COSOLINI: Relazione di minoranza alla nota di aggiornamento del DEFR 2019

Pubblicato il lunedì 10 Dic 2018

Relazione di minoranza alla nota di aggiornamento del DEFR 2019
 
Nel presentare a nome del Gruppo del Partito Democratico la relazione di minoranza sulla nota di aggiornamento al DEFR non posso che richiamare la sostanza delle osservazioni presentate relativamente ai DDL della manovra di bilancio. Ci attendevamo una NOTA fortemente politica perché la prima effettiva di questa amministrazione e in realtà ci troviamo di fronte ad un documento che è chiaramente il risultato di un apprezzabile lavoro di descrizione e di aggiornamento delle attività in corso di svolgimento curato dagli uffici. Manca proprio la Politica intesa come visione, idee forti, strategia complessiva.
Non è tutta responsabilità di questo governo regionale: prevale ancora a molti livelli una sottovalutazione da parte delle forze politiche del senso dei documenti strategici di programmazione che dovrebbero però dare indirizzi forti, tanto più nel primo documento completo di avvio di una legislatura che giunge a motori ormai rodati. Ed è vero, aggiungo, che le grandi riforme si varano solitamente nei primi anni di governo per consentirne avvio, sperimentazione e metabolizzazione.
Ci attendevamo allora di più da questa nota di aggiornamento del DEFR, che è un documento direi invece di routine, di sostanziale prosecuzione di ciò che è stato avviato.
Del resto nemmeno su questo documento si è realizzato quel confronto con le diverse componenti rappresentative della società regionale che avrebbe consentito di cogliere quelle esigenze di innovazione indispensabili per poter lavorare per il futuro di questa regione
La prima grande assenza è proprio quella dell’INNOVAZIONE: eppure proprio questo paradigma dovrebbe caratterizzare l’avvio di un nuovo governo che per di più aveva annunciato grandi cambiamenti; non se ne trova traccia significativa nelle politiche economiche ma nemmeno in altri campi dell’azione regionale. Le sfide della sostenibilità ambientale ed energetica, della crescita qualitativa e quantitativa dei servizi in una fase di non espansione di risorse disponibili, dell’investimento in conoscenza e formazione a tutti i livelli non trovano nel documento attenzione e risposte significative.
La seconda assenza è quella della DIMENSIONE INTERNAZIONALE e del ruolo che questa Regione può e deve svolgere in questa parte d’Europa e che corrobora in modo indispensabile l’attualità di un’autonomia che da più parti si vorrebbe mettere in discussione. Anche qui siamo nella routine nonostante diversi siano gli ambiti in cui una strategia in questo campo può essere realizzata:
– il contributo al processo di stabilizzazione del sud-est d’Europa
– la funzione di piattaforma logistica integrata capace di connettere Far East e Mediterraneo orientale con gran parte d’Europa
– centro strategico internazionale di formazione e di ricerca
– sviluppo di reti transfrontaliere con Austria, Slovenia e Istria per la promozione dei territori e per l’integrazione dei servizi.
La terza assenza è quella di un’idea di COESIONE SOCIALE, e quindi di un’idea di comunità integrata, aperta ed inclusiva. Sembra quasi che la parola integrazione spaventi, nonostante sia componente indispensabile di quella sicurezza che si vorrebbe garantire ai cittadini. Eppure una regione che invecchia così velocemente ha il bisogno vitale di attrarre persone, intelligenze, energie, offrire opportunità ed un ambiente vivibile. E il DNA di una regione incardinata nel cuore d’Europa, che deve tanto del suo patrimonio storico e culturale, della sua identità proprio alle differenze di lingua, cultura, provenienza, non può essere cancellato pena la mortificazione delle nostre prospettive di futuro.
Infine la quarta assenza è quella delle RIFORME, quelle vere, che sono costruzione e non pura demolizione come invece è avvenuto nel campo degli enti locali e dove la novità annunciata, dal nome oggi poco evocativo di ente intermedio, al momento sa tanto di vecchio. Manca un’idea di fondo su come riformare ed articolare il sistema pubblico valorizzando la nostra autonomia a partire proprio dalla riforma della Regione.
Il grande nodo che dovremo affrontare nei prossimi anni è quello della SOSTENIBILITA’ ECONOMICA E FUNZIONALE dei servizi pubblici: sanità, trasporti, servizi comunali dovranno affrontare la sfida difficile di garantire qualità ed efficacia non potendo costare di più nella migliore delle ipotesi. E’ questo per tutti noi uno dei grandi temi di questa legislatura e non mi pare che allo stato ci siano segnali del volerlo affrontare con coraggio e capacità di innovazione
Si prosegue insomma lungo un binario che tiene assieme indeterminatezza di indirizzi di scelte strategiche,  continuità nell’esplicarsi di molte missioni, a confermare come  tante scelte fatte dall’amministrazione precedente oggi appaiano, proprio a chi le ha contestate in passato, sotto una luce diversa, qualche discontinuità dal sapore ideologico buona per soddisfare le spinte più radicali dell’elettorato che sostiene questo governo, senza peraltro pesare responsabilmente le ricadute di alcune scelte.
Ci sono poi nelle diverse missioni puntuali aspetti critici da sottolineare che saranno oggetto degli interventi dei miei colleghi e che completano le motivazioni del nostro giudizio negativo.

Roberto Cosolini
 
 
 

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