l’invocazione alla necessità di misure straordinarie, alla misure shock come ora si dice per invertire con un gesto, con un provvedimento una situazione economica frutto di politiche non fatte e rimandate per decenni e di una crisi epocale di carattere mondiale.
    La presa della Bastiglia, o del Palazzo d’Inverno sono eventi enormi che hanno segnato nel bene e nel male tre secoli ma oggi una moderna cultura democratica e riformista, ma anche una sinistra adulta che sappia fare i conti con la Storia e le proprie responsabilità, non confida più nella palingenesi ma nella forza delle riforme, nella ricerca costante e determinata dei mezzi migliori e possibili per affrontare i problemi. Anche parzialmente, anche temporaneamente, anche “per quanto possibile”, è decisamente preferibile alle promesse populiste interessate più alla polemica partitica che al miglioramento delle condizioni di vita della gente. All’ideologia, questa finanziaria contrappone il realismo e l’impegno a non ricorrere a nuove tasse ma ad aumentare il welfare ed aiutare i poveri e l’area sempre più ampia del disagio.
    Ci sono poi i giudizi che vengono formulati sulla Legge di Bilancio avendo come presupposto, per l’espressione di un parere positivo o negativo, il volume delle risorse impiegate e dunque, segnatamente, il volume delle risorse distribuite. Un giudizio quantitativo invece che qualitativo riguardante di norma le poste di spesa e poca o nessuna considerazione sulla qualità, natura, dinamica di quelle d’entrata.
    Questo approccio spesso trasversale nel dibattito fra gli schieramenti, rischia di generare nell’opinione pubblica la convinzione che la spesa pubblica è determinabile politicamente scegliendo fra “risorse illimitate” e non pone nella dovuta luce la responsabilità politica di un’azione di governo sul fronte delle entrate, sia riguardo al rispetto dei vincoli delle entrate sia riguardo all’azione svolta per aumentarne il volume e la natura strutturale.
    Altro elemento che credo sia utile per tutti sfatare, strettamente collegato a quanto già descritto, è di concentrare unicamente sulla Legge di Bilancio le attese di misure e provvedimenti che ormai vengono assunti, nel corso dell’esercizio finanziario, anche con altri strumenti e in altri momenti legislativi e in riferimento a risorse sia interne che di fonte comunitaria. Da questo punto di vista la Finanziaria ha perso da tempo il carattere di assoluta centralità che aveva un tempo anche per la rilevanza assunta dal momento della Parifica e messa a disposizione dell’avanzo di amministrazione a cui ormai è rimandata la definizione di gran parte della politica degli investimenti. Inoltre dovrebbe ormai essere patrimonio di tutti che esiste uno stock di risorse assegnate in precedenza che fisiologicamente possono ancora essere in attesa di effettivo utilizzo a cui, però, non possiamo non fare riferimento quando si vogliano considerare obbiettivamente le politiche intraprese o la dimensione delle risorse impiegate e attivabili.
    Pongo queste considerazioni metodologiche, ma anche politiche, all’inizio di questa breve relazione nell’ambito di una legge Finanziaria che pur anche per i volumi delle risorse mobilitate oltre che per scelte immediate e strategiche compiute giudico rilevante e positiva, tutt’altro che banale, tutt’altro che priva di identità o come ora si usa dire, con linguaggio non so se mutuato dalla filosofia di Platone o dal Catechismo, di anima.
    Questa Finanziaria ha un’identità politica ben chiara, ha una visione dell’azione politica che si dipana in una attività continua e quotidiana di attenzione ai problemi, all’urgenza delle riforme, alla necessità di indicare per le nostre partecipate e i nostri entri strumentali “mission “ adeguate, “governance” agili, competenti e meno costose, sistemi di monitoraggio e di controllo, nel garantire la presenza degli interessi regionali del Friuli Venezia Giulia in tutti gli ambiti Istituzionali necessari perché i nostri interessi e le ragioni della nostra Specialità non siano invocazioni retoriche da usare nei comizi ma fatti concreti. 
    E i fatti si vedono a cominciare, appunto, dalla disponibilità di risorse con cui questa Legge di Bilancio si misura e che non sono piovute dal cielo, non sono una “variabile indipendente” ma sono il frutto di azioni quotidiane di governo, sono il frutto di “fatica e presenza” che ha consentito, tra l’altro, di rendere disponibili alla ricollocazione per interventi di spesa ritenuti strategici ca. 20 milioni rivenienti da MISURE DI    RAZIONALIZZAZIONE DELLA SPESA DELLA MACCHINA REGIONALE.
