AGNOLA: Relazione al DDL 77 “RilancimpresaFVG – Riforma delle politiche industriali”

Pubblicato il martedì 27 Gen 2015

Signor Presidente, Signore Consigliere e Signori Consiglieri,

il Disegno di Legge che ci apprestiamo a discutere affronta due nodi cruciali per la comunità regionale. Quello della nostra economia e, come diretta conseguenza, quello del lavoro. Nel titolo della legge si citano l’impresa e le politiche industriali, ma la vocazione manifatturiera di questa Regione, dove le micro imprese prevalgono e il tessuto industriale è divenuto parte del tessuto sociale, include all’interno dello stesso provvedimento con pari dignità, il problema dell’occupazione.  

Secondo le stime della “Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro” condotta dall’ISTAT, l’anno appena concluso iniziava all’insegna dell’emergenza occupazionale: in Friuli Venezia Giulia nel settore dell’occupazione registravamo uno dei valori più bassi dall’inizio della crisi. Nell’ultimo rapporto dell’IRES FVG sui “Cambiamenti socio economici del Friuli Venezia Giulia”, fra gli altri dati disponibili che descrivono la situazione economica, si cita il numero di residenti nella nostra Regione trasferitisi all’estero nel corso del 2013. Un numero che ha sfiorato le 2.200 unità, il doppio rispetto agli anni precedenti la crisi economica. 

Ho voluto citare solo questi due dati perché sono esemplificativi delle pesanti conseguenze della crisi che ha coinvolto le nostre imprese e i nostri cittadini.  
L'Amministrazione regionale, dopo aver messo in sicurezza, con le ultime due finanziarie e la destinazione dell'extragettito, gli strumenti ordinari di sostegno all'economia e le dotazioni delle partecipate regionali chiamate a sostenere le imprese di questa Regione, procede ad un percorso riformatore e ad un riordino legislativo con l'inserimento di nuove opportunità rivolte in particolare al settore manifatturiero.

Il Rapporto di Bankitalia sul Friuli Venezia Giulia, presentato nel 2014, analizza la situazione dell’anno precedente sottolineando che questa difficile fase congiunturale si è riflessa sulle demografia d’impresa, riducendo ulteriormente il numero di imprese attive. 

Ma lo stesso Rapporto indica anche che la nostra Regione ha le potenzialità per crescere in settori innovativi, per aprirsi a mercati esteri emergenti, per puntare sull’eccellenza. 

La crisi economico finanziaria ha modificato il volto dell’economia regionale e questo, tradotto nella realtà delle comunità locali, ha portato ad una riduzione significativa della presenza di imprese nelle zone industriali dove interi capannoni restano vuoti e inutilizzati; ha portato ad un impoverimento dei paesi del nostro territorio che vivono con apprensione questa situazione; ha portato, infine, alla chiusura di moltissime piccole e medie aziende con il risultato di lasciare inattivi centinaia di lavoratori e di imprenditori. Persone che nella maggioranza dei casi hanno maturato una grande esperienza nei settori di competenza e che, quindi, sono sicuramente un valore aggiunto per tutta la comunità regionale. Penso sia necessario partire proprio da questa riflessione per svolgere al meglio la nostra funzione legislativa in un momento complicato come quello che la comunità regionale sta vivendo. 

Il secondo dato del quale abbiamo tenuto conto nell’elaborazione di questo disegno di legge e dal quale quindi è doveroso partire per affrontare al meglio i problemi evidenziati, è la vocazione manifatturiera della nostra Regione, con le sue specializzazioni e con la sua capacità di innovazione.  

