COSOLINI: Relazione di minoranza sulla Legge collegata alla manovra di bilancio 2020-2022

Pubblicato il venerdì 06 Dic 2019

Relazione di minoranza sul DISEGNO DI LEGGE N. 72 Legge collegata alla manovra di bilancio 2020-2022

Egregio Presidente, Gentili Colleghe e Colleghi,
i disegni di legge oggetto di esame nella sessione d’aula dedicata al bilancio, unitamente alla nota di aggiornamento del DEFR, si inseriscono in perfetta continuità con le manovre precedenti. Per una valutazione politica delle proposte della Giunta vale la pena ricordare l’ammontare delle risorse a disposizione per l’anno 2020 e le ipotesi di entrate per i due anni successivi. Ebbene, come già successo per il 2018 e per il 2019, la Regione potrà beneficiare di un aumento di entrate per il 2020 beneficiando dei risultati economici positivi del 2018 e grazie all’effetto positivo delle nuove modalità delle compartecipazioni. Inoltre, come successo negli anni precedenti, questo bilancio beneficia di uno sconto sul contributo agli obiettivi di finanza pubblica, anche se per il 2020 di minore entità rispetto allo sconto ottenuto dalla Giunta Serracchiani. Pertanto, la Giunta Fedriga potrà distribuire oltre 50 milioni in più nel 2020 rispetto all’anno precedente.
Per questo motivo siamo in grado di sviluppare un ragionamento libero da pregiudizi sulla base di dati che consentono alla Giunta di non avere alibi rispetto all’individuazione delle priorità del bilancio regionale.
La prima considerazione è che anche quest’anno, in totale continuità, negativa, con l’anno precedente, la Giunta del “dialogo e dell’ascolto”, come la presentava al momento dell’insediamento il Presidente Fedriga, ha evitato qualsiasi confronto sulle linee strategiche e gli obiettivi della manovra con le principali rappresentanze economiche e sociali chiudendosi nella propria convinzione di autosufficienza e smentendo però i principi del dialogo e dell’apertura tanto sbandierati.
La seconda è che, come visto più volte nel corso del 2019, si usano provvedimenti legislativi come le leggi “omnibus” e le manovre di bilancio per interventi legislativi di modifica della legislazione di settori importanti: è una prassi che toglie organicità alle leggi di settore, indebolisce il ruolo delle commissioni, preclude la possibilità dell’ascolto dei portatori di interessi nel percorso di discussione del provvedimento.
I segnali che provengono dal sistema economico regionale non sono tutti positivi, anzi, possiamo affermare senza smentite che, al di là di poche importanti aziende operanti in regione che possono esibire risultati lusinghieri, la maggior parte delle aziende medie e piccole si trova in una situazione di difficoltà.
Purtroppo sembrano rapidamente ridimensionarsi le positive performance degli ultimi anni del nostro sistema economico e proprio questo fatto dovrebbe far preoccupare codesta amministrazione regionale sull’evolversi della situazione per le inevitabili ripercussioni per la disponibilità di risorse dei prossimi anni. Questa situazione dovrebbe suggerire un forte investimento di risorse sul sistema delle imprese che in generale non appare beneficiare di più risorse rispetto al passato, per poter sperare in ricadute positive almeno tra due-tre anni. Questo non è il momento delle azioni timide.
Quello che serve è più convinzione, azioni forti e soprattutto strategia. Questa legge di stabilità non dà il necessario scossone per muovere l’economia del Fvg.
Dalla prima illustrazione, fatta dall’assessore al Bilancio, risulta che la maggioranza di centrodestra ha voluto coprire di tutto un po’, aprendo tanti piccoli canali di finanziamento, come a voler piantare tante bandierine, ma senza consistenza capace di coprire le reali e varie esigenze. In questo modo la Lega e il centrodestra confermano la loro azione: molti spot e poca sostanza. In troppi casi poi si rimanda a regolamenti che, per l’esperienza dell’anno precedente, arriveranno tardivamente e quindi saranno intempestivi rispetto ai bisogni di cittadini e imprese. II La mancanza di strategia risulta evidente nel DEFR, dove si riscontrano scontate azioni di supporto in continuazione con il passato e con la previsione rimandata ai prossimi mesi per la presentazione della naturale prosecuzione del RilancimpresaFVG e cioè il già più volte annunciato Sviluppo impresa. Manca insomma una strategia complessiva che dia fiducia e risposte per lo sviluppo del sistema regionale. È risaputo che gli interventi per settori trainanti come l’economia devono essere tempestivi affinché si possa creare l’effetto volano che permetta lo sviluppo del tessuto produttivo regionale.