    Sempre in relazione ai fatti e alle entrate la Rinegoziazione del protocollo di intesa tra lo Stato e la Regione del 23 ottobre 2014 significa che il Bilancio 2015 si avvantaggia in termini di UNA RIDUZIONE DEGLI ACCANTONAMENTI previsti di 110 milioni di euro, di una riduzione dei tagli alla capacità di spesa – Patto di Stabilità – di 80 milioni di euro e di un riconoscimento di crediti pregressi per circa 155 milioni di euro.
    Certo, si tratta di una rinegoziazione di un patto esistente e sottoscritto dalla Regione nella precedente Legislatura, e che prevedeva – fina pena mai – un onere di 370 mln. a carico del Bilancio regionale per concorrere all’attuazione del Federalismo Fiscale, e dunque abbiamo ottenuto una forte attenuazione della pena, a cui peraltro abbiamo dato una scadenza, e ne abbiamo cambiato la natura da oggi non più riferito all’attuazione del Federalismo ma solo alla sostenibilità del debito pubblico a cui, comunque, giocoforza siamo chiamati a concorrere se vogliamo difendere anche il risparmio dei nostri cittadini investito nei titoli di stato e dunque la tenuta dei conti nazionali.
    Grazie anche all’azione di risanamento e patrimonializzazione compiuto in questi due anni di lavoro, per la verità con il consenso molto ampio di questo Consiglio, al mondo delle nostre partecipate finanziarie, contribuiamo al risanamento del debito nazionale con una Regione accreditata di un Rating molto più buono di quello nazionale. Siamo orgogliosi del nostro risultato raggiunto ma consapevoli della sua fragilità in un contesto nazionale così logorato e debole. 
    Accanto agli effetti positivi della rinegoziazione degli impegni con lo Stato, delle misure di risparmio connesse a spese per il personale e per l’acquisto di beni e servizi della regione, un’altra azione significativa e positiva per le nostre entrate è rappresentata dalla capacità dimostrata di attirare e trattenere in Regione grandi contribuenti che hanno consentito e consentiranno in prospettiva di garantire rilevanti entrate fiscali. Tale azione politica non ha carattere episodico ma strutturale e si articola anche in provvedimenti di settore che hanno al loro interno tale obiettivo come è il caso del bando europeo per il TPl che prevede tale vincolo per il vincitore e che stante l’entità decennale dell’investimento avrà una ricaduta significativa sui nostri prossimi bilanci.
    Dunque, lasciando stare, per quanto attiene a un documento economico e programmatico, il richiamo metafisico all’anima che nel linguaggio retorico della politica spesso nasconde pulsioni conservatrici e identitarie e quasi sempre obiettivi generici e fumosi ammantati di ideali, andiamo al concreto di questo documento e ci accorgeremmo che nel quadro attuale delle possibilità economiche della Regione e del Paese tutte le aree di intervento sono coperte, spesso con proposte di intervento innovative che rimandano a successivi impegni legislativi e sempre accompagnati da obbiettivi di efficentamento, di impulso all’economia, di aiuto alle famiglie e al reddito ma su un criterio di compatibilità economica con le effettive risorse disponibili, di equità ridistributiva, di promozione dell’autonomia e dell’autosostegno degli individui.
    Brevemente e per sommi capi il settore più rilevante del bilancio regionale, sanità e politiche sociali, si attesta su valori del tutto equivalenti rispetto al 2014. Complessivamente è stata data copertura alle necessità del comparto per Euro 2.358,58 mln. di cui a disposizione per la spesa corrente sanitaria 2.117,36 mln. con un incremento di 30 mln. rispetto al corrispondente valore di inizio 2014.
    In particolare per quanto attiene allo specifico settore sociale, nella presente legge finanziaria sono presenti concreti e sostanziali elementi di novità e di revisione del settore, in particolare vogliamo segnalare il meccanismo anticipatorio del sostegno per 4 mln. alle famiglie per le rette agli asili nido (misura già importante e resa ora più utile e favorevole alle famiglie con minore capacità di reddito ed integrata con le misure di natura governative sugli assegni per i nuovi nati).