Riprendendo quanto ricordato sopra rispetto ai cambiamenti causati dalla crisi nell’economia regionale, sta a noi avviare un processo di riposizionamento, di specializzazione e di caratterizzazione delle nostre imprese e dei nostri distretti per ridare forza al nostro sistema imprenditoriale e non solo per suscitare vane speranze in coloro che hanno perso il posto di lavoro o hanno chiuso la propria azienda. 
Per promuovere questo processo virtuoso è necessario puntare sull’elevato contenuto tecnologico, sulla qualità, sulla riconoscibilità dei prodotti e dei servizi, in maniera che il sistema Regione sia in grado di recuperare e rafforzare la sua competitività, anche e soprattutto sul mercato estero. Si tratta di concretizzare l’attenzione sui temi della sostenibilità ambientale ed energetica, con una particolare attenzione alla promozione delle fonti rinnovabili e al contenimento dell’inquinamento nei settori produttivi anche attraverso nuovi prodotti e materiali che rispondano a questa esigenza innovativa. Risulta quindi indispensabile puntare sulle cosiddette tecnologie intelligenti, sulla capacità di innovazione e di ricerca presente nella nostra Regione, sulla semplificazione delle norme, su un adeguato e semplice accesso ai finanziamenti, sulla creazione di nuove imprese innovative. 

Proprio ragionando sui fattori caratterizzanti la situazione economico sociale della Regione, il Disegno di Legge risponde, da un lato, al forte cambiamento del quale molte imprese hanno subito l’influenza negativa e, contemporaneamente, propone strumenti per il rilancio dello sviluppo economico e occupazionale. Infatti vengono previsti piani di rilancio della aree di crisi diffusa e misure specifiche per le imprese in difficoltà ma sempre e comunque nell’ottica di rafforzarne la competitività, con una precisa attenzione allo sviluppo dei fattori legati all’innovazione.  Sono infatti questi, come sopra ricordato, i fattori che possono decisamente concorrere alla rigenerazione del nostro tessuto imprenditoriale. 

Questo provvedimento rappresenta l'applicazione concreta del principio di autonomia e specialità della nostra Regione che in questi 50 anni ha trovato, nella prerogativa di avviare cicli di sviluppo economico, una delle modalità più efficaci della propria funzione, vale a dire quella di assicurare alla popolazione del Friuli Venezia Giulia sviluppo e benessere economico e sociale.
 
Rappresenta inoltre un'apertura di credito al sistema delle imprese che è chiamato a confermare il ruolo decisivo svolto nel corso della storia regionale, traghettando il territorio in pochi decenni, da una condizione di sottosviluppo e marginalità, ad un contesto moderno, in grado di competere con le aree più sviluppate d'Europa.
 
Vogliamo consegnare a questo Disegno di Legge la missione di stimolare una nuova stagione di iniziativa imprenditoriale del settore manifatturiero dove, vicino al rafforzamento ed al consolidamento delle realtà esistenti, si possano sviluppare iniziative nuove, grazie ad una attrattività sia esterna che interna, ponendo il lavoro qualificato e stabile come obiettivo ultimo, indispensabile per la vita delle famiglie e dell'intera comunità regionale.
 
Con lo sconto IRAP previsto per le imprese impegnate nell'innovazione e nella ricerca si dà un forte segnale verso l'ammodernamento tecnologico del sistema produttivo ricompensato da un principio di fiscalità di vantaggio. Questo costituisce un segnale importante e una reale inversione di tendenza rispetto alla eccessiva pressione tributaria che indebolisce le nostre numerose micro, piccole e medie imprese.
 
Si tratta inoltre di rovesciare definitivamente un contesto di prossimità ai confini internazionali che ci vede soffrire condizioni di svantaggio e di competizione aggressiva e di trasformare, invece, la vicinanza di mercati extranazionali in una opportunità di crescita e allargamento delle potenzialità del nostro export.

I fattori innovativi ai quali si fa riferimento nel Disegno di Legge sono stati ampiamente analizzati nel corso di questi ultimi anni e la loro importanza è riconosciuta a livello europeo. Rappresentano il fulcro delle politiche economiche della prossima programmazione. Sono contenuti e sviluppati nella Comunicazione della Commissione europea “EUROPA 2020” e nel documento “Small Business Act”. 
Entrambi i documenti vengono richiamati dal Disegno di legge. Il loro richiamo è fondamentale, in quanto i provvedimenti previsti da questo DDL raccolgono le indicazioni e i principi che ci provengono dall'Europa e ne promuovono l’applicazione anche a livello locale. Sono indicazioni e principi che ci spingono a creare un contesto il più possibile favorevole allo sviluppo delle micro, piccole e medie imprese. 