È un fatto grave che in questa legge di Stabilità non siano già previsti i fondi adeguati per possano dare gambe alla prossima legge Sviluppo impresa, perché stanziare i fondi necessari per far funzionare Sviluppo impresa in fase di assestamento estivo significa ritardare il suo effettivo avvio a ben dopo il 2020 considerando tutta la tempistica necessaria per regolamenti e bandi vari; questo periodo risulterebbe un tempo davvero impensabile per le nostre imprese. Va fatto subito, per dare immediata disponibilità alle imprese. L’esempio dei ritardi di questa Giunta si sono per esempio evidenziati con la misura prevista nella legge di stabilità 2019 per il credito di imposta. In sede di prima commissione abbiamo chiesto che la scadenza del bando per poter beneficiare del credito di imposta a favore delle imprese sia prorogata. Il regolamento promesso oltre un anno fa è arrivato con un forte ritardo solo nei primi giorni di novembre 2019, proprio mentre i professionisti sono alle prese con tutte le scadenze di fine novembre e con un periodo troppo breve per poter aderire di soli 12 giorni.
Lo stesso discorso vale per la montagna. Ci siamo espressi positivamente sul piano turistico, però ci permettiamo di far notare che 30 milioni su tre anni, più otto ereditati dalla precedente legislatura, non sono sufficienti. Serve un piano shock che preveda lo stanziamento di una cifra superiore, di 50 milioni almeno che dovrebbero essere allocati tutti subito, altrimenti mancherà l’effetto volano su tutte le attività economiche collaterali. Un altro esempio di miopia sulle priorità di destinazione delle risorse è quello del taglio di risorse all’Autorità portuale rispetto agli precedenti. Si tratta di un ambito strategico per lo sviluppo dell’economia regionale e pertanto presenteremo emendamenti per ripristinare i fondi necessari all’attività dell’Autorità portuale e garantire il proseguimento dell’ottimo lavoro fatto finora.
A parole la Giunta Fedriga sostiene il sistema portuale del Fvg, ma nei fatti continuano purtroppo le retromarce e gli imbarazzi della maggioranza di centrodestra in commissione sono emersi evidenti. È davvero inspiegabile questa scelta della maggioranza, considerando i risultati del porto, la sua forza trainante rispetto a tutto il sistema logistico della regione, e soprattutto la fortunata disponibilità dei fondi a disposizione per questo bilancio.
Nel 2019 sono stati stanziati 9,4 milioni nei tre capitoli per sviluppo di portualità e logistica. Ora lo stanziamento per il 2020 scende a 5 milioni e mezzo, era a 3,5 e quindi poco più di un terzo al momento della presentazione. L’Autorità portuale poi, in particolare nel capitolo dedicato a implementare la logistica integrata al Porto di Trieste, si trova uno stanziamento di 4 milioni rispetto a un fabbisogno (confermatosi negli anni) di ben 6 milioni, fondamentali per gli ottimi risultati che tutti conosciamo. Perché 2 milioni in meno in un bilancio dove non mancano le risorse? Ricordo peraltro che in sede di presentazione della manovra erano addirittura 4 in meno e solo dopo, grazie anche ad una certa pressione, c’è stato un parziale rattoppo. Abbiamo ascoltato con curiosità la proposta riguardante la costituzione di una società per sostenere l’esigenza di microcredito: i contorni della misura sono apparsi peraltro troppo generici per consentire una valutazione sull’effettiva fattibilità al punto da chiedersi che senso abbia anticipare la III norma senza un vero approfondimento sulle modalità di funzionamento dello strumento, tanto più alla vigilia di un annunciato provvedimento rivolto alle imprese.
Ma la vera questione di fondo che ci pone questa legge di stabilità è quella della sostenibilità finanziaria del sistema sanitario con conseguenza della tenuta del sistema complessivo regionale. Continuare come in questa manovra a destinare risorse in aumento al comparto sanitario sarà una costante visto che non pare proprio che la recentissima legge sul sistema abbia introdotto scelte miranti a rafforzare l’equilibrio del sistema.