    Su tale questione, su cui le polemiche e le strumentalizzazioni non mancheranno, voglio solo rimandare tutti da un lato al dibattito sostenuto da questa maggioranza consiliare rispetto alla soppressione del bonus bebè: nessuna scelta ideologica, l’auspicio che il provvedimento potesse essere preso in considerazione in futuro soprattutto per determinate aree geografiche disagiate, comprensione per la scelta della Giunta in una situazione di forte limitazione delle risorse a privilegiare il sostegno ai servizi piuttosto che la dazione di danaro una tantum. Peraltro i dati demografici della nostra Regione riportati correttamente in commissione dal collega Tondo per suffragare le sue preoccupazioni, dimostrano fuor di ogni dubbio che il negativo tasso di natalità in Friuli rispetto alla media nazionale si consolida e peggiora negli anni pur in presenza del Bonus Bebè. Tale misura si configura dunque più come sostegno al reddito che come misura atta a tutelare la maternità e opportune da questo punto di vista appaiono le previsioni nazionali che danno al sostegno una durata triennale e una più forte relazione ai redditi bassi.
    Assai rilevante, sia per importo che per valenza politica l’allocazione al Fondo Globale di una posta di 10 milioni per garantire sulla base di uno strumento che assieme andremo a definire una NUOVA FORMA DI SOSTEGNO AL REDDITO.
    C’è qualcuno, specie fuori da quest’aula, che a seconda di come gli sia più comodo, rivolge a questa maggioranza ed in particolare alla sua governatrice, o l’accusa di andare troppo in fretta e di non essere abbastanza aperta al confronto o di andare troppo lenta e di non avere già imposto a tutti, fuori dalle vie della concertazione e del dialogo fra forze politiche e rappresentanze, una legge già bella e pronta su tale materia.
    E’ evidente che determinati provvedimenti si propongono quando esistono i presupposti finanziari minimi per renderli possibili e strutturali. Tali presupposti si sono costruiti anche grazie agli accordi nuovi con il governo centrale e dal giorno dopo approvata la finanziaria inizierà il confronto. E le tappe di questo confronto che non può prescindere da un approfondimento anche tecnico, dallo studio approfondito della realtà, da un’integrazione con gli strumenti messi a disposizione dal Governo Nazionale su cui le nostre proposte dovranno necessariamente intrecciarsi per evitare duplicazioni o assenze.
    Governare seriamente e con responsabilità impone di procedere così.
    Ma già in questa Finanziaria, le misure di impatto sociale appaiono da un lato confermate nei volumi rispetto allo scorso anno, cosa per nulla scontata in uno scenario economico di crisi ancora pesante, dall’altro affinate e ampliate nelle tipologie. Le tabelle diffuse in questi giorni dalla stampa, la dovizia di informazioni desumibili dalle relazioni fornite dagli uffici, mi consentono di limitarmi solo ad alcuni cenni esemplificativi e di mettere insieme misure, anche attinenti a funzioni e assessorati diversi, ma che vanno nella stessa direzione: intervenire là dove c’è più necessità:
    Ed allora voglio ricordare i 5 milioni accantonati -fra le prestazioni sociali -per non far gravare sulle famiglie con ISEE fino a 15mila euro il superticket sanitario da 10 euro e a rimodulare per tutti il ticket in relazione al costo delle prestazioni. Voglio segnalare l’attenzione al tema dell’edilizia e della casa nella duplice versione del sostegno alle famiglie con il sostegno alle locazioni per 6,5 mln. e 11,4 del Fondo per il funzionamento e abbattimento dei canoni Ater, ma anche del settore delle costruzioni che soffre da anni una profonda crisi : 10 mln per il recupero del patrimonio immobiliare esistente, 2,3 per l’adeguamento degli alloggi Ater, 2,8 mln per il rimborso a Medio Credito per i mutui prima casa e 1 mln. per le co-garanzie, ma anche i 600 mila euro per favorire l’installazione di ascensori, i 280 mila euro per la Cassa Edile, le opere di manutenzione in opere idrauliche per 4,5, gli 8,5 e 2,0 per la manutenzione straordinaria e ordinaria della rete viaria, lo sblocco attraverso la devoluzione e conferma di finanziamenti già concessi ai comuni che hanno soldi fermi per opere mai partite e che possono cantierare immediatamente altri lavori. Ma anche misure volte a favorire i Comuni per nuove opere come ad esempio attraverso il Fondo Rotativo dotato di 1 mln. per anticipare le spese di progettazione che consentono di affrontare meglio le rigidità imposte ai Comuni dal Patto di Stabilità e dalle norme di armonizzazione dei Bilanci nel programmare nuove opere pubbliche. Ancora 2 mln. per i dragaggi, 3 mln per l’edilizia scolastica a cui si aggiungono le ingenti risorse nazionali per cui possiamo mettere in campo un’azione di rinnovamento del patrimonio edilizio scolastico di rilevante entità.