La norma che andiamo ad approvare ha infatti in sé tutti gli elementi che concorrono a ricreare un ambiente accogliente per le nostre imprese e per quelle che decideranno di insediarsi sul territorio regionale.  Le misure per l’attrazione di investimenti sono tese a sviluppare questo ambiente favorevole attraverso strumenti specifici come l’Agenzia per gli investimenti, ma anche attraverso lo sviluppo di un contesto amministrativo e infrastrutturale più ricettivo e sensibile alle necessità dei nuovi imprenditori. 
Di fondamentale importanza, senza entrare nel dettaglio delle norme, è la volontà del legislatore di semplificare e rendere accessibili tutti i processi rivolti alla platea degli imprenditori, grandi o piccolissimi, che in questo momento chiedono alle istituzioni tempi certi e informazioni chiare e complete. Questa volontà si ritrova sia nella messa in rete degli strumenti già disponibili a disposizione dello sviluppo economico della Regione come Friulia, Informest, Insiel, sia nella semplificazione delle procedure amministrative per l’insediamento e la creazione di nuove imprese, sia per l’accesso ai fondi strutturali.
 
Concludo richiamando, in una brevissima sintesi, gli strumenti innovativi del provvedimento.

Nel Titolo II si indicano le misure di attrazione per gli investimenti in linea con il Piano di sviluppo del settore industriale. Fra queste, in particolare, l’Agenzia Investimenti FVG, il Programma di marketing territoriale, le misure per la promozione di nuovi insediamenti industriali e la convenzione con Friulia e Finest. Da sottolineare l’innovativa promozione della trasformazione delle aree industriali consortili e distrettuali in Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate (APEA) in grado di ridurre l’impatto ambientale e di proporre infrastrutture e servizi sostenibili che qualifichino in maniera innovativa le aree industriali.

Il Titolo III si occupa in particolare dello sviluppo del sistema produttivo con il richiamo alla normativa europea e agli obiettivi previsti dalla Programmazione 2014-2020. In questa parte del DDL si introducono strumenti operativi per le imprese, quali il catalogo degli incentivi volto a fornire un vademecum coordinato e soprattutto di semplice accesso e conoscibilità. Fra gli altri interventi a favore delle imprese si sottolineano la riduzione dell’IRAP per le aziende impegnate in ricerca e sviluppo, il sostegno alle start – up innovative e ai servizi di coworking. 

Nel Titolo IV sono previste misure di semplificazione e aggiornamento delle regole sui vincoli introducendo disposizioni volte ad attenuare gli oneri posti a carico dei beneficiari di contributi pubblici, favorire la continuità aziendale e salvaguardare l’occupazione. 

Il Titolo V introduce, fra le altre misure, la riforma delle Agenzie di sviluppo dei Distretti industriali e le azioni di sostegno alle filiere produttive con l’obiettivo di promuovere la crescita dimensionale delle aziende. Al Capo II del Titolo V è infine affidato il riordino dei consorzi industriali della Regione con l’obiettivo non solo di migliorare i servizi offerti alle imprese, ma anche di aprire nuovi scenari all’attrattività del sistema industriale e offrire nuovi elementi di competitività nazionale ed internazionale. 
L’autonomia riconosciuta al sistema dei consorzi nel determinare i modelli aggregativi previsti dall’art. 53, rappresenta un riconoscimento delle qualità programmatorie dei soci pubblici e privati che si confida possano affermarsi con criteri di lungimiranza, piuttosto che indugiare in localismi ormai superati. 

Per le motivazioni esposte e vista l’importanza dell’argomento affrontato dal Disegno di Legge, si confida nel voto unanime dell’Aula.

Il consigliere regionale 
Enio Agnola

Trieste, 27 gennaio 2015

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