Ormai già dalla scorsa manovra l’attuale maggioranza ha ribaltato il concetto di cui ha abusato quando era in opposizione: i presunti “buchi” della sanità dovuti a quella che veniva definita come cattiva gestione di chi vi ha preceduto sono stati rinominati in “fabbisogno strutturale programmato”. Ne prendiamo atto, come prendiamo atto che il fabbisogno aumenta di mese in mese e ad ogni manovra targata Giunta Fedriga sono state aggiunte risorse cospicue per pareggiare i conti. Inoltre mancano azioni forti in altri settori chiave che avrebbero avuto bisogno di un segnale decisamente più incisivo. Si pensi all’ambiente che nelle politiche europee rappresenta una colonna, con indirizzi chiari.
Nella nostra Regione, invece, oltre a raccogliere un finanziamento pari solo all’1,85 per cento del totale, non si capisce nemmeno quale sia l’idea trainante visto che l’assessore non ha delineato una strategia, ma ha semplicemente elencato qualche misura spot, finanziata con una manciata di euro. I sei milioni del bonus bellezza che avrebbero dovuto rilanciare l’edilizia sono ancora fermi dalla scorsa estate nelle casse della Regione. Ancora una volta la Giunta Fedriga si è fermata agli annunci, anziché mettere a disposizione subito questi soldi, facendo scorrere graduatorie esistenti e dando così risposta a domande inevase dei Comuni e dei privati. Il settore dell’edilizia richiede risorse, come hanno recentemente ricordato sia i costruttori, sia i sindacati degli edili, ma richiede anche rapida capacità di spesa. Piuttosto che creare nuove forme di contribuzione che richiedono mesi o anni per l’attivazione, sarebbe meglio finanziare le cose che già funzionano e che già esistono. Prorogare la graduatorie dei finanziamenti ai Comuni per i centri storici e le piazze è positivo, ma se non si mette nemmeno un euro è una vera occasione persa. Riuso, efficientamento energetico e manutenzioni devono essere una priorità per la Regione. Sono molto scarse le nuove risorse stanziate per il bonus infissi, che con appena 500 mila euro soddisferà pochissime domande rispetto alle centinaia della “vecchia legge Lenna” che ogni anno la Regione finanziava con almeno una decina di milioni di euro. Dispiace constatare che è stato eliminato anche il finanziamento di un milione di euro per la realizzazione di nuove ciclabili o la sistemazione di quelle esistenti. Un altro tema trattato superficialmente è quello del rischio sismico nelle scuole che, dopo nostri continui solleciti, ha trovato uno spiraglio in un emendamento in legge di Stabilità presentato in commissione all’ultimo minuto dalla Giunta.
La posta di 20 milioni spalmata su due anni potrebbe consentire di affrontare qualche situazione. Purtroppo la costituzione dei nuovi Enti di decentramento regionale che sostituiranno l’Uti nella competenza delle manutenzioni delle scuole secondarie ci fa temere un aumento del livello di incertezza e un prolungamento ulteriore dei tempi necessari per portare a termine gli interventi. Alcuni stanziamenti ci trovano poi nettamente contrari sul merito: si tratta del finanziamento del cosiddetto emendamento “Bibbiano”, con circa 7 ml nel triennio 2020-2022, per l’installazione di sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso presso ogni aula di ciascuna scuola, nonché per l’acquisto delle apparecchiature finalizzate alla conservazione delle immagini per un periodo temporale adeguato. IV Inoltre segnaliamo un altro fondo spot: quello degli “Steward” per i comuni ex capoluogo di provincia o al di sopra dei 20mila abitanti, con una cifra di 2,2 milioni nel triennio: soldi buttati che potrebbero essere spesi meglio. L’allargamento dai comuni già capoluogo di provincia ai comuni con più di 20.000 abitanti è una confezione per così dire sartoriale fatta su misura per il Comune di Monfalcone. Una posta puntuale quindi, malamente mascherata…….
La vera priorità per la sicurezza della nostra gente sta piuttosto nell’emergenza ambientale, nella tenuta del territorio senato con sempre più frequenza da fenomeni che creano importanti danni al patrimonio e rischi per l’incolumità delle persone Da questo andamento generale di mancanza di chiarezza negli obiettivi e di miopia nell’individuazione delle priorità vere per la nostra regione deriva una nostra posizione critica rispetto all’impianto complessivo della manovra per la quale cercheremo di apportare dei correttivi attraverso delle proposte emendative qualificanti. Il nostro voto finale in Aula dipenderà perciò da quello che sarà il testo del disegno di legge a seguito della discussione e dell’approvazione degli emendamenti che presenteremo e delle proposte ulteriori che verranno presentate dalla giunta e dalla maggioranza. 

Roberto Cosolini

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