    Insomma risorse immediatamente immesse nel sistema per cercare di aiutare un settore economico e nel contempo aiutare famiglie ed imprese.
    Con analogo approccio sono affrontati tutti i settori di intervento: si mettono a disposizione 27 mln di cui 7 di nuova allocazione per il Piano di Sviluppo Industriale che verrà discusso e presentato all’inizio del prossimo anno e che si aggiungono alle risorse ordinarie riservate alle attività produttive che confermano sostanzialmente l’entità delle previsioni 2014. Il provvedimento sul Piano di Sviluppo Industriale sarà il contesto nel quale inserire una riflessione e una applicazione delle potenzialità offerte dalla cosiddetta fiscalità di vantaggio.
    Ancora 26,59 mln per l’ambiente focalizzate soprattutto sui temi della prevenzione del dissesto idrico e la difesa del territorio, del mantenimento del sostegno sui carburanti nella misure del precedente esercizio, di misure importanti ed anche in aumento per il sostegno della montagna, la conferma del settore cultura sport e solidarietà con risorse sostanzialmente in linea con il 2014 e con un’azione ormai avviata di riforma dei meccanismi di intervento e di individuazione dei criteri di distribuzione più oggettivi, premianti obbiettivi di messa a fattor comune delle energie al fine di elevare qualità e richiamo di pubblico.
    Buona è la risposta di questa finanziaria alle esigenze delle Autonomia Locali sia in termini di risorse che di spazi assegnati, il voto unanime favorevole del Consiglio delle Autonomia lo attesta, sia in termini di attenzione complessiva attribuita al ruolo delle Autonomie e ho già accennato a misure tese a renderne più agevole l’operatività. D’altra parte l’impegno politico, a cui si sta dimostrando fedeltà e coerenza, di lavorare per una struttura istituzionale ed operativa semplificata concentrata sulla Regione e i Comuni riorganizzati in Unioni di Comuni richiede tale una attenzione che dovrà trovare attuazione in un prossimo passaggio cruciale e cioè la Riforma della Finanza Locale con la riforma del sistema dei trasferimenti regionali agli Enti Locali. Da questo punto di vista importante è aver dato risposta alle esigenze di quei comuni che pur potendo non riducevano il loro debito per mutui assunti con la cassa Depositi e Prestiti per il costo della penalità richiesta per il rimborso anticipato. Con questa finanziaria questi costi sono stati posti a carico della Regione.
    Anche in questa occasione si è lavorato per impostare una Finanziaria in cui il ricorso alle cosiddette “poste puntuali” fosse limitato nel numero e soprattutto riservato a casi precisamente motivati. Vi è un tentativo, ancora non interamente compiuto e forse nemmeno totalmente realizzabile, che è quello di riservare alla Regione di individuare i settori, i valori e le modalità di intervento, e di lasciare ad altri livelli politico istituzionali e/o tecnici, sulla base di valutazioni e criteri obbiettivi definiti in maniera astratta, la scelta finale dei beneficiari. Ovviamente si tratta di un percorso. Ma già oggi in questa finanziaria le poste con nome e cognome sono limitate o alla conferma di finanziamenti esistenti e sistemazione di situazioni di fatto su cui non si potrebbe intervenire altrimenti o a investimenti in strutture, come è il caso delle Terme di Grado, in cui la tipologia e valenza dell’intervento si delimita da sé.
    Rilievi di sostanza e di metodo sono stai sollevati in commissione circa una previsione importante di investimento di questa finanziaria a favore della Società consortile per azioni Elettra Sincrotone Trieste. L’intervento si cifra in un contributi di 1,5 mln annui per 15 anni e ha lo scopo di sostenere l’ammortamento di un mutuo contratto con BEI per potenziare le capacità del Centro in particolare del nuovo Laser a elettroni liberi. Il Finanziamento del Sincrotrone è quasi totalmente a carico dello Stato a valere sul Fondo per il Finanziamento e la ricerca del MIUR che si colloca fra i 27 e i 50 mln di Euro.
    Il finanziamento previsto nel triennio 2015/17 si colloca in continuità con altri investimenti regionali precedenti e segue il primo finanziamento regionale avvenuto il 2.5.88 per 30 miliardi di lire a cui aveva corrisposto un finanziamento statale definito con delibera CIPE in 75 mld.
    Questa previsione di finanziamento si colloca, finalmente, in un’azione tutt’altro che sbiadita della Regione per assicurare che nel Cda della società, e più complessivamente fra i suoi obiettivi di fondo, siano presenti, gli interessi del socio Regione, che con i propri rappresentanti in Cda, si attende da questo investimento e rilevante presenza di Centro di Ricerca le ricadute tecnologiche e imprenditoriali previste fin dall’inizio nella “mission “di questa importantissima eccellenza collocata nel nostro territorio, collegata al Sincrotrone 
    Europeo di Grenoble e al CNR che figura anche nella compagine sociale, accanto alla Regione, il Consorzio per l’area di Ricerca Scientifica e Tecnologica di Trieste e Invitalia.
    Mettere in contrapposizione questo investimento in ricerca e sviluppo, con altri di natura sociale e collettiva sarebbe un errore di provincialismo che spero si sappia non compiere mentre credo sia giusto chiedere e pretendere relazioni annuali sugli effetti e i risultati anche in termini di ricaduta economica sul nostro territorio di questa presenza che non può rimane separata e avvolta soltanto nell’aurea misteriosa della scienza. Abbiamo bisogno di trasparenza e risultati anche in campo scientifico e tutti, non solo i politici, devono imparare a rendicontare ai propri stakeholders.
    In conclusione, ritengo di poter affermare che questa Finanziaria grazie al lavoro di questa Legislatura dimostra che le mani sulla macchina sono state messe e che i cantieri di lavoro sono aperti. Questo lavoro ha consentito di reperire risorse che mettono in sicurezza le grandi necessità della regione e consentono di dare benzina alle riforme che sono già in campo, Sanità ed Enti Locali, e quelle in corso che riguarderanno in particolare il mondo economico delle imprese e del lavoro. Ogni euro risparmiato con una effettiva azione di spendig revieuw è stato collocato a favore del Welfare, dello stato sociale dell’aiuto a chi ha più bisogno. Nella Finanziaria ci sono risorse e proposte importanti per dare ossigeno al nostro sistema economico, altre risorse aggiuntive saranno immesse in momenti successivi. Certo il FVG è completamente ancora immerso nella crisi economica del Paese e ancora timidi sono i segnali di ripresa anche a paragone con il resto del Nord e del Nord Est. Ci aiutano le esportazioni, le capacità di stare e conquistare i mercati di molte nostre imprese, ci aiuta la nostra collocazione e l’asset formidabile che è e potrebbe ancor di più rappresentare la nostra realtà portuale e cantieristica. Ma la domanda interna rimane bassa, il trend demografico negativo e l’invecchiamento della popolazione non aiuta certo ad aumentare pil, occasioni di lavoro e slancio verso il futuro.
    Dunque, è vero, resta ancora molto da fare, ma questa maggioranza è al lavoro e la macchina ha una guida.
    Siamo l'unica Regione che mantiene intatti i trasferimenti agli Enti locali, vi aggiunge oltre 30 milioni per la loro addizionale sull'energia elettrica, 2 milioni per le penali delle chiusure anticipate dei loro mutui, uno per anticipare la loro progettazione. Già un risultato eccezionale, credo percepito da tutti, ma riusciamo a investire anche sui settori in difficoltà come quello edilizio con 10 milioni per sistemazioni e riusi immobiliari, circa 5 milioni fra edilizia scolastica e residenziale pubblica, aiuto alla cassa edile, 4 milioni per i lavoratori socialmente utili, 10 milioni su ulteriori di interventi di integrazione al reddito e 27 sul sistema economico.
    Lascio, dunque, la controversia sull’esistenza o meno dell’anima in questa finanziaria al dibattito dei filosofi e dei teologi e da vecchio razionalista, mi limito a rassicurare tutti sull’indubitabile esistenza del cuore in questa finanziaria. Un cuore, sociale, attento a chi ha bisogne e all’esigenza dell’equità, dell’efficienza e del merito. Se in questo Paese e in questa Regione avessimo sempre dimostrato analogo cuore, volontà e capacità di lavoro a tutti i livelli forse la crisi economica e morale di questo paese si sarebbe affrontata prima e con maggiori energie e strumenti.

Renzo Liva

Trieste, 10 dicembre 2014

https://gruppopdfvg.it/wp-content/uploads/2021/08/

Ne parlano

Redazione

Ne parlano

Redazione
Redazione

Articoli correlati…